13 Apr, 2025 - 15:43

Domenica delle Palme, Monsignor Boccardo ha celebrato la messa nel carcere di Spoleto

Domenica delle Palme, Monsignor Boccardo ha celebrato la messa nel carcere di Spoleto

L'arcivescovo Monsignor Renato Boccardo, ha celebrato questa mattina nel carcere di Spoleto, la messa della Domenica delle Palme, accolto dalla direttrice Bernardina Di Mario e dal comandante della polizia penitenziaria Luca Bontempo. "Nella passione di Gesù -ha detto l'arcivescovo nell'omelia come riportato dall'Ansa- intervengono tanti personaggi che entrano in relazione con il condannato.

Possiamo riconoscerci in essi: ognuno di noi, infatti, porta dentro sentimenti contrastanti e ha atteggiamenti di compassione e poi attitudini di violenza e cattiveria nei confronti di chi ci sta vicino. In questa casa, mi piace in modo particolare fissare l'attenzione sul buon ladrone, che era un malfattore. Condividendo la stessa pena di Gesù, che era innocente, si rende conto del male commesso e gli dice: 'Ricordati di me'". "Certo, portiamo il peso degli errori fatti -ha detto ancora monsignor Boccardo-, ma Gesù riaccende in noi la speranza ed essere con lui vuol dire avere la vita piena. Questo non ripaga il debito che ciascuno di noi si è assunto nei confronti della società, ma allo stesso Gesù ci dice: guarda avanti, il bene è ancora possibile, oggi sarai con me".

Pontificale in Duomo

La celebrazione di domenica 13 aprile, ha avuto inizio in Piazza Duomo con la benedizione come da tradizione dei ramoscelli di ulivo. Tanti come sempre, i fedeli presenti, così come tanti erano i bambini della catechesi. Presente inoltre, anche il vice sindaco della Città Danilo Chiodetti. Col Presule hanno concelebrato i sacerdoti della Pievania di S. Ponziano e la liturgia è stata animata dalla corale pievaniale. 

La Domenica delle Palme 

La Domenica delle Palme è una festa della tradizione Cristiana. Segna ovviamente l'inizio della Settimana Santa e ricorda l'ultimo ingresso di Gesù a Gerusalemme prima della sua morte.

Il racconto dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme è presente in tutti e quattro i Vangeli, ma con alcune varianti: quelli di Matteo e Marco raccontano che la gente sventolava rami di alberi, o fronde prese dai campi, Luca non ne fa menzione mentre solo Giovanni parla di palme (Mt 21,1-9; Mc 11,1-10; Lc 19,30-38; Gv 12,12-16).

L’episodio rimanda alla celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la “festa delle Capanne”, in occasione della quale i fedeli arrivavano in massa in pellegrinaggio a Gerusalemme e salivano al tempio in processione. Ciascuno portava in mano e sventolava il lulav, un piccolo mazzetto composto dai rami di tre alberi, la palma, simbolo della fede, il mirto, simbolo della preghiera che s’innalza verso il cielo, e il salice, la cui forma delle foglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli, in silenzio di fronte a Dio, legati insieme con un filo d’erba (Lv. 23,40). Spesso attaccato al centro c’era anche una specie di cedro, l’etrog (il buon frutto che Israele unito rappresentava per il mondo).

Il cammino era ritmato dalle invocazioni di salvezza (Osanna, in ebraico Hoshana) in quella che col tempo divenuta una celebrazione corale della liberazione dall’Egitto: dopo il passaggio del mar Rosso, il popolo per quarant’anni era vissuto sotto delle tende, nelle capanne; secondo la tradizione, il Messia atteso si sarebbe manifestato proprio durante questa festa.

La Domenica delle Palme è celebrata dai cattolici, dagli ortodossi e dai protestanti, e cade durante la Quaresima, che termina il Giovedì Santo, primo giorno del cosiddetto “Triduo Pasquale”.

Questa festa non cade sempre nello stesso giorno perché è legata direttamente alla Pasqua, la cui data cambia ogni anno. La festa è mobile e viene fissata in base alla prima luna piena successiva all’equinozio di primavera del 21 marzo. La data della Pasqua per i cattolici oscilla quindi tra il 22 marzo e il 25 aprile. Se, per esempio, la luna piena si verifica un sabato 21 marzo, la Pasqua cade il 22 marzo, ovvero la domenica immediatamente successiva all’equinozio.

Per gli ortodossi la data oscilla tra il 4 aprile e l’8 maggio perché utilizzano il calendario giuliano e non quello gregoriano come i protestanti e i cattolici.

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Emanuele Giacometti
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