06 Nov, 2025 - 15:30

Farmacisti in piazza a Perugia: sciopero e corteo dei camici bianchi per “salario e dignità”

Farmacisti in piazza a Perugia: sciopero e corteo dei camici bianchi per “salario e dignità”

Hanno lasciato i banconi di lavoro delle farmacie per riempire piazza Italia di voci, striscioni e fischietti. Centinaia di farmacisti provenienti da tutta l’Umbria hanno partecipato oggi alla mobilitazione indetta da Filcams, Fisascat e Uiltucs per chiedere il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto lo scorso 31 agosto. Un’adesione massiccia, segno di una protesta non rituale ma profondamente sentita, che ha trasformato la piazza davanti alla sede della Giunta regionale in un’arena gremita di camici bianchi.

Il presidio, nato come sit-in, si è presto trasformato in un corteo spontaneo per corso Vannucci e via Baglioni. Bandiere, fumogeni, cartelli e slogan hanno scandito la richiesta dei lavoratori: “contratto”, “rispetto”, “giustizia”. In uno dei cartelli campeggiava la frase che più di ogni altra riassume lo spirito della giornata: “Sempre più responsabilità, mansioni e doveri: un adeguamento dignitoso del nostro contratto è il minimo che ci aspetta”.

Alta adesione e messaggio diretto: i farmacisti chiedono un contratto che riconosca il valore della professione

Secondo le organizzazioni sindacali, oltre trecento lavoratori umbri - su circa un migliaio occupati nelle farmacie private della regione - hanno preso parte al presidio. Un dato che racconta da solo la portata della protesta, nata dopo la rottura del tavolo negoziale con Federfarma.

I segretari territoriali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno tenuto brevi comizi davanti ai palazzi della Regione, spiegando le ragioni dello sciopero e sottolineando la necessità di un cambio di passo: “Federfarma continua a non riconoscere la necessità di adeguamenti retributivi e soluzioni normative coerenti con l’aumento del costo della vita e con il valore professionale dei farmacisti”.

La proposta economica avanzata dalla controparte – pari ad appena 180 euro lordi di aumento complessivo – è stata definita dai sindacati “vergognosa e umiliante”. “È del tutto insufficiente poiché non adegua i salari all’inflazione e non riconosce il valore reale della professione, né il ruolo centrale che le farmacie private svolgono nel sistema sanitario nazionale”, hanno affermato i rappresentanti sindacali.

“Non solo dispensatori di farmaci, ma presidio sanitario e sociale”

Dietro le bandiere sindacali, si è levato un messaggio che va oltre la dimensione salariale: “I farmacisti esigono rispetto e riconoscimento concreti del proprio ruolo – spiegano Filcams, Fisascat e Uiltucsche va ben oltre la semplice dispensazione dei farmaci. Le farmacie private rappresentano un presidio sanitario e sociale fondamentale per il Paese, e la professionalità di chi vi lavora costituisce il primo punto di riferimento per milioni di cittadini in tema di salute, assistenza e prossimità sanitaria”.

Una categoria che, sottolineano i sindacati, si trova a svolgere mansioni sempre più complesse, con responsabilità crescenti, turni festivi, formazione continua e stipendi che raramente superano 1.500 euro al mese. “Questo non è più accettabile”, aggiungono le sigle.

Nonostante la frammentazione del lavoro, i farmacisti spesso operano isolati, senza una rete di collegamento diretto, la manifestazione di oggi mostra un livello di unità inedito. “I lavoratori delle farmacie hanno dimostrato la loro capacità di organizzarsi e la loro volontà di far rispettare la propria dignità”, sottolineano i sindacati.

Le richieste dei sindacati e l’appello a Federfarma

Filcams, Fisascat e Uiltucs ribadiscono di aver “sempre cercato un confronto costruttivo, avanzando proposte concrete e sostenibili”. Le richieste principali sono adeguamenti salariali equi, una migliore conciliazione tra tempi di vita e lavoro, il pieno riconoscimento della professionalità anche in relazione alla “farmacia dei servizi” e percorsi formativi che valorizzino le competenze.

L’appello a Federfarma è esplicito: “Torni al tavolo di trattativa e favorisca una rapida conclusione del negoziato, dimostrando di voler realmente tutelare farmaciste e farmacisti, collaboratrici e collaboratori delle farmacie private”.

Il percorso di mobilitazione, avviato il 20 ottobre con il coordinamento nazionale dei delegati e proseguito con un’assemblea unitaria che ha coinvolto circa 4.000 farmacisti, continuerà nei prossimi giorni con ulteriori iniziative di protesta. “Il messaggio che inviamo a Federfarma è ben chiaro - concludono i sindacati - e ci auguriamo che venga recepito. Altrimenti, la mobilitazione andrà avanti”.

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Federico Zacaglioni
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