Dal 7 al 10 maggio 2026 torna la leggendaria corsa per auto storiche ideata negli anni ’20 da Giovanni Buitoni. Svelata la campagna di comunicazione: un manifesto tra locomotive americane, icone europee e la stazione di Perugia come crocevia del tempo.
La macchina del tempo della Coppa della Perugina è ufficialmente ripartita. È stata infatti lanciata la campagna di comunicazione della 37ª edizione, che si terrà dal 7 al 10 maggio 2026, confermando la manifestazione come uno degli appuntamenti più attesi del motorismo storico italiano.
Organizzata dal Camep Perugia e inserita nel Circuito Tricolore ASI, la Coppa continuerà a celebrare le automobili d’epoca costruite fino al 1965, con un massimo di 100 vetture selezionate, di cui almeno 20 anteriori al 1930. Si tratta di un tributo alla passione per i motori, alla cultura del design e alla memoria di una gara nata per volontà di Giovanni Buitoni, patron della Perugina, che negli anni ’20 volle rendere omaggio al fascino delle corse automobilistiche internazionali.

L’immagine ufficiale dell’edizione 2026 porta la firma di Giampietro Garzi (GarziArt). Il concept si muove tra suggestioni storiche e geografiche diverse, fondendo Europa e Stati Uniti, anni ’30 e anni ’60, acciaio e vela aerodinamica, in uno scenario che vede la città di Perugia al centro del racconto.
Il manifesto raffigura una grande locomotiva a vapore americana che attraversa la stazione Fontivegge di Perugia, avvolta da fumi e luci, mentre due auto leggendarie corrono parallelamente, quasi a sfidare il treno in una corsa impossibile. Le vetture rappresentate sono due simboli della storia dell’automobile:
Garzi racconta che lo scenario si muove su più livelli temporali, unendo «tre epoche differenti e due continenti, in un confronto audace di stile, colore e tecnologia».
La stazione di Fontivegge, inaugurata nel 1866, diventa il punto di incontro tra passato e futuro, un portale simbolico da cui parte la corsa nel tempo.
Nel manifesto compaiono anche due figure stilizzate alla guida delle vetture: si tratta di Enzo Berretta e Piergiorgio Garzi, interpreti ideali dello spirito della Coppa. Le loro sagome non rappresentano semplici piloti, ma custodi della tradizione locale, protagonisti di una sfida simbolica che unisce amicizia, competizione e affetto verso la storia motoristica del territorio.
La Coppa della Perugina nacque negli anni Venti come competizione internazionale su strada, richiamando piloti e vetture dall’Italia e dall’estero. Con il tempo, l’evento si è trasformato in una rievocazione storica di prestigio, capace di riaccendere il rombo dei motori d’epoca tra le strade umbre, tra il verde delle colline e i profili medievali.
Oggi la manifestazione è diventata un weekend esperienziale che unisce turismo culturale, arte del restauro, valorizzazione del territorio e storia del design automobilistico.
L’anteprima del programma 2026 è stata presentata alla Fiera “Auto e Moto d’Epoca” di Bologna (23-26 ottobre), dal presidente del Camep Ugo Amodeo. Allo stand del club è stata esposta una straordinaria Alfa Romeo 6C 2500 SS Cabriolet Pininfarina del 1949, elegante gioiello di design, conosciuta anche per essere stata dono di nozze del Principe Ali Khan all’attrice Rita Hayworth. Una presenza che ha evocato il fascino del cinema e l’epoca d’oro del jet set internazionale.

Ogni edizione della Coppa è un viaggio emotivo nel tempo: tra cappotti di pelle, volanti in legno e rombi d’altri tempi, gli appassionati vivono la sensazione di partecipare a un racconto in movimento.
L’edizione 2026 promette ancora una volta di trasformare strade e paesaggi umbri in una scenografia dinamica dove la memoria e la bellezza viaggiano affiancate.
Con la campagna grafica ufficiale in circolazione e la comunicazione già attiva sui canali social della Coppa del Camep Perugia, l’attesa è appena cominciata. Gli occhi degli appassionati sono puntati sul mese di maggio, quando, tra profumo di benzina e curve panoramiche, la Coppa della Perugina 2026 riaccenderà il suo motore più importante: quello della passione collettiva.
Fino a quel momento, la bandiera a scacchi sventola solo nell’immaginazione. Ma il rombo del tempo è già partito.