10 Apr, 2025 - 17:15

Femminicidio Laura Papadia, allestita fino a domani la camera ardente a Spoleto: i funerali poi a Palermo

Femminicidio Laura Papadia, allestita fino a domani la camera ardente a Spoleto: i funerali poi a Palermo

La salma di Laura Papadia è stata restituita dalla Procura della Repubblica ai familiari della donne. Oggi e domani aperta la camera ardente a Spoleto per la 36enne uccisa dal marito, il 26 marzo scorso nella sua abitazione di Rocca dei Perugini, in via Portafuga potrà essere trasferita nella sua terra a Palermo

Laura Papadia, camera ardente a Spoleto e funerali a Palermo

Laura Papadia, la seconda vittima di femminicidio in Umbria del 2025, era stata commemorata con una fiaccolata il 29 marzo a Spoleto (3 giorni dopo essere stata uccisa dal marito). Nella giornata di oggi, la salma della 36enne è stata riconsegnata ai familiari per essere sepolta a Palermo, dopo l’autopsia e gli ulteriori accertamenti medico-legali.

In attesa dei funerali nel capoluogo siciliano, terra d'origine della donna, è stata allestita la camera ardente a Spoleto, città dove aveva vissuto negli ultimi due anni e dove lavorava ed era vicedirettrice del supermercato Tigre di viale Martiri della Resistenza.

Dalle 15,30 di questo pomeriggio (10 aprile) alle ore 11 di domani 11 aprile si potrà rendere omaggio alla giovane donna presso la Casa funeraria Amen in piazza d’Armi 1. La salma, successivamente, verrà trasportata in Sicilia per i funerali, in concomitanza dei quali a Spoleto sarà lutto cittadino. Dopo il rito funebre, la ragazza verrà tumulata nel cimitero di Palermo.

A Palermo, poi, alle domenica 13 aprile ci sarà un raduno di motociclisti da tutta la Sicilia per esprimere vicinanza al padre di Laura Papadia e per l'occasione verranno raccolti fondi a favore del centro antiviolenza della cittadina.

Cos'è emerso dall'autopsia?

Per l’omicidio della 36enne si trova in carcere il marito, reo confesso, Gianluca Romita. Dall'autopsia sulla salma di Laura Papadia emergerebbe che la vittima non era incinta.

L'ipotesi che avrebbe scatenato il femminicidio, secondo gli inquirenti, era dovuta al fatto che la donna avesse detto all’ex marito di esserlo, scatenando la sua reazione (ma gli investigatori non escludano la strada della premeditazione). 

Da chiarire ancora alcuni aspetti come i tanti soldi nascosti in casa, l’idea (con una richiesta poi ritirata) di prendersi delle ferie e l’idea di licenziarsi dal lavoro.

L'interrogatorio dell'ex marito che aveva tentato il suicidio

Nicola Gianluca Romita che aveva confessato il delitto è in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato, quando è stato fermato dalla Polizia, aveva minacciato di togliersi la vita gettandosi nel vuoto dal Ponte delle Torri. 

L'uomo, di recente, ha chiesto di essere interrogato nuovamente, dopo l'udienza di convalida svolta nel carcere di Spoleto. Nel corso dell’interrogatorio l'uomo avrebbe confessato: "Le ho messo le mani al collo e lei è caduta - ha confessato - poi ho usato la mantellina per strangolarla".

I litigi derivavano dal desiderio di maternità della donna e dal rifiuto dell’uomo, già padre due volte mentre dai racconti di amici e parenti era emerso anche che l’uomo era geloso, possessivo e con una forte propensione a controllare la vita della moglie. L’uomo, nel primo interrogatorio davanti al giudice ha chiesto perdono ai familiari di Laura ma anche di non ricordare perfettamente quanto avvenuto quella sera.

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Emanuele Landi
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