I cinghiali tornano a far paura a Perugia. Nel quartiere di Prepo, con particolare concentrazione nella fascia compresa tra Borghetto e Toppo Fontanelle, la presenza costante e sempre più numerosa di branchi di ungulati ha trasformato un fenomeno, fino a pochi mesi fa sporadico, in una vera e propria emergenza di ordine pubblico. Residenti esasperati, famiglie costrette a limitare le uscite serali, bambini accompagnati a scuola con apprensione: ciò che un tempo era un incontro occasionale con la fauna selvatica oggi si configura come una quotidiana “convivenza forzata”.
A documentare il crescente disagio della popolazione è anche Il Messaggero dell’Umbria, sebbene le segnalazioni arrivino ormai da mesi direttamente dai cittadini. Abitanti che raccontano di aver osservato gli ungulati muoversi con sempre maggiore disinvoltura tra strade, giardini e aree pubbliche, fino a spingersi in prossimità delle abitazioni.
A Prepo, il disagio è ormai palpabile, percepibile tanto nelle strade quanto nelle chat di vicinato. I residenti raccontano di aver rivisto profondamente le proprie abitudini quotidiane: c’è chi ha rinunciato alle passeggiate serali, chi evita i parchi persino nelle ore diurne e chi ha sospeso l’attività sportiva all’aperto per il timore di imbattersi nei branchi.
Una residente racconta di non portare più le nipotine al parco per paura di imbattersi negli animali. Una sportiva della zona ha abbandonato le sue camminate all’alba dopo aver più volte avvistato cinghiali nei pressi dei percorsi pedonali. Un giovane studente ha riferito di essere stato costretto a tornare indietro di corsa in motorino dopo aver incontrato un gruppo di ungulati lungo la strada di casa.
Se da un lato alcuni abitanti cercano di stemperare la paura ricordando che finora non si sono registrati episodi di aggressione, dall’altro la crescente frequenza degli avvistamenti a pochi metri dalle abitazioni - unitamente ai danni provocati in giardini, orti e spazi pubblici - ha contribuito a radicare un sentimento sempre più forte di insicurezza ed esasperazione.
Alle preoccupazioni si sommano i danni materiali. Aiuole divelte, recinzioni piegate, prati completamente rivoltati: numerose abitazioni hanno registrato incursioni ripetute nelle ore notturne. Gli animali, riferiscono i residenti, "non hanno mai aggredito nessuno, ma la paura resta", anche perché i cinghiali appaiono ormai poco intimoriti dai fari delle auto o dai normali rumori del quartiere. La loro sola presenza, sottolineano gli abitanti, rappresenta un elemento di rischio soprattutto per anziani, bambini e lavoratori che rientrano a casa dopo il tramonto.
La vicenda è approdata ufficialmente anche in Consiglio comunale. Il consigliere di Fratelli d’Italia, Riccardo Mencaglia, ha presentato un’interrogazione rivolta all’assessorato all’Ambiente e all’Atc Perugia 1, chiedendo conto dei piani di contenimento predisposti per l’area di Prepo e delle ragioni per cui, a oltre sei mesi dalle prime segnalazioni, hanno impedito l’avvio di interventi risolutivi. Secondo quanto riportato dai residenti, le richieste formali risalgono allo scorso maggio, ma la situazione sul territorio sarebbe rimasta immutata. Da qui la richiesta di Mencaglia di definire un cronoprogramma operativo e di garantire un coordinamento più efficace tra Comune e Atc, al fine di ripristinare condizioni di sicurezza e vivibilità nel quartiere.
Sul tavolo tecnico - e nelle discussioni informali con i cittadini - sono state valutate diverse soluzioni operative per fronteggiare il problema. Tra le misure ritenute percorribili figura l’installazione di gabbie di cattura in punti strategici, accompagnata dall’adozione di sistemi di dissuasione (recinzioni temporanee, barriere sensoriali, illuminazione mirata) per scoraggiare l’ingresso degli ungulati nelle aree residenziali. Parallelamente si prevede il rafforzamento del monitoraggio territoriale attraverso una più stretta collaborazione tra Atc Perugia 1, Polizia locale e uffici comunali, con la definizione di rotte di sorveglianza e protocolli di intervento rapido.
La via del contenimento selettivo - ovvero l’abbattimento mirato - è considerata invece complessa e rischiosa nella zona interessata, per la prossimità delle abitazioni e per ragioni di sicurezza pubblica. Per questo motivo l’Amministrazione sta privilegiando soluzioni non invasive e un approccio coordinato che coniughi tutela della sicurezza e rispetto della fauna. Nel frattempo sono in corso interlocuzioni tecniche per definire tempi, responsabilità e risorse; i residenti chiedono “interventi urgenti, strutturali e non più rinviabili”.