01 Dec, 2025 - 13:26

Femminicidio-suicidio a Po' Bandino, il racconto del figlio di Stefania Terrosi: “Tre messaggi in pochi istanti dal compagno di mia madre”

Femminicidio-suicidio a Po' Bandino, il racconto del figlio di Stefania Terrosi: “Tre messaggi in pochi istanti dal compagno di mia madre”

La quiete di un normale sabato mattina si è trasformata in tragedia a Po’ Bandino, piccola frazione di Città della Pieve, quando in una villetta di via Sardegna si è consumato un femminicidio-suicidio che ha scosso l’intera Umbria. Antonio Iacobellis, 63 anni, sottufficiale dell’Aeronautica Militare in pensione, ha sparato alla compagna, Stefania Terrosi, 58 anni, impiegata in un’impresa di pulizie, per poi togliersi la vita con la stessa arma.

A due giorni dal dramma, emergono nuovi dettagli grazie alla testimonianza del figlio della donna, che ha scelto di raccontare la sua versione dei fatti a "Il Messaggero". Le sue parole, cariche di dolore, aiutano a ricostruire i minuti che hanno preceduto la tragedia e delineano un quadro fatto di rapporti incrinati, tentativi di distacco e segnali ignorati.

Femminicidio-suicidio a Po’ Bandino: la ricostruzione attraverso i messaggi del compagno inviati al figlio di Stefania Terrosi

Il figlio di Stefania ricorda con lucidità ciò che è accaduto quella mattina.
“Mi ha mandato tre messaggi in fila. In uno mi ha detto ‘me ne vado e porto con me mamma’. Erano le 11.15. Non li ho visti subito. Mi trovavo in garage e il telefonino non aveva campo”.
Un dettaglio che pesa come un macigno: quei minuti di mancato contatto, quella connessione assente, quell’allarme rimasto invisibile fino a quando era ormai troppo tardi.

Quando è risalito in casa, ha trovato la compagna impaurita: “Quando sono salito in casa ho trovato la mia compagna terrorizzata. I messaggi erano arrivati anche a lei. Da quello che ho ricostruito, oltre al suo amico, li ha mandati anche alla figlia e a dei parenti a Bari”.

A quel punto, la corsa verso l’abitazione della madre è stata immediata: “Sono subito andato a casa di mamma, c’erano già i carabinieri. Ho dato loro le chiavi per entrare. No, io lì dentro non ci ho messo piede”.
Una scelta dettata da un istinto di protezione, oppure dal timore di ciò che avrebbe potuto trovare. Un confine emotivo invalicabile.

Il figlio spiega anche come il rapporto tra la madre e Iacobellis fosse ormai ai minimi termini:Con l’ex sottufficiale dell’Aeronautica non c’erano più rapporti negli ultimi mesi”, dice senza esitazioni.
E aggiunge: “Semplicemente avevamo una visione diversa della vita. Mamma mi ha raccontato di una discussione avvenuta il 18 novembre. Lei gli aveva detto che era meglio prendersi un periodo di riflessione, di allontanarsi. Lui è rimasto sempre lì”.

Dalle sue parole emerge la complessità di una convivenza diventata insostenibile, e insieme l’incapacità di accettare la fine di una relazione, dinamica purtroppo comune in molte storie finite nel sangue.

Una comunità in lutto: la fiaccolata per Stefania

Nel tardo pomeriggio di ieri, Po’ Bandino si è raccolta in una lunga, silenziosa fiaccolata. Centinaia di persone - cittadini, istituzioni, associazioni - hanno scelto di scendere in strada per onorare Stefania Terrosi e per ribadire un messaggio chiaro: la violenza sulle donne deve essere combattuta ogni giorno.

Il corteo è partito dalla chiesa della frazione ed è arrivato davanti alla villetta dove Stefania ha perso la vita. Presente il sindaco di Città della Pieve Fausto Risini, insieme alla Giunta comunale, e l’assessora regionale Simona Meloni, in rappresentanza della Regione Umbria. Tra i partecipanti anche il figlio della donna, accolto dal calore della comunità in un momento di dolore insostenibile.

Solo poche ore prima, il Comune aveva collocato un nastro rosso con il nome di Stefania su uno degli alberi di viale Vanni, spazio pubblico dedicato al ricordo delle vittime di femminicidio. Un gesto simbolico, ma necessario per mantenere alta l’attenzione su una piaga che continua a mietere vittime.

Il sindaco Risini ha definito la fiaccolata un momento di forte introspezione collettiva:
“È stato un momento molto toccante, di profonda riflessione - ha detto all’ANSA - e l’auspicio è che simili tragedie non accadano mai più”.

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Lorenzo Farneti
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