In Umbria fa discutere il dimensionamento scolastico. La situazione tra Regione e Governo nazionale è già molto tesa dopo la terza diffida arrivata dal Mur. Da una parte l'assessore regionale alla Scuola, Fabio Barcaioli che sugli accorpamenti non intende fare passi indietro e in attesa che si pronuncino Tar e Consiglio di Stato, ha annunciato che chiederà il commissariamento delle deleghe. Dall'altra il ministro Valditara che vuole accelerare sui tempi e rendere operativi gli accorpamenti prima del pronunciamento delle corti. Nel mezzo, si infiamma lo scontro fra maggioranza e opposizione che chiede chiarezza sui nuovi tagli. Sulla questione è intervenuto anche il consigliere Nilo Arcudi, capogruppo in Regione di Umbria Civica che, rende noto, presenterà in Giunta un'interrogazione urgente
La Regione, spiega Arcudi, aveva approvato settimane fa il dimensionamento scolastico per il 2026/2027, con la Dgr 1048/2025, al termine di un percorso condiviso con i Comuni e le scuole stesse. Eppure all'orizzonte si profilebbero ulteriori accorpamenti in contraddizione con la stessa delibera. Una scelta definita "incomprensibile e inaccettabile [..] che introduce ulteriori tagli e accorpamenti in totale difformità rispetto alle decisioni assunte e senza alcun confronto preventivo" chiedendo che l'atto venga ritirato dalla Giunta.
Arcudi cita "il caso clamoroso di Gubbio: prima approvano la proposta del territorio poi la smentiscono" che sostiene, "sarebbe emblematico del caos generato dal metodo Barcaioli" e di "una decisione assunta senza confronto, senza istruttoria chiara e in contraddizione con quanto la stessa Regione aveva approvato poche settimane prima. Il risultato? Smarrimento, proteste, incertezza per famiglie, insegnanti e studenti. Una gestione che rischia di minare la credibilità dell'intero sistema" sottolinea.
Arcudi porta ad esempio la Toscana che "difende le scuole" mentre "l'Umbria le riduce. La Regione Toscana - spiega - per due anni consecutivi, ha scelto di non procedere al dimensionamento, ritenendo prioritario salvaguardare autonomie scolastiche, dirigenti, docenti e personale Ata. Una scelta di responsabilità - la definisce - per tutelare i territori, l'offerta formativa e perfino l'economia locale. L'Umbria invece - con l'atto portato dall'assessore Barcaioli - imbocca la strada opposta: taglia, accorpa, centralizza. E lo fa senza ascoltare nessuno".
Il consigliere punta il dito contro una decisione dove sarebbe mancato il confronto con i territori e chiede alla Giunta di "ritirare immediatamente l'atto del 28 novembre e riaprire il confronto con Comuni, scuole e parti sociali". Tornando nuovamente sul caso di Gubbio, sostiene, "dimostra che questo provvedimento non è solo sbagliato nel merito, ma anche pericoloso nel metodo: crea confusione, penalizza i territori e mette a rischio la continuità educativa. La scuola - conclude -non si governa con decisioni calate dall'alto: serve ascolto, trasparenza e rispetto per le comunità educative".
Le proteste arrivano anche da Terni dove con il dimensionamento è previsto l'accorpamento scolastico tra la De Filis e la Don Milani. "Il Comune di Terni non è d'accordo - così l'assessora comunale alla Scuola Viviana Altamura in una nota - perché ritiene che i numeri sono appena al di sotto delle 500 unità, quindi comunque non era il caso di unire forzatamente due plessi così grandi e complicati, visto che la Don Milani ha di suo 9 articolazioni".
Altamura spiega che Terni "aveva già sacrificato un'unità lo scorso anno" sostenendo che il nuovo accorpamento, sarebbe dovuto ricadere in provincia di Perugia "che ha ancora tantissime direzioni didattiche all'attivo. Si poteva fare una scelta diversa, la decisione è regionale. Noi non siamo d'accordo, non l'approviamo".
L'assessora comunale nel provvedimento regionale vede una penalizzazione del Ternano di cui si poteva fare a meno. "Non è detto che la scelta della soppressione dovesse essere per forza due su Perugia e una su Terni - ha aggiunto -. La legge non impone nessuna proporzione tra le due province, quindi avendo il Comune di Perugia molte più direzioni didattiche, addirittura più della città metropolitana di Bologna, era forse più giusto guardare su Perugia e fare dei tagli lì, essendo le scuole di Terni poche e avendo già dato l'anno scorso in provincia di Terni con l'Istituto di Orvieto accorpato".