Paura e tensione nel tardo pomeriggio di ieri a Deruta, dove una rapina improvvisa all’interno di un supermercato ha spezzato la normalità di una serata qualunque, trasformandola in pochi interminabili minuti di terrore. Erano circa le 19.15 quando due uomini, con il volto coperto, hanno fatto irruzione nell’esercizio commerciale, dando il via a un’azione fulminea ma estremamente violenta sul piano psicologico.
Secondo quanto ricostruito, i due malviventi, una volta varcata la soglia del supermercato, hanno esploso diversi colpi in aria utilizzando una pistola scacciacani. Un gesto sufficiente a generare il panico tra clienti e personale, convinti di trovarsi di fronte ad armi vere. Urla, paura, persone immobilizzate dallo shock: la scena si è consumata in pochi istanti, ma con un impatto emotivo fortissimo.
I rapinatori si sono diretti rapidamente verso le casse posizionate nei pressi dell’uscita, agendo con decisione e apparente freddezza. Nel giro di pochissimi minuti hanno svuotato i registratori di cassa, impossessandosi del denaro contante disponibile, per poi darsi alla fuga, facendo perdere le proprie tracce prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Nessun cliente è stato derubato direttamente e, fortunatamente, non si registrano feriti.
Scattato l’allarme, sul posto sono intervenuti in tempi rapidi i Carabinieri della Compagnia di Todi, che hanno immediatamente avviato le indagini. I militari hanno ascoltato i testimoni, ancora visibilmente scossi, e hanno acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza, ritenute centrali per ricostruire l’intera dinamica della rapina.
Le registrazioni avrebbero confermato quanto raccontato dalle persone presenti: l’ingresso dei due uomini con il volto coperto, l’uso della scacciacani, la rapidità dell’azione e la fuga immediata. Gli investigatori stanno ora lavorando per identificare i responsabili, analizzando frame per frame i filmati, nella speranza di individuare elementi utili come abbigliamento, movenze o eventuali dettagli riconoscibili.
Un punto chiave dell’inchiesta riguarda l’ipotesi che all’esterno del supermercato potessero esserci dei complici, pronti ad attendere i rapinatori a bordo di un’auto. Gli inquirenti stanno cercando di capire se un veicolo sospetto sia stato notato nella zona negli stessi minuti e se possa trattarsi di un’auto rubata, eventualmente abbandonata poco dopo per cancellare le tracce.
L’area circostante è stata passata al setaccio e non si esclude che vengano analizzate anche le telecamere di altri esercizi commerciali e delle strade limitrofe, per ricostruire il percorso di fuga. Il bottino è ancora in fase di quantificazione, ma secondo le prime stime sarebbe limitato, considerando la presenza di una somma contenuta di contanti nelle casse.
Dal punto di vista giuridico, episodi come quello avvenuto a Deruta rientrano nel reato di rapina, disciplinato dall’articolo 628 del Codice Penale. La norma stabilisce che commette rapina chi, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, usa violenza o minaccia per impossessarsi della cosa mobile altrui. Anche l’utilizzo di una scacciacani rientra pienamente nella fattispecie, poiché ciò che conta è l’effetto intimidatorio prodotto sulle vittime, non la reale capacità offensiva dell’arma.
La rapina semplice è punita con la reclusione da 5 a 10 anni e con una multa che può arrivare fino a 3.000 euro. Nel caso di Deruta, potrebbero configurarsi diverse aggravanti. La legge prevede un inasprimento delle pene se la rapina è commessa da più persone riunite, se avviene con l’uso di armi (vere o apparenti), o se viene realizzata in luoghi aperti al pubblico, come un supermercato.
In presenza di una o più aggravanti, la pena può arrivare fino a 20 anni di reclusione, con multe significativamente più elevate. Se poi emergesse l’esistenza di complici esterni, come un palo o un autista, anche questi risponderebbero penalmente a titolo di concorso nel reato.
Un ulteriore aspetto riguarda gli spari esplosi, seppur con una scacciacani. Qualora venisse accertato il pericolo concreto per l’incolumità delle persone o il turbamento dell’ordine pubblico, potrebbero aggiungersi ulteriori contestazioni. La giurisprudenza è chiara: la paura generata nelle vittime è elemento sufficiente per configurare la violenza richiesta dal reato di rapina.