21 Jul, 2025 - 18:43

Bandecchi chiede incontro urgente a Roma sulle ferrovie: “Penalizzati cittadini e territori”

Bandecchi chiede incontro urgente a Roma sulle ferrovie: “Penalizzati cittadini e territori”

Il presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, ha inviato una richiesta formale di incontro urgente all’Autorità di regolazione dei trasporti, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Oggetto della missiva: le criticità derivanti dall’attuazione della delibera ART n. 178/2024, relativa al Prospetto informativo della rete ferroviaria nazionale per il 2026.

La richiesta è stata trasmessa anche alla Corte dei Conti e inviata per conoscenza alle Regioni Umbria, Lazio e Toscana. Nella lettera, Bandecchi sottolinea quella che definisce una "grave ed urgente problematica" riguardante il trasporto ferroviario interregionale, paventando effetti significativi per pendolari e cittadini.

Stop ai treni sotto i 200 km/h sulla direttissima

Al centro della questione vi è la previsione, contenuta nell’allegato “A” della delibera, secondo cui a partire da dicembre 2025 i treni con velocità inferiore ai 200 km/h non potranno più percorrere la linea direttissima tra Roma e Firenze. Tali convogli, inclusi i regionali, dovranno quindi transitare in modo permanente sulla linea ferroviaria lenta.

“L’atto - scrive Bandecchi - stabilisce che da dicembre 2025 tutti i treni sotto ai 200 chilometri orari non potranno più percorrere la linea direttissima e dovranno passare in maniera permanente sulla linea lenta. Una manovra tesa a soddisfare le esigenze degli operatori europei che intendono entrare sul mercato italiano ma a penalizzare drasticamente la maggior parte dei mezzi delle nostre tre regioni”.

Ripercussioni sui treni regionali e sui cittadini

Secondo il presidente della Provincia di Terni, le conseguenze sarebbero pesanti: “Gli attuali treni regionali infatti - nota il presidente - non rientrando negli standard dettati dall’ART, saranno quindi trasferiti sulla linea lenta con conseguenze senza precedenti per i nostri cittadini”.

Raddoppio della Roma-Firenze ancora in fase progettuale

Il presidente richiama anche il tema infrastrutturale: “Preme inoltre ricordare - prosegue - che il raddoppio della direttissima Roma-Firenze è in fase di progettazione, con tempi di realizzazione non ancora immaginabili. Si tratta - si legge nella lettera - di una negazione del diritto alla mobilità con conseguenze catastrofiche quotidiane per i pendolari, ritardi e allungamenti nei tempi di percorrenza, che paralizzerebbe e isolerebbe migliaia di cittadini dei nostri Comuni. Una misura adottata senza coinvolgere le istituzioni, senza ascoltare i Comitati, quindi le nostre comunità”.

Il rischio danno erariale sui nuovi convogli

Nella nota, Bandecchi chiama in causa anche il rischio di un potenziale danno erariale. Viene infatti ricordato che, nel settembre 2024, la Regione Umbria e Trenitalia hanno investito complessivamente 285,7 milioni di euro (di cui 50,9 a carico della Regione) per l’acquisto di dodici elettrotreni Pop200 e un Pop160. “I nuovi convogli - osserva - sono in fase di realizzazione, tre in consegna entro la fine di quest’anno e gli altri nel 2026. Le tempistiche di consegna per renderli operativi potrebbero essere accelerate se il Governo riuscisse ad intervenire concretamente”.

“È scontato - scrive Bandecchi - evidenziare come l’attuazione della delibera ART provocherebbe anche un danno erariale ingente e non riparabile. Una perdita che ricadrebbe direttamente sulle risorse finanziarie regionali: un vero e proprio dispendio di denaro pubblico, con mezzi all’avanguardia che sarebbero costretti a viaggiare sulla linea lenta e non performerebbero nell’utilizzo iniziale di progettazione”.

Le ricadute ambientali e sociali per i pendolari

Oltre al tema economico, la lettera richiama anche quello ambientale:In aggiunta, si evidenzia altresì il conseguente danno ecologico ed ambientale derivante da tale problematica. I nostri pendolari - aggiunge ancora il presidente - sarebbero costretti ad utilizzare le proprie autovetture per recarsi nella Capitale ed evitare così ritardi ferroviari di ore. In sintesi: si comprano nuovi treni, giustificati dal miglior servizio e da una maggiore tutela ecologica, poi si disperde il denaro non utilizzando le linee veloci e producendo inquinamento con l’utilizzo dei mezzi su gomma. Forse si voleva fare un favore a qualcuno, spendendo 285 milioni di euro o siamo solo di fronte all’ennesima mancanza di programmazione? Spero la Corte dei conti voglia illuminarci”.

Assenza del Governo all’ultimo tavolo tra Regioni e Rfi

Nella parte finale della missiva, Bandecchi cita la riunione online del 17 luglio scorso, promossa da Umbria, Lazio e Toscana, con la partecipazione di Rfi e Trenitalia e dei Comuni coinvolti, ma senza la presenza di ministero e Autorità. “Tali dati - aggiunge poi - emergono anche dalla riunione online del 17 luglio scorso organizzata dalle Regioni Umbria, Lazio e Toscana con la presenza di Rfi e Trenitalia, nonché di tutti i comuni coinvolti, che non ha però visto la presenza dei soggetti principali: Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e Autorità di Regolazione dei Trasporti”.

L'appello finale: sospendere la delibera ART

Da qui, l’appello finale: “Le chiedo, con urgenza, di convocare un incontro al fine di sospendere l’attuazione della delibera ART alla luce di quanto detto ed emerso, e programmare le future tracce in sinergia con le istituzioni locali, rimaste inascoltate fino ad oggi.  Riunione che sarebbe del tutto superflua, di fronte ad una soluzione attuabile da voi, autonomamente, attraverso l'istituto dell'autotutela. Confido nella risoluzione della problematica entro il 30 agosto 2025, dopodiché saranno messe in atto tutte le iniziative necessarie con riserva di azione nelle sedi opportune".

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Lorenzo Farneti
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