Le campane di Spoleto rischiano di restare mute sul set di Don Matteo. A pochi giorni dall’arrivo della troupe in Umbria, un fulmine a ciel sereno si è abbattuto sulla produzione: Raoul Bova, nuovo volto del celebre prete-detective, è al centro di uno scandalo mediatico che potrebbe far saltare le riprese previste nella regione. Tutto nasce dalla diffusione di chat private tra l’attore romano e la modella 23enne Martina Ceretti, divulgate dall’ex “re dei paparazzi” Fabrizio Corona. La vicenda ha innescato un terremoto che intreccia gossip e indagini, alimentando voci clamorose sul futuro di Bova nei panni di Don Massimo.
Tutto è esploso a fine luglio, quando Corona ha pubblicato audio e messaggi scambiati fra Raoul Bova e Martina Ceretti, insinuando una relazione segreta dell’attore (legato ufficialmente all’attrice Rocío Muñoz Morales). Dalle conversazioni emergevano toni affettuosi che hanno scandalizzato i fan e ferito la compagna di Bova, al punto da spingerla – per tramite legale – a smentire che la loro relazione fosse già finita. La situazione è degenerata ulteriormente l’11 luglio, quando un misterioso interlocutore ha tentato di ricattare Bova.
In cambio del silenzio, il mittente chiedeva un “regalo”, lasciando intendere di poter consegnare tutto a Corona per una puntata di Falsissimo. Raoul Bova ha reagito denunciando immediatamente l’accaduto alla Polizia Postale e affidandosi all’avvocata Annamaria Bernardini de Pace (sua ex suocera) per tutelarsi.
Nel frattempo Fabrizio Corona, che ha diffuso pubblicamente quelle conversazioni, è finito sotto indagine per diffamazione e illecita diffusione di dati personali a seguito di querela presentata dall’attore.
L’onda lunga dello scandalo ha investito in pieno l’immagine di Raoul Bova. Sui social i commenti sarcastici e i meme si sono moltiplicati, mettendo in discussione la figura “immacolata” del nuovo Don Matteo televisivo. Il fatto che ad essere coinvolto sia proprio l’interprete di un prete – simbolo di rettitudine nella fiction – ha reso il caso ancora più chiacchierato. Mentre gli inquirenti scavano in quello che potrebbe rivelarsi un sistema di estorsioni ben più ampio ai danni di volti noti, la vita privata di Bova è diventata oggetto di dibattito pubblico.
Tra le mura di Viale Mazzini (sede Rai) è calato un silenzio carico di tensione: secondo indiscrezioni, negli ultimi giorni sguardi tesi e colloqui a porte chiuse avrebbero accompagnato la riflessione sul futuro di Bova nella serie. Il timore? Che la bufera mediatica possa contaminare la popolarità della fiction e allontanare una parte di pubblico.
Nel pieno della tempesta mediatica, alcune testate hanno lanciato una notizia shock: “Raoul Bova rischia di perdere pure il suo ruolo in Don Matteo”. L’indiscrezione, riportata inizialmente dal settimanale DiPiùTv e rilanciata da Nuovo Tv, ha fatto rapidamente il giro del web e dei quotidiani. Secondo queste voci, in casa Rai si sarebbe aperta una seria valutazione sull’opportunità di confermare Bova come protagonista, alla luce dello scandalo che lo ha travolto. Addirittura si ipotizzava un colpo di scena nella trama: il ritorno di Terence Hill, storico volto di Don Matteo, come soluzione d’emergenza per “salvare” la serie.
Fortunatamente, nel giro di poche ore sono arrivati i primi segnali rassicuranti. Mentre il chiacchiericcio impazzava, Fanpage.it ha rivelato di aver appreso da fonti accreditate che in Rai e in Lux Vide non c'è stato alcuno scossone lavorativo per Bova dopo il caso Ceretti. In altre parole, la vita privata dell’attore non ha posto nessun tema in sede di produzione: Don Massimo non si tocca, e la 15ª stagione della fiction è confermata in arrivo come da programma.
Poco dopo è giunta una presa di posizione netta da parte di Rai e Lux Vide. Ambienti interni a viale Mazzini hanno categoricamente smentito di aver messo in discussione la posizione di Bova, e la casa di produzione ha fatto sapere che le riprese della nuova stagione proseguiranno regolarmente. In realtà, fanno sapere dalla produzione, la lavorazione aveva appena osservato la consueta pausa estiva di due settimane ad agosto, ma tutto è pronto per la ripartenza a inizio settembre come pianificato.
Da parte sua, Raoul Bova ha mantenuto un basso profilo pubblico in questi giorni tumultuosi. Nessuna dichiarazione ufficiale sul suo ruolo nella serie è stata rilasciata dall’attore, che sembra concentrato soprattutto nel difendere la propria reputazione nelle sedi opportune. Sul fronte professionale, Bova si è presentato regolarmente sul set sin dall’inizio delle riprese estive e – dopo la pausa di Ferragosto – è pronto a tornare in Umbria per completare il lavoro iniziato.
In tutto questo trambusto, a trattenere il fiato era soprattutto l’Umbria, da anni casa adottiva di Don Matteo. La città di Spoleto – divenuta set fisso della fiction dalla 9ª stagione – si stava preparando ad accogliere la troupe per ben otto settimane di riprese nei prossimi mesi. Proprio in questi giorni la giunta comunale aveva deliberato il patrocinio e il supporto logistico alle nuove riprese, pianificate in due tranche: una prima fase di quattro settimane a metà settembre, seguita da un ritorno della produzione a novembre per girare ulteriori episodi. Uno stop improvviso avrebbe gelato l’entusiasmo che si respira in città, dove Don Matteo non è solo una fiction ma un volano culturale ed economico. “Don Matteo rimane la principale operazione di promozione turistica della città di Spoleto”, ha sottolineato Tommaso Barbanera, presidente di Confcommercio Spoleto.
Del resto, il legame tra Spoleto e Don Matteo è diventato un modello virtuoso di valorizzazione territoriale. È la settima stagione consecutiva che la cittadina umbra si trasforma nel set delle avventure del prete-investigatore, consolidando un sodalizio proficuo tra il Comune e la Lux Vide. “La fiction, anno dopo anno, continua ad avere un seguito incredibile, che si lega sempre più alla bellezza della nostra città. Per Spoleto è senza dubbio un ritorno d’immagine importante”, ha dichiarato il sindaco Andrea Sisti, confermando la reciproca soddisfazione per una collaborazione che porta benefici a entrambe le parti. Ogni angolo di Spoleto – dalla maestosa Piazza Duomo al Teatro Caio Melisso – è ormai riconoscibile dai fan, e l’Umbria intera gode della vetrina internazionale offerta dalla serie, apprezzata anche all’estero.