Le elezioni regionali si stanno avvicinando e l'Umbria naviga a vista. Inizialmente previste per il rinnovo della presidenza e dell'Assemblea legislativa, sono sospese in un limbo fatto di cavilli, carte bollate e un governo regionale che, agli occhi di molti, sembra prendersi tutto il tempo del mondo per fissare una data definitiva. Mentre la Liguria ha già messo nero su bianco la data del voto per ottobre (anche perché il presidente della regione, Giovanni Toti, dopo l'arresto e la scarcerazione si è dimesso), qui la situazione si fa ogni giorno più nebulosa. Ma cosa sta succedendo davvero?
L'ipotesi di andare alle urne entro la fine di ottobre è già tramontata. E non per colpa dei cittadini o della politica attiva, ma per via di un blocco burocratico che sembra aver paralizzato ogni decisione. Le procedure tecniche necessarie per organizzare il voto richiedono tempo, e tanto. Sembra assurdo, ma tra scartoffie e passaggi amministrativi, non c’è verso di chiudere tutto in tempo per rispettare la scadenza naturale della legislatura. Chi si aspettava un appuntamento elettorale più ravvicinato rimane deluso.
La domanda che aleggia nell’aria è una sola: quando si vota? Se ottobre è ormai fuori dai giochi, due scenari si aprono all'orizzonte. Il primo porta al 17 novembre, una data che potrebbe vedere l’Umbria allinearsi con l’Emilia Romagna, altra regione pronta per il rinnovo. Un’alternativa più fredda e incerta punta invece all’inizio di dicembre, precisamente all'1 o al 2. Il rischio che l’affluenza possa essere compromessa dalle temperature rigide è palpabile, e si parla di una doppia giornata elettorale – domenica e lunedì – per cercare di facilitare la partecipazione.
Se la burocrazia sembra essere una delle cause principali di questo stallo, è altrettanto vero che la giunta guidata da Donatella Tesei non sta facendo molto per accelerare il processo. Al momento, la presidente della Regione non ha ancora annunciato ufficialmente una data per il voto, lasciando che l’incertezza si trasformi in terreno fertile per le speculazioni. Alcuni, infatti, ipotizzano che ci possa essere una strategia dietro questo ritardo: lasciare più tempo per preparare una campagna elettorale efficace o attendere sviluppi politici nazionali.
Secondo la normativa vigente, la Regione ha 60 giorni dalla fine della legislatura per indire le elezioni. Un periodo di tempo che, sulla carta, dovrebbe servire per garantire un’organizzazione puntuale e precisa del voto, ma che in questo caso sembra trasformarsi in un incubo di attese.
Visto che tanto il tempo c'è, ecco un recap di tutti coloro che si sono candidati alle prossime elezioni regionali. Si preannuncia una sfida interessante e molto combattuta, con sette candidati già in corsa.