 
   Senza nuove misure, il comparto umbro rischia una caduta verticale con la fine delle risorse del Pnrr, la riduzione dei bonus casa e le difficoltà di accesso al credito
Dopo un triennio di crescita trainato dagli incentivi e dagli appalti pubblici legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il comparto delle costruzioni in Umbria intravede l’ombra di un nuovo rallentamento. L’allarme arriva da Emanuele Bertini, imprenditore e presidente regionale di CNA Costruzioni, che mette in guardia: “Senza politiche sulla rigenerazione urbana e sulla casa, il settore rischia una caduta verticale, come quella vissuta tra il 2008 e il 2020”.
Una preoccupazione che tocca l’intero sistema economico regionale, dove l’edilizia resta una delle principali fonti di occupazione e produzione di Pil. Con la graduale conclusione dei lavori finanziati dal Pnrr e la fine dei bonus edilizi, il rischio è che molte imprese umbre si trovino presto senza ossigeno.
Secondo CNA Costruzioni, gli appalti pubblici a valere sul Pnrr Umbria rappresentano ancora una linfa vitale per il settore, ma “termineranno nel giugno 2026”, avverte Bertini. Restano i lavori legati alla ricostruzione post-sisma e le ultime code dei bonus casa, ma la loro incidenza è ormai ridotta.
“Il problema principale - spiega il presidente - è la mancata stabilizzazione degli incentivi fiscali: anche se il bonus casa al 50% sarà prorogato, la sua natura temporanea impedisce una reale programmazione alle imprese e ai cittadini”. A ciò si aggiungono costi di costruzione e ristrutturazione sempre più elevati e stipendi bassi, che rendono l’acquisto o la riqualificazione di una casa proibitivi per molti umbri.
Altro fronte critico è il credito bancario: “Le banche stanno chiudendo i rubinetti alle micro e piccole imprese. Senza liquidità e accesso ai finanziamenti, molte realtà non riusciranno a reggere l’urto”, denuncia Bertini. Un mix di fattori che, se non governato, rischia di far precipitare l’Umbria in una nuova crisi edilizia, con ricadute sull’occupazione e sull’intera filiera produttiva.
Oltre al tema dei fondi, CNA Umbria punta il dito contro il sistema degli appalti pubblici e la burocrazia che lo circonda. “Il peso delle procedure scoraggia le imprese più piccole, mentre i bandi Consip sono talmente complessi da diventare inaccessibili”, spiega Bertini.
La proposta dell’associazione è chiara: creare una piattaforma digitale unica per la gestione degli appalti in Umbria, evitando duplicazioni e dispersioni di risorse tra enti e Comuni. Un sistema che potrebbe rendere più trasparente e accessibile il mercato dei lavori pubblici, oggi troppo frammentato.
Altro nodo strutturale è quello dei regolamenti comunali e dei SUAP, gli sportelli unici per le attività produttive, che secondo Bertini restano “una giungla burocratica dove imprese e cittadini si perdono”. La soluzione? “Armonizzare i regolamenti e semplificare le procedure a livello regionale”, per permettere alle aziende umbre di competere in modo più efficiente.
Il presidente di CNA Costruzioni Umbria invita infine la Regione Umbria ad accelerare sulla riprogrammazione dei fondi europei 2021-2027, in particolare su Agenda Urbana e Aree Interne, destinandoli a una vera politica di rigenerazione urbana e industriale. “Se gestite rapidamente, queste risorse possono creare nuove opportunità di lavoro e rispondere ai bisogni abitativi delle comunità”, sottolinea.
Bertini chiede un confronto diretto tra Giunta regionale e associazioni di categoria per definire misure concrete su credito, incentivi e riqualificazione urbana. “Altrimenti - conclude il presidente Bertini - il rischio che l’Umbria diventi un’unica area interna del Centro Italia non è solo una previsione pessimistica, ma un orizzonte concreto nel giro di pochi anni”.