Una volta era un punto di riferimento per turisti, atleti e visitatori diretti allo Stadio Pietro Barbetti. Oggi l’ex Hotel Sporting di Gubbio, chiuso da anni e lasciato in completo abbandono, è una struttura fantasma, immersa nelle erbacce e ormai preda di ladri, vandali e persino incendi. La posizione, strategica ma esposta, lo ha reso un bersaglio facile e ricorrente.
Il paradosso è evidente: di fronte a uno stadio attivo e frequentato, si erge un edificio vuoto e ferito, che molti cittadini descrivono come “una ferita aperta nel tessuto urbano”.
Le cronache locali degli ultimi due anni raccontano un lento collasso.
Marzo 2024 – Numerose segnalazioni di vandalismi: finestre divelte, porte forzate, arredi distrutti.
Ottobre 2024 – Ricompaiono evidenze di intrusioni ladresche. La struttura viene definita “senza controllo, costantemente violata”.
Settembre 25–26, 2024 – Incendio in un’ala dell’hotel: fortunatamente nessun ferito, ma il rogo evidenzia l’accessibilità incontrollata dell’immobile.
Gennaio 2025 – Nuove tracce di effrazione e furti di materiali interni.
Ottobre 2025 – Cittadini denunciano l’ennesimo tentativo di asporto di oggetti e componenti strutturali; in particolare, viene segnalato perfino il tentativo di rubare un frigorifero industriale.
“Non è più un ex albergo: è diventato un campo aperto a chiunque,” ha commentato un residente della zona.
L'edificio è posizionato in una zona altamente visibile eppure mal protetta. Di fronte c’è lo Stadio Barbetti, accanto ampi parcheggi, e tutt’intorno terreni invasi dalla vegetazione che agevolano l’accesso non autorizzato. Nessuna recinzione efficace, nessuna sorveglianza.
Nel 2024 e 2025 alcune piattaforme immobiliari hanno inserito all’asta una struttura alberghiera di 52 camere nell’area di Gubbio, dotata di sala convegni, ristorante e garage. Caratteristiche che coincidono con l’ex Sporting. Non è però chiaro se l’iter sia in fase avanzata o in stallo.
Al momento non esiste un piano ufficiale pubblico di riutilizzo reso noto ai cittadini.
Accessi non controllati → chiunque può entrare.
Pericolo strutturale → rischio crolli in caso di ulteriori atti vandalici.
Possibile rifugio per attività illecite.
Nuovi roghi possibili in un’area con vegetazione spontanea.
Effetto “zona grigia” sul quartiere.
Data la posizione strategica di fronte allo stadio, l’edificio potrebbe diventare un Campus per sportivi, un centro congressi con foresteria o un ostello per eventi legati al Gubbio Calcio e al turismo sportivo.
L’hotel potrebbe rinascere come parte di un polo turistico integrato legato a percorsi naturalistici, esperienze medievali, festival ed eventi. Uno spazio modulare per ospitare artisti, studenti, pellegrini, viaggiatori del cammino francescano.
Attraverso un accordo pubblico-privato, la struttura potrebbe essere trasformata in un Hotel Energeticamente Digitale, con tecnologie smart, gestione sostenibile e spazi polifunzionali (coworking, sale eventi, area fitness).
“Il vero spreco non è solo l’edificio vuoto, ma l’assenza di visione,” afferma un esperto di sviluppo urbano.
Serve un doppio intervento:
Fase 1 – messa in sicurezza immediata: recinzioni, videosorveglianza, vigilanza notturna.
Fase 2 – attivazione di un tavolo tecnico Comune-Regione-Investitori privati.
Fase 3 – presentazione di un progetto partecipato con impatto turistico, sportivo o formativo.
L’ex Hotel Sporting non è solo un edificio abbandonato: è il simbolo di una occasione sospesa. Continuare a ignorarlo significa rischiare nuovi episodi pericolosi e perdere un’opportunità economica e sociale per l’intera città.
Risorgerà come luogo di accoglienza, centro sportivo, hub culturale o campus digitale? Dipenderà da chi saprà prendersene cura oggi.
Perché c’è un momento in cui un rudere non è più solo un peso: è una possibile rinascita in attesa di uno sguardo serio e di un progetto coraggioso.