19 Mar, 2025 - 21:30

La morte di Andrea Prospero ha riacceso la necessità di un'educazione digitale a scuola

La morte di Andrea Prospero ha riacceso la necessità di un'educazione digitale a scuola

Il caso di Andrea Prospero ha spalancato le porte su un problema sempre più difficile da ignorare: il far west digitale dove adolescenti e giovani adulti si muovono senza bussola.

Piattaforme di messaggistica che diventano piazze virtuali per scambi rischiosi, farmaci che viaggiano nel buio del web, dinamiche sociali che si trasformano in trappole. Non si tratta solo di un'indagine su una tragedia, ma di un segnale d'allarme su un sistema in cui chi dovrebbe proteggere, spesso arriva troppo tardi. Gli strumenti per difendersi esistono, ma senza una cultura della sicurezza digitale, restano inutilizzati. E i ragazzi continuano a muoversi nell'ombra, con i pericoli sempre in agguato.

Gli sviluppi dell'inchiesta sulla morte di Andrea Prospero

Le indagini sulla morte di Andrea Prospero, giovane studente di informatica originario di Lanciano, continuano con un tuffo nei suoi mondi digitali, alla ricerca di tracce che possano spiegare il tragico epilogo. Gli investigatori stanno dissezionando la sua galassia di contatti virtuali, setacciando chat, numeri, username e accessi a piattaforme di messaggistica. Un lavoro certosino che passa attraverso i dispositivi sequestrati nel suo monolocale di via del Prospetto: un computer portatile, cinque telefoni cellulari e una quarantina di SIM, abbastanza per comporre un mosaico di connessioni e identità alternative.

Il focus è sulle chat di Telegram, un labirinto di conversazioni dietro cui si muovono profili multipli, tra cui quello con il nickname "Criss". Il nodo centrale dell'inchiesta è capire chi fossero gli interlocutori e se dietro lo scambio di messaggi si celasse un mercato parallelo di farmaci, potenzialmente utilizzati per il suicidio. Un'indagine che svela le dinamiche oscure di un sottobosco digitale dove tutto è accessibile, ma nulla è davvero visibile a chi non sa dove guardare.

Il confronto con il diciottenne indagato

Il prossimo snodo dell'inchiesta passa dall'interrogatorio di garanzia del diciottenne romano, attualmente ai domiciliari con l'accusa di induzione o aiuto al suicidio. Il faccia a faccia con il giudice è previsto per venerdì, ma il suo avvocato ha già messo le mani avanti parlando di un assistito "molto provato", lasciando aperta la possibilità che si chiuda nel silenzio.

Nei documenti investigativi spunta un'ipotesi inquietante: una registrazione video del gesto estremo. Eppure, finora, nessuna traccia di questo file nel telefono della vittima. Gli inquirenti, però, vanno avanti: questa è solo una tessera di un puzzle molto più grande, un'indagine che potrebbe spalancare le porte su un sottobosco di traffici illeciti di farmaci e sostanze reperibili nelle zone d'ombra del web. Il sospetto è che dietro questo caso si nasconda un sistema ben oliato, un mercato clandestino dove si può ottenere di tutto, senza troppe domande.

Il dibattito sulla sicurezza digitale

Il caso ha sollevato nuovamente preoccupazioni sui pericoli della rete per i più giovani. "La scomparsa di Andrea è un doloroso promemoria dei rischi del mondo digitale", ha dichiarato Marco Gabriele Proietti, presidente della Cyber Security Foundation. L'organizzazione sottolinea la necessità di inserire la sicurezza informatica nei programmi scolastici, affinando la capacità dei ragazzi di riconoscere e fronteggiare minacce online.

"Investire nella formazione significa investire nel futuro del Paese", ha aggiunto Proietti, esortando istituzioni e famiglie a un impegno congiunto per la creazione di un ambiente digitale più sicuro. Il presidente ha inoltre evidenziato come le sfide pericolose, le chat anonime, il cyberbullismo e le reti di sfruttamento siano fenomeni in crescita, con conseguenze devastanti. "L'educazione alla sicurezza informatica deve diventare parte integrante del curriculum scolastico, affinché ragazze e ragazzi possano navigare in rete con consapevolezza e responsabilità".

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Francesca Secci
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