23 Sep, 2025 - 16:30

Crisi automotive in Umbria, oltre 700 lavoratori in cassa integrazione: la Regione prepara una task force

Crisi automotive in Umbria, oltre 700 lavoratori in cassa integrazione: la Regione prepara una task force

Il settore automotive umbro accelera nella direzione sbagliata: salgono da quattro a sette le aziende che hanno aperto procedure di cassa integrazione straordinaria e il numero dei lavoratori coinvolti è arrivato a quota 768, con un balzo di 376 unità rispetto ad aprile. È l’allarme lanciato dal Tavolo regionale dell’automotive, riunitosi nel pomeriggio del 22 settembre 2025 alla presenza dell’assessore regionale Francesco De Rebotti, del dirigente Adriano Bei e di Simone Campani di Sviluppo Lavoro Italia.

Un dato che fotografa una crisi in peggioramento e che potrebbe aggravarsi ulteriormente nelle prossime settimane. Da qui la scelta della Regione di rafforzare gli strumenti già attivi - dal bando Gol ai progetti di formazione continua - e di valutare la possibilità di reintrodurre misure straordinarie come la cassa in deroga. Nel frattempo, l’assessorato ha annunciato la nascita di una Task force dedicata alla gestione delle crisi industriali, con l’obiettivo di coordinare risorse, azioni e strumenti.

Le richieste dei sindacati: servono investimenti, formazione e una transizione giusta

I rappresentanti di Cisl Umbria, Fim Umbria e Femca Umbria hanno accolto positivamente la riunione, sottolineando l’importanza di un monitoraggio costante. “Il tavolo offre uno spaccato chiaro della situazione regionale, ma è necessario estendere la verifica anche alle piccole e medie imprese dell’indotto, in particolare quelle artigiane, spesso più esposte agli effetti della crisi” hanno osservato i sindacati.

Le sigle hanno chiesto che il tavolo non resti solo un luogo di aggiornamento, ma si trasformi in uno spazio propositivo, capace di individuare nuove risorse e strumenti a tutela dell’occupazione. La parola chiave, secondo Cisl, è formazione: programmi di upskilling e reskilling certificati e condivisi con le parti sociali per creare nuove professionalità in grado di sostenere le trasformazioni in corso.

Dobbiamo essere pronti a promuovere una transizione giusta, che accompagni i cambiamenti produttivi senza lasciare indietro nessuno. Servono ammortizzatori sociali aggiuntivi, modelli di cassa integrazione e mobilità in deroga che possano garantire copertura oltre le misure ordinarie hanno ribadito i rappresentanti sindacali.

La strategia regionale: dalla Zes agli incentivi fiscali per rilanciare il comparto

Tra le leve individuate per affrontare la crisi c’è anche la Zes - Zona Economica Speciale. Per i sindacati, e per lo stesso assessorato, questa misura può rappresentare un’opportunità concreta per stimolare nuovi investimenti e contrastare le difficoltà strutturali che il comparto automotive sta attraversando. Agevolazioni fiscali, semplificazioni normative e strumenti di sostegno finanziario agli investimenti vengono indicati come elementi centrali di una strategia di rilancio.

In quest’ottica, la Task force annunciata da De Rebotti avrà il compito di coordinare le politiche industriali e di intervenire rapidamente nei casi di crisi aziendale, evitando ritardi e frammentazioni nell’azione pubblica. “Il nostro obiettivo è affiancare i lavoratori e le imprese con strumenti adeguati e tempestivi, senza limitarsi a gestire l’emergenza ma guardando a una prospettiva di sviluppo e di transizione” ha dichiarato l’assessore.

Uno sguardo storico: le crisi precedenti del settore in Umbria

Il comparto automotive umbro non è nuovo a tensioni occupazionali. Negli anni Duemila, la chiusura di alcuni stabilimenti di componentistica a Terni e Foligno aveva già messo in difficoltà centinaia di lavoratori, con una riduzione significativa della produzione locale e un aumento delle importazioni di parti estere. Nel 2012-2013, un’altra crisi legata alla contrazione della domanda internazionale aveva portato alla cassa integrazione straordinaria per oltre 500 dipendenti, facendo emergere la fragilità di un tessuto industriale basato soprattutto su piccole e medie imprese.

Le lezioni del passato indicano che la resilienza del settore passa attraverso investimenti mirati in innovazione tecnologica e riqualificazione professionale. Tuttavia, le misure tampone adottate negli anni precedenti, spesso limitate alla sola cassa integrazione, non hanno mai garantito un vero rilancio. La sfida attuale è quindi più complessa: garantire la transizione ecologica e digitale del comparto, proteggendo allo stesso tempo i livelli occupazionali.

Sfida e opportunità per il futuro dell’automotive umbro

Il quadro emerso dalla riunione del Tavolo regionale segna un campanello d’allarme per il comparto automotive umbro, in un contesto in cui la competitività e la capacità di innovare diventano fattori decisivi per la sopravvivenza delle imprese. L’Umbria si trova davanti a un bivio: limitarsi a contenere le emergenze o trasformare la crisi in un’occasione per accelerare la transizione del settore.

La risposta dipenderà dalla capacità delle istituzioni, delle imprese e delle parti sociali di fare fronte comune, trasformando il tavolo di monitoraggio in un vero laboratorio di rilancio industriale, capace di integrare strumenti di sostegno immediato con strategie di lungo periodo.

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Federico Zacaglioni
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