13 Nov, 2025 - 18:00

Eccezionali biancospini monumentali scoperti nella Valle del Fonno: una grande scoperta botanica

Eccezionali biancospini monumentali scoperti nella Valle del Fonno: una grande scoperta botanica

Due esemplari monumentali di Crataegus monogyna emergono tra le faggete dell’Appennino gualdese

 

Una scoperta botanica di rilievo segna il territorio della Valle del Fonno, nella zona dell’Appennino umbro che circonda Gualdo Tadino. Due alberi di biancospino (Crataegus monogyna) dalle dimensioni eccezionali sono stati rinvenuti dai ricercatori gualdesi Piero Salerno e Mara Loreti, durante una recente uscita di monitoraggio fra le faggete della valle.
Il ritrovamento – che riguarda alberi di una specie che normalmente cresce come piccolo arbusto contorto – apre una nuova pagina nella conoscenza naturalistica dell’area eugubina.

Il biancospino: una specie rara in forma monumentale

Il biancospino, appartenente alla categoria botanica delle Rosaceae, è comunemente un arbusto o piccolo albero che può raggiungere 5–10 metri d’altezza nei casi più evoluti. Tuttavia, i due esemplari scoperti nella Valle del Fonno si distinguono per caratteristiche straordinarie: chioma ampia, fusto robusto e un’età stimata superiore alla norma.

“È raro incontrare un Crataegus monogyna nelle dimensioni di un vero albero monumentale” – spiegano Salerno e Loreti – “questi esemplari vanno oltre la semplice presenza floristica: sono testimoni vivi della biodiversità dell’Appennino.”

La specie è nota per i fiori bianchi raggruppati in corimbi primaverili e per i frutti (i “biancospini”) che da secoli sono simbolo di cicli naturali e di rinascita. In molte zone dell’Italia rurale, il biancospino è legato a tradizioni popolari e, in questo particolare contesto, assume un valore identitario profondo: nel territorio del Beato Angelo, la fioritura fuori stagione del biancospino ha da sempre un significato simbolico radicato nella comunità locale.

Un ritrovamento dal grande valore identitario

I due alberi sono collocati all’interno di un contesto protetto: la Valle del Fonno è già designata come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e ospita habitat di grande rilevanza floristica e faunistica.
Il ritrovamento è avvenuto durante un’escursione dedicata a censimenti e monitoraggi ambientali, e subito i ricercatori hanno attivato le procedure per il riconoscimento nazionale degli alberi come “monumentali”, presentando domanda al gruppo ufficiale del "Gruppo Alberi Monumentali” dell’Italia.

Il riconoscimento degli alberi monumentali prevede criteri ben definiti: età, dimensioni, rilevanza culturale o paesaggistica. In questo caso, la rarità delle dimensioni del biancospino e il legame con la storia e la cultura locale rafforzano la candidatura.

Biodiversità e ricerche nel cuore della valle

La scoperta dei biancospini monumentali si inserisce in un anno di intensa attività di ricerca botanica nella valle:

  • Sono state censite tre orchidee protette a livello nazionale (Anacamptis coriophora, Ophrys apifera, Limodorum abortivum).

  • È stato individuato l’unico sito regionale umbro della Hyacinthoides non‑scripta, con soli cinque esemplari.

  • Sui versanti calcarei, è stata segnalata la Primula veris var. eliator, specie officinale di pregio.

  • Nella vicina Valsorda, sono stati rinvenuti Hordeum murinum (orzo selvatico) e Knautia calycina, specie protetta e a rischio secondo la lista IUCN.

  • Sulla cima del Monte Serrasanta è stata censita la rara Ranunculus illyricus, legata ai substrati calcarei.

Tutto ciò conferma la Valle del Fonno come uno dei territori umbri più ricchi di biodiversità e di emergenze botaniche.

Questa biodiversità così ampia e spesso poco conosciuta – affermano dall’Associazione Naturalistica Gualdese (ANG) – richiede non solo studio, ma anche conoscenza pubblica e tutela. Viviamo in un ecosistema fragile, che non può più sostenere opere inquinanti o interventi invasivi.”

Cosa accade ora: tutela e riconoscimento

Dopo il rilevamento, i due biancospini monumentali sono ora oggetto di campagna di misurazioni dettagliate: altezza, circonferenza, età stimata attraverso carotaggi e analisi dendrocronologiche, e rilievo fotografico. Successivamente, si aprirà la procedura formalizzata per il riconoscimento di “albero monumentale dello Stato”.

Nel contempo, l’intera area viene monitorata più intensamente, con segnali di sensibilizzazione per i visitatori, cartellonistica didattica e limiti agli interventi selvicoli nell’intorno immediato degli esemplari.

La specie arborea: caratteristiche e vita del biancospino

Il biancospino (Crataegus monogyna) è diffuso in Europa occidentale, ed è spesso presente nei margini boschivi, nei cespugli delle radure e nei bordi dei campi. Appartiene alla famiglia delle Rosaceae e si riconosce per:

  • fiori bianchi riuniti in corimbi in primavera;

  • frutti rossi o aranciati in autunno;

  • foglie lobate con margine dentato.

Spesso raggiunge 3–5 metri di altezza, ma in condizioni favorevoli può superare i 10 metri e trasformarsi in albero. È una specie pioniere, resistente, capace di colonizzare terreni poveri, contribuendo all’evoluzione del bosco. Offre fioriture e frutti utili per la fauna e rappresenta anche un elemento importante nel paesaggio agricolo tradizionale.

Nel caso degli esemplari della Valle del Fonno, la loro altezza, circonferenza e visibilità dimostrano una durata eccezionale, probabilmente favorita dalle condizioni protette della faggeta.

Valle del Fonno: patrimonio naturale da tutelare

L’area della Valle del Fonno è già riconosciuta come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) nell’ambito della rete Natura 2000. Il rilevamento degli alberi monumentali aggiunge un ulteriore valore alla zona, rafforzando la necessità di programmazione e tutela.

Il prossimo passo sarà sviluppare attività di educazione ambientale, con scuole, associazioni e cittadini, affinché la conoscenza si traduca in consapevolezza. L’ANG e l’Associazione Educare alla Vita Buona sono già attive nel proporre incontri, escursioni guidate e laboratori, per favorire un rapporto diretto con la natura.

“Conoscere la biodiversità è oggi essenziale – ribadiscono dall’ANG – “perché solo valorizzandola possiamo proteggerla davvero.”

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Mario Farneti
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