"O lume della fede, della Chiesa splendore...". Le parole dell'inno a Sant'Ubaldo hanno risuonato forti e commosse a Jessup, in Pennsylvania, nella mattina di sabato 24 maggio. Malgrado la temperatura rigida e una pioggia intermittente, la comunità italoamericana legata a doppio filo con Gubbio ha celebrato, ancora una volta, la Festa dei Ceri, in un intreccio di fede, orgoglio e memoria.
La cittadina di Jessup, situata nella Lackawanna County, ospita una delle comunità più vive e attive di discendenza eugubina negli Stati Uniti. Il legame con Gubbio è forte, sentito, radicato nella storia delle migrazioni e nella volontà di tenere viva una tradizione che definisce identità e appartenenza.
Quest'anno alla Festa era presente una delegazione ufficiale da Gubbio, guidata dal dottor Mauro Pierotti, presidente dell'Associazione Eugubini nel Mondo, da sempre impegnata nel mantenere vivo il filo che unisce la città umbra ai suoi figli sparsi nel mondo.
Come ogni anno, anche nella festa americana i ruoli fondamentali della tradizione sono stati assegnati e rispettati con la massima solennità.
Gary Sebastianelli ha ricoperto il ruolo di Primo Capitano, guidando la giornata con compostezza e dedizione;
Gene Stankoshy, discendente della famiglia Fanucci, ha svolto le funzioni di Secondo Capitano, incarnando l'eredità di una lunga storia familiare legata al Cero;
I Capodieci 2024 sono stati:
Jason Crey per il Cero di Sant'Ubaldo, con capocetta Nicholas Marino;
Charles Breig per il Cero di San Giorgio, con capocetta Joseph Ferretti;
Nick Lynady per il Cero di Sant'Antonio, con capocetta Robert Coultard.
Sono loro i protagonisti assoluti di una festa che sa coniugare rigore e spirito familiare, passione e rispetto delle regole.
La giornata si è aperta con la tradizionale visita al cimitero, momento di raccoglimento e memoria per onorare i ceraioli scomparsi.
A seguire, la messa solenne, celebrata con grande partecipazione, ha segnato il passaggio dalla dimensione spirituale a quella pubblica della festa.
Poi è stata la volta della sfilata per le vie di Jessup, tra le note delle bande, i colori delle divise e le emozioni della comunità. L'atmosfera è stata resa ancor più intensa da una pioggia insistente, che tuttavia non ha scalfito la determinazione dei ceraioli.
Momento simbolico di grande rilevanza è stato quello dell'Alzata, avvenuta in presenza di centinaia di persone. I tre Ceri si sono sollevati con energia e precisione, nonostante le difficoltà meteo.
Il Cero di San Giorgio ha avuto un ruolo speciale: è infatti nuovo, realizzato pochi mesi fa dalla falegnameria Santa Lucia di Mario Trento a Gubbio e inviato dall'associazione Eugubini nel Mondo. Questo completa l'opera iniziata oltre vent'anni fa, con l'invio dei tre Ceri nuovi e perfettamente in scala per la comunità di Jessup.
Un gesto che dimostra quanto forte sia il desiderio di mantenere viva la tradizione, con strumenti e simboli autentici, capaci di legare ancora di più le due sponde dell'Atlantico.
Tra i momenti più toccanti della giornata, l'esecuzione dell'inno a Sant'Ubaldo, "O lume della fede", ha coinvolto tutti i presenti in un'atmosfera sospesa tra sacro e nostalgia.
Il brano è stato interpretato con grande intensità dal coro diretto da Gina Pascolini, regalando un istante di unità profonda tra i presenti.
"Quando intoniamo quell'inno, siamo tutti di Gubbio. Anche con la pioggia, anche con il vento", ha detto commossa una donna del pubblico.
La giornata si è conclusa con la corsa dei Ceri, seguita dalla mostra fotografica e documentaria allestita per l'occasione. Una corsa più simbolica che competitiva, ma non per questo meno sentita: ogni passo, ogni corsa, ogni grido di incitamento ha raccontato un legame che non si spezza.
La comunità eugubina di Jessup, nonostante la distanza, dimostra ogni anno come sia possibile onorare le radici, custodirle e renderle vive nel presente.
Il 24 maggio 2025, Jessup non ha solo celebrato una tradizione. Ha riaffermato, con forza e commozione, il valore dell'identità condivisa, della memoria e del senso di appartenenza.
"I nostri nonni sono partiti con poco, ma ci hanno lasciato tutto. I Ceri sono la nostra bandiera, il nostro legame con la terra madre", ha detto il Capodieci di Sant'Antonio, Nick Lynady, al termine della corsa.
E così, sotto un cielo grigio e gocce di pioggia, Jessup ha brillato di luce propria, rinnovando il suo patto d'amore con Gubbio, con Sant'Ubaldo, con la Festa.
Un esempio di come le tradizioni, quando sono autentiche, superano le distanze, sfidano il tempo, e continuano a unire cuori anche a migliaia di chilometri di distanza.