Il futuro del distretto della moda a Gubbio passa dalla capacità di costruire una visione industriale condivisa, fondata su innovazione, qualità del lavoro e integrazione tra impresa, scuola e territorio. È questo il messaggio forte emerso dal convegno organizzato dal Partito Democratico lo scorso 1° dicembre all’HUB Hotel, dal titolo “Distretto della moda a Gubbio: quale politica industriale per lo sviluppo del nostro territorio?”.
L’iniziativa, molto partecipata, ha rappresentato un momento di confronto concreto tra istituzioni, imprese, mondo della formazione e sindacato su uno dei settori oggi più dinamici della realtà eugubina: quello del tessile-moda. A moderare l’incontro è stato il segretario del PD Gubbio Michele Sarli, che ha sottolineato come il dibattito nasca “dalla volontà di costruire politiche industriali reali e non soltanto annunci”.

Ad aprire i lavori è stata la relazione di Elena Tomarelli, delegata locale PD a sviluppo, lavoro e ambiente, che ha tracciato un quadro chiaro del settore a livello nazionale e regionale. Un comparto attraversato da una fase complessa, ma anche ricco di opportunità legate a transizione digitale, sostenibilità e riconversione produttiva.
Tomarelli ha evidenziato come strumenti quali la ZES – Zona Economica Speciale e gli incentivi dedicati al tessile possano rappresentare una leva importante per rafforzare la filiera locale. “Occorre una strategia territoriale integrata – ha spiegato – capace di mettere in rete impresa, formazione, istituzioni e qualità del lavoro”, trasformando il distretto in un modello di sviluppo sostenibile.
Il cuore dell’incontro è stato rappresentato dalle testimonianze delle realtà produttive che stanno contribuendo alla trasformazione di Gubbio in polo dell’alta moda. Al dibattito hanno preso parte Alta Manifattura Saldi, Brunello Cucinelli e Ti STYLE iT, aziende che hanno raccontato i loro percorsi di crescita, gli investimenti in innovazione e la centralità delle competenze artigianali locali.
Dalle parole degli imprenditori è emersa una visione comune: la competitività del distretto passa dalla qualità del prodotto, dall’alta formazione delle maestranze e da una collaborazione stabile con il territorio. “Il valore aggiunto è dato dalle persone, non solo dalle macchine”, è stato uno dei concetti ricorrenti nel corso degli interventi.
Un ruolo centrale è stato attribuito al sistema scolastico, con l’intervento di David Nadery, dirigente dell’IIS “Cassata Gattapone”. Nadery ha illustrato il recente investimento sul nuovo laboratorio di confezioni, modellistica e modellistica 3D, realizzato in stretta sinergia con le imprese del territorio.
Un’infrastruttura formativa che consente agli studenti di acquisire competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro. “La scuola – ha sottolineato – non può limitarsi a trasmettere conoscenze teoriche, ma deve essere un ponte reale verso l’occupazione”.

Sul fronte istituzionale è intervenuto il sindaco Vittorio Fiorucci, che ha rimarcato il valore strategico degli investimenti di aziende come Cucinelli e Prada per l’occupazione locale. “Il distretto della moda non è soltanto un’opportunità economica – ha affermato – ma un motore di sviluppo che può trattenere i giovani sul territorio e creare nuova occupazione qualificata”.
A livello regionale, il capogruppo PD in Assemblea legislativa Cristian Betti ha ribadito l’impegno per una politica industriale capace di sostenere nuove filiere produttive, rafforzando l’innovazione e la qualità del lavoro. “Servono strumenti stabili e una visione di medio-lungo periodo”, ha sottolineato.
A portare una visione di respiro nazionale è stato Cesare Damiano, già Ministro del Lavoro e oggi presidente dell’Osservatorio Nazionale Welfare & Salute. Il suo intervento ha richiamato l’urgenza di conciliare sviluppo industriale, diritti e sicurezza.
“Non esiste crescita vera senza qualità del lavoro – ha detto – e la filiera moda, come tutte le industrie strategiche del Made in Italy, ha bisogno di politiche industriali moderne e stabili”.
Non meno significativo l’intervento di Euro Angeli, rappresentante CGIL del settore moda, che ha posto l’attenzione sulla necessità di investire in formazione continua, sicurezza sul lavoro e contrattazione di filiera. Un tema che resta centrale in un comparto spesso caratterizzato da frammentazione produttiva e subfornitura.
In chiusura, il Partito Democratico ha ringraziato tutti gli speaker e i numerosi partecipanti, rilanciando l’idea di trasformare Gubbio in un laboratorio avanzato del Made in Italy, capace di coniugare crescita economica, coesione sociale e innovazione.

Il messaggio finale è stato chiaro: il distretto della moda non deve crescere solo nei numeri, ma anche nella qualità delle relazioni, nella visione strategica e nella tenuta sociale. Un percorso che il PD intende portare avanti attraverso i propri gruppi di lavoro, aperti alla partecipazione dei cittadini.
“Lo sviluppo si costruisce insieme – è stato il filo conduttore dell’incontro – mettendo al centro persone, lavoro e futuro”. Un segnale forte che indica come, anche a livello locale, la politica industriale torni ad essere tema centrale per disegnare la Gubbio dei prossimi anni.