Un capitolo di spesa “parzialmente parificato” e la mancanza di un accantonamento da 8,3 milioni di euro. Sono le conseguenze, certificate dai magistrati contabili, delle scelte operate dalla Giunta regionale umbra guidata dalla presidente Stefania Proietti nella gestione del bilancio 2024. Un vulnus che diventa il centro di una durissima offensiva politica dell’opposizione di centrodestra e civici, che chiede a gran voce le dimissioni del governatore. “La presidente Proietti si assuma ora le proprie responsabilità di fronte all’evidenza di una grave incapacità nella gestione dei bilanci”, è l’attacco sferrato dopo il giudizio della Corte dei Conti, che nel contempo assolve l’operato della precedente amministrazione Marini-Tesei. La vicenda, tecnica ma dall’alto impatto politico, riaccende i riflettori sulla tenuta finanziaria della Regione e sull’uso delle risorse pubbliche.

La questione ruota attorno ai fondi necessari a coprire gli oneri per l’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa). Nelle note allegate al rendiconto 2024, il procuratore regionale della Corte dei Conti, Francesco Colosimo, ha rilevato per il periodo gennaio-luglio 2024 “le stesse criticità” già emerse per l’esercizio precedente, legate a una norma poi dichiarata incostituzionale. C’è, però, una differenza sostanziale e politicamente esplosiva. La Corte evidenzia che, a differenza del 2023, nel rendiconto 2024 “non risulta effettuato alcun accantonamento, neanche pro‑quota, per il ripiano del FSR dell’anno considerato”. In parole semplici, la Giunta di Stefania Proietti non ha messo da parte le risorse per far fronte a quell’impegno di spesa.
Un’omissione che ha portato i magistrati contabili a una “parifica parziale” del capitolo, un atto di rilievo che segnala una discrasia tra impegni e coperture finanziarie. Dall’altro lato, la Corte dei Conti ha riconosciuto la condotta opposta e virtuosa della precedente Giunta, guidata da Donatella Tesei (Lega) nel suo ultimo anno di mandato. Per l’esercizio 2023, infatti, l’amministrazione Tesei aveva operato “con senso di responsabilità”, accantonando circa 14 milioni di euro a copertura dei potenziali impegni verso l’Arpa, garantendo così, si legge nelle note, “la solidità del bilancio regionale”.
È su questa divergenza che pianta il coltello l’intera opposizione di centrodestra, unita in una raffica di dichiarazioni firmate dai big dei gruppi consiliari: Enrico Melasecche e Donatella Tesei per la Lega, Eleonora Pace, Matteo Giambartolomei e Paola Agabiti per Fratelli d’Italia, Laura Pernazza e Andrea Romizi per Forza Italia, e Nilo Arcudi per Tp-Uc. Per i consiglieri, il giudizio dei conti “testimonia l’incapacità amministrativa e programmatica della Presidente Proietti”.
L’accusa è precisa: il 24 luglio 2025, la maggioranza di centrosinistra ha approvato il Rendiconto 2024 ignorando gli ammonimenti dell’opposizione sulla necessità di quell’accantonamento da 8,3 milioni. Invece, la Giunta di Stefania Proietti ha scelto di destinare l’intero avanzo di amministrazione a incrementare il “Fondo crediti di dubbia esigibilità” legato al payback dei dispositivi medici. Una mossa che, secondo i firmatari, aveva un obiettivo politico più che di sana finanza pubblica: “Al solo scopo di alimentare la bugia propagandistica del buco nei bilanci della sanità e giustificare le tasse imposte agli umbri”.
Il risultato, citando le parole del procuratore Colosimo, è stato un “cospicuo assorbimento di risorse” in un settore - quello del payback - che non presentava emergenze di bilancio immediate, mentre si creava un buco in un altro capitolo, quello dell’Arpa.
“L'effetto è stato quello di provocare ciò che la stessa Corte dei Conti ha definito un 'cospicuo assorbimento di risorse'”, ribadiscono i consiglieri. Per l’opposizione, è “imbarazzante e fuori luogo” che la presidente Stefania Proietti tenti di scaricare le responsabilità del rendiconto 2024 sulla precedente amministrazione, quando è stata la sua maggioranza “a presentarlo, a votarlo in Aula e soprattutto a non inserire l’accantonamento”.
Nella loro ricostruzione, i consiglieri di centrodestra difendono e portano ad esempio l’operato dell’ex governatrice Tesei, non solo per gli accantonamenti del 2023. Sottolineano come la Giunta di cui facevano parte abbia anche approvato nel 2024 una legge regionale che ha separato in modo netto le risorse destinate alla sanità da quelle per le funzioni ambientali dell’Arpa. Una riforma nata per correggere le criticità di una norma del 1998 e per “garantire piena conformità alle regole di finanza pubblica”.
Questa correzione del quadro normativo, a loro dire, rende ancor più grave la mancata copertura del 2024 da parte della nuova maggioranza, che avrebbe agito in un contesto già chiarito e semplificato. La scelta di non accantonare, quindi, non sarebbe giustificabile neppure con complessità tecniche ereditate. La Corte dei Conti, affermano i consiglieri, “ha messo finalmente ordine e chiarezza su una vicenda che aveva generato confusione e polemiche”, tracciando un solco netto tra la gestione prudente del 2023 e le scelte del 2024.
La palla passa ora alla presidente Stefania Proietti, chiamata a rispondere non solo alle accuse politiche ma anche alle osservazioni tecniche della magistratura contabile. In gioco c’è la credibilità di un bilancio regionale che, secondo l’opposizione, è stato gestito con miopia, privilegiando narrative di comodo alla stabilità finanziaria. Una battaglia che va oltre le cifre e tocca il cuore della responsabilità amministrativa. La replica del presidente, attesa nelle prossime ore, sarà decisiva per chiarire le motivazioni di una scelta che la Corte dei Conti ha già marchiato con un'evidente censura.