Amanda Knox continua a far parlare di se e del delitto di Perugia. La nativa di Seattle, infatti, attraverso un post su Instagram, lancia un nuovo messaggio: è stato riprodotto per Halloween nel "piccolo santuario per i morti" creato nel soggiorno della Knox e tra le foto dei morti c'è anche quella di Meredith Kercher, sorridente, accanto ad alcune candele. La studentessa britannica venne uccisa in un villetta di Perugia dove alloggiava insieme a Knox che venne arrestata, condannata e poi definitivamente assolta per quel delitto al quale si è sempre proclamata estranea.

Come con la maglia del processo rispoleverata in una foto sui social, Amanda Knox torna a "provocare" sui social a proposito del delitto di Meredith Kercher. "Halloween - ha scritto Amanda Knox su Instagram - "è quando gli americani lasciano uscire la morte dalla soffitta, ma solo per una notte, e solo al guinzaglio. Quest'anno ho provato qualcosa di diverso. Ho costruito un piccolo santuario per i morti nel mio soggiorno e ho rivisto i cinque ricordi del buddismo. Quella che è iniziata come una meditazione sulla mortalità è diventata una riflessione sul cambiamento, sulla maternità e su cosa significa vivere veramente".
Amanda Knox ha, poi, voluto dire di più su X: "Abbiamo acceso delle candele per mia nonna, morta il 3 ottobre, anniversario della mia prima assoluzione. A vent'anni, ho imparato un sacco di cose sulla morte tutte in una volta. La mia compagna di stanza Meredith è stata assassinata e, da un giorno all'altro, il mondo è diventato un film dell'orrore che non riuscivo a smettere di guardare. Sono stata arrestata, accusata, imprigionata, diffamata. Sono stata strappata via da tutti coloro che amavo, e anche la persona che ero, spensierata, fiduciosa, ottimista, se n'è andata. La morte non era più un'astrazione. Era tutto intorno a me. Non mi sfuggì quanto facilmente il destino di Meredith avrebbe potuto toccarmi se fossi stato io a casa da solo quella notte. Anche la prigione è una sorta di morte. La morte della libertà e dell'autodeterminazione".
Amanda Knox si era già presa la scena nei mesi scorsi, in quanto produttrice esecutiva di una serie televisiva che porta il suo nome e il suo punto di vista. The Twisted Tale of Amanda Knox arrivata su Disney+ il 20 agosto. Una produzione che non si limita a rievocare il caso Meredith Kercher, ma lo ricostruisce secondo la prospettiva di chi per anni è stata – a torto o a ragione – al centro della scena.
Il progetto, firmato da KJ Steinberg (This Is Us), punta sulla potenza emotiva e mediatica della storia. Grace Van Patten interpreta Knox, affiancata da Sharon Horgan, John Hoogenakker, Francesco Acquaroli, Giuseppe De Domenico (nei panni di Raffaele Sollecito) e Roberta Mattei.
La narrazione parte dalla notte del 1° novembre 2007 e attraversa i processi, la detenzione, l’assoluzione. Lo fa attraverso simboli (come il film Il favoloso mondo di Amélie, che Knox dichiara di aver visto mentre avveniva l’omicidio) e interpretazioni che puntano a ricostruire il vissuto psicologico di Amanda Knox. Ma proprio questa centralità rischia di marginalizzare la vera vittima della storia: Meredith Kercher, di cui si parla sempre meno man mano che la serie avanza.
Meredith Kercher, studentessa britannica di 21 anni, venne uccisa a Perugia la notte dell’1 novembre 2007, nell'abitazione che lei condivideva in via della Pergola con altre studentesse.
Nel processo di primo grado a Perugia (2009) Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede erano stati condannati rispettivamente a 26, 25 e 16 anni di reclusione. Guede aveva scelto il rito abbreviato: la Corte d’Assise di Perugia lo condannò a 30 anni e la Cassazione nel dicembre 2010 confermò la pena definitiva a 16 anni.
Diverso il percorso giudiziario degli altri due imputati: Amanda Knox, coinquilina di Kercher, e l'allora fidanzato Raffaele Sollecito, furono assolti in appello nell’ottobre 2011. Nel marzo 2015 la Corte di Cassazione ribadì che i due "non hanno commesso il fatto" e li prosciolse definitivamente dalle accuse di omicidio. Resta soltanto una condanna residua a carico di Knox: tre anni (pena ridotta) per calunnia verso Patrick Lumumba, l’uomo ingiustamente accusato nel primo periodo delle indagini. Anche questa sentenza è poi caduta in prescrizione, chiudendo il capitolo giudiziario per la sua posizione.