Garantire cure mediche gratuite a chi ha subito violenza. È questo l'obiettivo dell'odg approvato all'unanimità dalla IV Commissione consiliare del Comune di Perugia, su proposta del consigliere Cesare Carini (Pensa Perugia), che chiede alla Regione Umbria di introdurre un sistema di esenzione dal ticket sanitario per le donne vittime di violenza di genere, i loro figli minori e gli orfani di femminicidio. Il provvedimento, che ha ottenuto il sostegno trasversale dei gruppi consiliari, mira ad assicurare l'accesso gratuito a prestazioni sanitarie e farmacologiche per chi si trova in una condizione di vulnerabilità legata alla violenza subita.
La misura punta a rimuovere uno degli ostacoli più frequenti nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza: l'accesso ai servizi sanitari e farmacologici, spesso gravato da costi difficili da sostenere per chi si trova in una condizione di fragilità economica. "Si tratta di un'iniziativa concreta che consentirebbe di migliorare il sistema di tutela delle vittime oggi esistente", ha dichiarato Carini, sottolineando come la proposta si inserisca in una strategia più ampia messa in campo dall'amministrazione sul tema della violenza di genere.
L'intervento si colloca in un contesto regionale già impegnato nel rafforzamento della rete antiviolenza. Lo scorso maggio la Regione Umbria ha annunciato un piano da 1,8 milioni di euro per il contrasto alla violenza di genere, che prevede investimenti in accoglienza, case rifugio, percorsi di autonomia economica e iniziative rivolte anche agli autori di violenza. Le risorse regionali vanno ad aggiungersi ai fondi statali già destinati al territorio umbro, dimostrando la volontà istituzionale di agire su più fronti: prevenzione, protezione e riabilitazione.
Secondo i dati ISTAT, il fenomeno della violenza sulle donne in Umbria mostra segnali di allarme: le chiamate al numero verde 1522 sono in aumento, così come le segnalazioni dirette da parte delle vittime. Attualmente nella regione operano una decina di Centri antiviolenza, sei case rifugio e due case di semi-autonomia. A queste si affiancano strutture per l'accoglienza e la responsabilizzazione degli autori di abusi, i cosiddetti Centri Cuav. L'esenzione del ticket proposta a Perugia si inserisce quindi in una strategia più ampia, che riconosce il diritto alla salute come leva fondamentale per la libertà e l'autonomia delle donne.
Il piano regionale guidato dall'assessora alle Pari opportunità Simona Meloni mira non solo a rafforzare i servizi esistenti ma anche a introdurre nuove azioni di prevenzione, formazione e reinserimento sociale. Tra le misure previste, figurano 799mila euro per potenziare centri antiviolenza e case rifugio, 250mila euro per l'attuazione dei programmi nazionali antiviolenza e 328mila euro per la realizzazione di nuovi immobili destinati a strutture protette.
Ampio spazio è riservato anche all'autonomia economica delle donne: 50mila euro saranno destinati all'orientamento e alla formazione professionale, 200mila euro ai percorsi di empowerment, mentre 61mila euro finanzieranno i Centri Cuav per il recupero degli uomini autori di violenza. Un approccio integrato, che guarda al contrasto del fenomeno in tutte le sue forme e implicazioni sociali.
Nel corso della seduta, l'avvocata Maurita Lombardi, in rappresentanza dell'associazione Liberamente Donna, ha evidenziato l'importanza di strumenti come quello proposto, che possono consolidare percorsi già avviati. L'assessora alle politiche sociali Costanza Spera ha espresso il pieno sostegno della giunta, annunciando l'intenzione di collaborare con la Regione non solo per promuovere l'esenzione, ma anche per garantire un supporto economico più ampio.
"Tutto ciò che può sgravare le vittime da costi e spese va sostenuto con forza", ha dichiarato Spera, ricordando anche il recente protocollo d'intesa siglato con l'INPS e finalizzato a rafforzare le tutele per le donne impegnate in percorsi di uscita dalla violenza. Anche il consigliere Federico De Salvo (Anima Perugia) ha sottolineato il valore politico dell'atto, parlando di una visione condivisa da maggioranza e amministrazione che punta a scardinare ogni forma di sottomissione, anche economica.