È stata pubblicata ieri la classifica relativa all'indice climatico redatta da Il Sole 24 Ore. Un'indagine che ha preso in esame oltre un decennio di dati e che, numeri alla mano, ha messo in evidenza una situazione molto critica nel ternano. Su 107 capoluoghi di provincia Terni occupa la penultima posizione; molto meglio fa invece Perugia che si trova alla 22esima.
Tra caldo estremo (Terni è la peggior città italiana in assoluto) e ondate di calore, nella conca ternana il rischio per la salute pubblica è alto e dalla Regione fanno sapere che si sta già correndo ai ripari. A tracciare lo stato dell'arte è l'assessore regionale all'Ambiente Thomas De Luca.
L'influenza del clima sul benessere dei cittadini non possono essere sottovalutati. Sul fronte, De Luca fa sapere che in Umbria si sta lavorando per mettere in piedi un impianto legislativo con lo scopo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico. La nostra, sottolinea, è "l'unica regione italiana insieme alle Marche tra i 164 progetti presentati ad avere ottenuto il finanziamento per il progetto "Umbria Region Adaptation to Climate Change" (URACC) in partenariato con 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell'Umbria: un primo contributo di 210 mila euro dall'Unione Europea attraverso il bando "Pathways2Resilience (P2R)" destinato a supportare le Regioni europee nello sviluppo dei propri Piani di adattamento ai cambiamenti climatici".
"Questo - specifica De Luca - dopo aver visto la Regione Umbria essere la prima regione in Europa ad inserire nel proprio Statuto un articolo dedicato, l'11-ter, alla crisi climatica e la Presidente assegnare una specifica delega alle politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici".
In ballo ci sono anche i finanziamenti per implementare il monitoraggio delle zone climatiche. Si tratta di ulteriori "700mila euro per il progetto RIMU Clima, parte del PR FESR 2021-2027, per il potenziamento dei presidi territoriali per un monitoraggio più efficace finalizzato a migliorare la nostra capacità di prevenire e gestire i rischi naturali legati ad eventi estremi. Risorse che i vari servizi, dalla Protezione Civile a quelli dell'agricoltura utilizzeranno per attività specifiche volte a migliorare la rete meteorologica e prevenire i rischi".
De Luca in questo senso punta a rendere operativo il Programma Strategico Territoriale (PST) che in realtà è stato varato dieci anni fa ma non ha ancora visto la luce. Uno strumento "istituito dalla legge regionale 21 gennaio 2015 e mai approvato dopo 10 anni, come lo strumento con cui declinare in ogni aspetto della vita della nostra regione l'adattamento ai cambiamenti climatici individuando le azioni necessarie alla mitigazione del rischio territoriale ed ambientale, al risanamento delle singole componenti dell'ecosistema ed alla valorizzazione delle specificità".
L'indagine de Il Sole 24 Ore ha mostrato come Terni, complice anche la particolare morfologia del territorio, sia un'area esposta a un rischio altissimo derivante dai cambiamenti climatici. La città dell'acciaio dove la popolazione di anziani soli è in costate crescita, nelle ultime estati è diventata letteralmente invivibile. Il caldo eccessivo unito alla mancanza di ventilazione rappresentano l'innesco di un'emergenza la cui gestione si prospetta complessa.
"Stiamo facendo i conti con variabili come notti tropicali, escursione termica, intensità pluviometrica, circolazione dell'aria, riduzione della disponibilità idrica e con il significativo impatto sulla nostra regione a livello economico, sociale ed ambientale" ha puntualizzato l'assessore regionale.
L'impegno è massimo. "Ogni euro speso dalla Regione Umbria dovrà essere messo a sistema per garantire che le nostre comunità siano pronte ad affrontare i sempre più visibili e tangibili effetti della crisi climatica. La Conca ternana è l'hotspot climatico più importante della regione e come tale deve essere affrontato sin da subito potenziando i presidi sociali e sanitari per affrontare le ondate di calore" conclude De Luca.