03 Jun, 2025 - 12:50

Ferranti alla Regione: “Basta silenzi, fermare la chiusura del presidio Enel di Villavalle”

Ferranti alla Regione: “Basta silenzi, fermare la chiusura del presidio Enel di Villavalle”

La chiusura del posto di teleconduzione Enel di Villavalle non è solo una questione industriale. Per Francesco Ferranti, vicepresidente della Provincia di Terni e capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, è l’ennesimo segnale di un progressivo impoverimento del territorio, e la Regione Umbria - afferma senza giri di parole - “non può restare a guardare e rispondere col solito fumo negli occhi degli atti politici”. 
Tag24 Umbria ha intervistatoi il politico ternano che ha deciso di intervenire dopo le proteste di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, sulla chiusura del presidio ternano.  

Ferranti, nei giorni scorsi anche i sindacati del settore hanno denunciato un senso di abbandono da parte delle istituzioni. In Provincia avete assunto una posizione unitaria come assemblea dei sindaci e gli assessore regionali De Rebotti e De Luca hanno chiesto ufficialmente a Enel di recedere da questa decisione. Cosa occorre fare di più?

La Regione deve intervenire subito - dice Ferranti - utilizzando ogni strumento a disposizione, a partire dalla legge sui canoni idroelettrici, per chiedere conto ad Enel di decisioni che penalizzano l’Umbria e la sua rete di controllo strategico delle acque. La chiusura del presidio di Villavalle, prevista per il primo ottobre 2025, è una scelta miope, che espone il territorio a rischi idraulici e lascia dietro di sé un vuoto industriale e occupazionale difficile da colmare”.

"Teleconduzione strategica per la sicurezza idraulica, la Regione non può tacere"

Insomma, secondo lei va usata la leva economica...

Guardi, lo dicono gli stessi sindacati nei loro comunicati. Le rassicurazioni arrivate nei mesi scorsi dalla Regione non hanno prodotto risultati concreti. Abbiamo assistito a parole di contrarietà da parte degli assessori, al solito fumo negli occhi degli ordini del giorno e delle prese di posizione politiche. Si metta mano alla legge sui canoni, si renda diseconomica la scelta scellerata di Enel. Le condizioni ci sono tutte: se tu hai un atteggiamento predatorio sul territorio, pensi solo agli utili, porti via valore e competenze, devi lasciare un forte indennizzo economico. È una decisione politica quella che va assunta: si vuole essere reattivi o si vuole subire un diktat del colosso energetico?”.

Oltre alla legge sui ristori per le concessioni ci sono altri strumenti per agire?

"Ma è ovvio. A breve, nel 2029, scadranno proprio le concessioni idroelettriche e il sistema istituzionale, anche per la questione AST ed energia, si prepara ad avere un protagonismo nella costituzione di una società mista pubblico-privato per la gestione dell’asta Nera-Velino. Il ruolo che Enel vorrà recitare in questo processo passa per la sua affidabilità come partner territoriale”.

A preoccuparla, vicepresidente Ferranti, non è solo l’aspetto occupazionale, ma anche quello legato alla sicurezza...

“Parliamo di impianti che regolano impianti complessi, come bacini, dighe, opere di presa - continua l’esponente forzista -. In un contesto segnato da eventi climatici sempre più estremi, privare Terni di una centrale operativa di telecontrollo significa ridurre la capacità di intervento tempestivo in caso di emergenze. Tra l’altro questa decisione segue lo smantellamento della funzione di energy management e il ridimensionamento delle officine”.

Ferranti: "Non accetteremo altri silenzi come sull'ospedale di Terni. Il tempo delle mediazioni è finito"

Il vicepresidente della Provincia di Terni, che nei mesi scorsi aveva già sollevato dubbi sulla condotta di Enel nella gestione del polo idroelettrico ternano, ora alza i toni.

Quale ruolo possono recitare la Provincia e il Comune di Terni?

Non possiamo accettare altri silenzi dalla Regione, in continuità con la preoccupante latitanza politica sul nuovo ospedale di Terni. Ogni volta ci troviamo di fronte a decisioni prese altrove, che impoveriscono l’Umbria e svuotano le sue competenze industriali. Serve un tavolo istituzionale urgente che coinvolga tutto il sistema istituzionale. E serve - afferma - una volontà politica chiara: difendere questo territorio significa anche mettere dei paletti a chi intende gestirlo solo in base alla logica del profitto”.

Allo stato attuale nel posto di teleconduzione di Villa Valle lavorano circa 20 operatori, rispetto ai 150 degli anni pre- automatizzazione.

La battaglia del territorio, dunque, non è solo legata alle questioni industriali e alla tutela di pochi posti di lavoro. Ma riguarda l’autonomia operativa del presidio idroelettrico...

Finora Enel, inon ha bilanciato a sufficienza le perdite strutturali inflitte al territorio - conclude Ferranti -. Sfrutta i bacini idrici umbri, ma al territorio, al di là di vaghe promesse di investimenti turistici, restituisce solo le briciole. Questo metodo va cambiato. E, ripeto, c’è lo strumento in mano alla Regione per farlo

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Federico Zacaglioni
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