19 Oct, 2025 - 17:00

Disabilità, la Carta di Solfagnano un anno dopo: l’Umbria raddoppia i fondi e allarga la riforma a Terni

Disabilità, la Carta di Solfagnano un anno dopo: l’Umbria raddoppia i fondi e allarga la riforma a Terni

A dodici mesi dalla sottoscrizione della Carta di Solfagnano da parte dei Paesi del G7, l’Umbria rivendica un avanzamento concreto sulle politiche per la disabilità. Nel meeting di Solfagnano, promosso dal Ministero per la Disabilità con la ministra Alessandra Locatelli, la presidente regionale Stefania Proietti ha messo sul tavolo numeri, scelte amministrative e una regia istituzionale che punta a trasformare gli impegni internazionali in servizi, diritti esigibili e opportunità di autonomia. L’obiettivo dichiarato è quello di un welfare che non si limiti a rispettare le norme, ma che riorienti le politiche pubbliche mettendo al centro il “progetto di vita” della persona.

Dalla dichiarazione ai cantieri delle politiche: cosa è successo in dodici mesi

"Abbiamo scelto di fare dell’inclusione un pilastro dell’azione di governo", ha ricordato Stefania Proietti, rivendicando di aver "voluto mantenere personalmente la delega alla disabilità esplicitandola come un percorso di promozione e attuazione dei diritti delle persone più fragili che stiamo portando avanti con spirito di squadra, senza risparmiare energie, né professionali né umane. Si tratta di costruire le condizioni perché ogni persona possa vivere la propria piena cittadinanza, con dignità e libertà".

Da qui la scelta di coniugare riorganizzazione della spesa, governance e sperimentazione normativa. "Abbiamo raddoppiato le risorse dedicate alla disabilità", ha spiegato, "grazie a una riprogrammazione dei fondi europei e a un incremento del bilancio regionale. Sono stati finanziati tutti i progetti di vita indipendente, abbiamo rafforzato l’assistenza educativa scolastica e integrativa e consolidato una rete di governance che coinvolge direttamente tutti gli attori coinvolti, dai Comuni, alle Zone sociali e fino ai cittadini".

La decisione politica più simbolica riguarda l’estensione territoriale della riforma nazionale: se il perimetro individuato dal Governo prevedeva inizialmente la sola provincia di Perugia, la Regione ha deciso di allargare la sperimentazione anche a Terni, "in nome di un principio di equità che deve valere per tutti gli umbri e che garantisca pari accesso ai servizi e pari dignità di diritti in ogni parte del territorio". Una scelta che, letta in chiave politica, evita disallineamenti tra territori e riduce il rischio di “diritti a geometria variabile”, pur richiedendo maggiore coordinamento tra Zone sociali e una capacità amministrativa diffusa.

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Il progetto di vita come asse della riforma e la regia multilivello

La presidente ha insistito sulla centralità dell’approccio personalizzato: non solo prestazioni e adempimenti, ma percorsi cuciti attorno a bisogni, desideri e possibilità delle persone. In questo solco si inserisce un lavoro di rete che coinvolge associazioni e federazioni del Terzo settore, il Garante regionale per la disabilità e l’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, presieduto dalla vicepresidente dell’Assemblea legislativa Bianca Maria Tagliaferri. L’architettura è pensata per garantire consultazione permanente e co-progettazione, riducendo gli attriti tra livelli istituzionali e puntando a una misurabilità degli esiti, dal rafforzamento dell’autonomia personale all’accesso al lavoro, fino all’inclusione scolastica.

Proietti ha sintetizzato così la visione di fondo: "Abbiamo scelto di non limitare la nostra azione all’attuazione amministrativa delle norme", ha aggiunto, "ma di promuovere un modello inclusivo che metta davvero al centro la persona e la sua unicità. L’Umbria vuole essere un laboratorio di buone pratiche, dove i principi della Carta di Solfagnano non restino sulla carta ma diventino esperienza quotidiana nei territori, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nella vita delle comunità".

E ancora: "Il progetto di vita rappresenta il cuore di un welfare moderno, capace di restituire autonomia e valore a ogni individuo. In questo percorso l’Umbria c’è, con la determinazione di chi crede che l’inclusione non sia solo un obiettivo, ma il modo più autentico di costruire il futuro. L’attuazione dei principi della Carta di Solfagnano è la bussola che guida le nostre politiche e la direzione verso cui continueremo a camminare, insieme".

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Giorgia Sdei
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