L’Assemblea generale della Cgil di Terni lancia un grido d’allarme per la crisi economica, sociale e demografica della provincia e dell’intera Umbria, descritta come una realtà in profonda difficoltà. L’organizzazione sindacale chiede con urgenza più lavoro stabile, una nuova politica industriale, investimenti in welfare e sanità pubblica, e annuncia la piena adesione allo sciopero generale del 12 dicembre a Perugia. Nella stessa riunione, la Cgil ha assunto una dura posizione a sostegno della vertenza dei lavoratori di Coop-Superconti contro il piano industriale di Unicoop Etruria, che prevede 180 esuberi nelle sedi di Vignale e Castiglione del Lago e la dismissione di 24 punti vendita (10 solo in Umbria, 4 nel Ternano), promettendo mobilitazioni a partire dallo sciopero del 18 dicembre.
I dati presentati nel documento conclusivo dell’assemblea dipingono il quadro di un territorio in forte affanno. L’Umbria, e in particolare la provincia di Terni, è schiacciata da un indice di invecchiamento del 290%, tra i più alti d’Italia, accompagnato da un progressivo spopolamento. Il mercato del lavoro è definito “fragile”, segnato da precarietà, bassi salari e retribuzioni inferiori alla media nazionale. Una crisi che non risparmia il commercio e il terziario, con chiusure di attività nel centro cittadino di Terni, e che investe in modo strutturale settori storici come il sidero-meccanico, il chimico e l’agroalimentare.
“Esprimiamo forte preoccupazione per la situazione economica, sociale e demografica”, si legge nel documento, che sottolinea come anche 23.000 pensionati nella provincia percepiscano meno di 1.000 euro al mese, un reddito insufficiente per una vita dignitosa. La Legge di Bilancio, secondo la Cgil, non offre risposte concrete a questi problemi, fallendo nel sostenere sviluppo, welfare e lavoro di qualità.
Di fronte a questo scenario, l’assemblea guidata dal segretario generale Claudio Cipolla, con i contributi della segretaria generale dell’Umbria Maria Rita Paggio e le conclusioni del segretario nazionale Christian Ferrari, ha definito una piattaforma di priorità chiare e nette.
Al primo posto c’è la necessità di “rimettere al centro il lavoro”, attraverso rinnovi contrattuali, aumenti salariali e la lotta alla precarietà. Si chiede una riforma fiscale “equa e progressiva” per tutelare il potere d’acquisto e “una nuova politica industriale capace di sostenere e innovare i settori produttivi territoriali”. Altri punti cardine sono misure concrete contro lo spopolamento, investendo in servizi, sanità, istruzione e trasporti, e la costruzione di “un welfare forte, considerato un investimento strategico per la coesione sociale”. In chiusura, una presa di posizione netta: “Dire no all’economia di guerra: le risorse devono essere destinate a lavoro, sviluppo, ambiente e diritti”.
La Cgil ternana guarda con attenzione critica alla recente inclusione dell’Umbria nella Zona Economica Speciale (ZES), vista come un’opportunità da non sprecare, al netto delle responsabilità attribuite alla precedente giunta regionale. Si chiede alla nuova Giunta regionale di presentare istanza per una revisione della mappa, includendo tutti i Comuni della provincia nell’area che dà accesso al credito d’imposta maggiorato.
Parallelamente alla fotografia generale della crisi, l’assemblea ha dedicato un ordine del giorno specifico alla drammatica vertenza in corso nel settore della grande distribuzione. Il piano industriale presentato da Unicoop Etruria, nata dalla fusione di Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia, viene bollato come “una clamorosa mistificazione della realtà”.
“La fusione […] che non avrebbe dovuto produrre esuberi, se non attraverso soluzioni condivise […] si è rivelata una clamorosa mistificazione”, si legge nell’O.d.G. approvato. Il piano, illustrato nell’incontro del 1° dicembre, prevede 180 esuberi tra le sedi di Vignale e Castiglione del Lago – dove operano anche i dipendenti di Superconti di Terni – e la dismissione di 24 punti vendita in tutta l’area, con circa 340 dipendenti coinvolti. Solo in Umbria si parla di 10 negozi a rischio, di cui 4 del marchio Superconti nella provincia di Terni.
Per la Cgil, si tratta di un progetto che “scarica ancora una volta sui lavoratori e sulle lavoratrici le scelte sbagliate del passato” e che compromette realtà radicate nel territorio. L’impegno è totale: “Sarà nostro determinato impegno sostenere e partecipare ad ogni iniziativa che le categorie metteranno in campo”, a partire dallo sciopero nazionale del 18 dicembre 2025.
L’assemblea ha quindi ribadito la piena adesione allo sciopero generale del 12 dicembre, invitando alla massima partecipazione alla manifestazione regionale di Perugia, e ha confermato la volontà di proseguire le iniziative territoriali a sostegno della propria piattaforma. Due mobilitazioni che si intrecciano, unendo la protesta per le sorti del territorio a quella per la difesa concreta dei posti di lavoro, in una provincia che, secondo il sindacato, non può più aspettare.