Il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria ha pubblicato oggi, 17 novembre 2025, la sentenza che respinge il ricorso dell’associazione ambientalista “Amici della Terra” contro l’autorizzazione alla costruzione della cabina primaria di trasformazione elettrica in località “Il Piano”. La decisione, motivata da un difetto procedurale, chiude la fase giudiziaria ma lascia aperto il dibattito sul confronto tra sviluppo energetico e tutela del territorio, con i comitati locali che proseguono la mobilitazione.
Il ricorso mirava a bloccare l’opera, approvata dalla Regione Umbria nel febbraio 2024, sollevando criticità legate a rischio idrogeologico, impatto paesaggistico e carenze di trasparenza amministrativa. Tuttavia, secondo il TAR, l’associazione aveva piena conoscenza dei lavori già da febbraio 2025 e la notifica del ricorso, avvenuta il 10 settembre, è stata considerata tardiva e quindi irricevibile.

La cabina elettrica, prevista come struttura di trasformazione da 132/20 kV, è ritenuta essenziale da E‑Distribuzione per il potenziamento della rete locale, la sicurezza energetica e l’integrazione di impianti rinnovabili.
Ma per il comitato “Noi amiamo Ferentillo” e le associazioni ambientaliste la scelta del sito è problematica: l’area, inclusa nella Zona di Protezione Speciale IT5220025 e nel Parco fluviale del Nera, è fragile dal punto di vista idrogeologico e paesaggistico. Dal dicembre 2024, con l’avvio dei lavori, il territorio è stato teatro di assemblee pubbliche, sit-in davanti agli uffici regionali, petizioni e iniziative mediatiche, con i comitati impegnati a sottolineare la presunta incoerenza dell’opera con le politiche ambientali della Regione.
Il progetto ha suscitato tensioni tra la necessità di infrastrutture strategiche e la tutela degli ecosistemi locali, evidenziando quanto sia complesso gestire opere di interesse pubblico in territori vincolati e con comunità attente alle proprie risorse naturali.
Il ricorso presentato da Amici della Terra sollevava sei principali motivi di contestazione: rischio idrogeologico, carenze procedurali nella conferenza di servizi, esclusione di enti fondamentali come Protezione Civile e Consorzio di Bonifica Tevere Nera, rimozione immotivata delle prescrizioni per la tutela della fauna nidificante e mancanza di un confronto trasparente con la cittadinanza.
Il TAR, tuttavia, ha respinto la richiesta non entrando nel merito, sottolineando che l’associazione era pienamente consapevole dei lavori già da febbraio 2025, quando le attività cantieristiche erano visibili e oggetto di informazione pubblica. Come annota la sentenza, “l’associazione aveva la possibilità di conoscere senza particolari sforzi di diligenza la trasformazione dei luoghi e le autorizzazioni che la consentivano”. Il deposito del ricorso oltre i sessanta giorni previsti dalla legge ha determinato l’irricevibilità.
Le spese di giudizio sono state compensate, tenuto conto della particolarità della vicenda.
Nonostante la sentenza, i comitati locali non intendono fermarsi. “La mobilitazione continuerà finché non saranno individuate soluzioni sostenibili”, afferma il comitato “Noi amiamo Ferentillo”. Le iniziative includono passeggiate conoscitive del territorio, incontri con la stampa e momenti di confronto pubblico per sensibilizzare la comunità sui rischi idrogeologici, ambientali e paesaggistici.
Dal canto suo, E‑Distribuzione ribadisce l’importanza dell’opera per garantire la continuità elettrica e supportare le infrastrutture rinnovabili, mentre la Regione Umbria dovrà gestire l’equilibrio tra esigenze di sviluppo e tutela del territorio, garantendo la partecipazione e la trasparenza, elementi chiave in contesti così delicati.
Ferentillo si conferma così un esempio emblematico delle sfide legate alla realizzazione di infrastrutture strategiche in aree protette, dove la decisione finale richiede non solo valutazioni tecniche, ma anche dialogo costante con le comunità locali e attenzione alla sostenibilità ambientale.