21 Nov, 2025 - 22:00

Consiglio comunale di Gubbio, verso il ritorno alle sedute solo in presenza: la Commissione Statuto approva la proposta

Consiglio comunale di Gubbio, verso il ritorno alle sedute solo in presenza: la Commissione Statuto approva la proposta

La questione della partecipazione a distanza dei consiglieri comunali torna al centro del dibattito politico eugubino. Dopo anni di applicazione della formula “mista” — introdotta come misura d’emergenza durante la pandemia da Covid-19 — la Commissione Statuto ha votato una proposta di modifica che riporterebbe le sedute del Consiglio comunale alla modalità esclusivamente in presenza, con una limitata possibilità di collegamento da remoto per le sole commissioni e in casi circoscritti.

Una scelta significativa, che riapre il discorso sulla trasparenza, sulla qualità del confronto democratico e sul ruolo delle istituzioni locali.

La decisione della Commissione Statuto

La proposta di modifica è stata presentata dal consigliere di minoranza Diego Guerrini ed è stata esaminata nella seduta della Commissione Statuto presieduta da Mattia Martinelli, presidente del Consiglio comunale.

Erano presenti 11 membri su 18 e la decisione è arrivata all’unanimità.

La proposta approvata prevede:

  • ripristino delle sedute del Consiglio comunale esclusivamente in presenza,

  • possibilità di ricorrere al collegamento da remoto solo per le commissioni,

  • limite: il collegamento a distanza sarebbe ammesso soltanto quando la commissione discute un unico argomento, possibilmente connotato da urgenza.

Una linea di principio chiara e condivisa: recuperare la normalità istituzionale, mantenendo però una piccola apertura tecnologica per casi eccezionali.

Le ragioni del cambiamento

Durante la pandemia, l’uso degli strumenti di collegamento online era risultato indispensabile per garantire la continuità dell’attività politica. Terminata l’emergenza sanitaria, molte amministrazioni — non solo a Gubbio — hanno mantenuto la possibilità di partecipare da remoto, come forma di supporto ai consiglieri impossibilitati a recarsi fisicamente in aula.

Negli ultimi mesi, però, è cresciuta la convinzione che questa formula possa avere effetti collaterali:

  • minore qualità del confronto,

  • rischio di partecipazioni “distratte”,

  • percezione pubblica di scarsa serietà istituzionale,

  • potenziale squilibrio nel garantire il numero legale e i voti necessari per l’approvazione degli atti.

Da qui l’esigenza di riportare il Consiglio a una piena modalità tradizionale, dove la presenza fisica diventa garanzia di responsabilità politica e di transparenza.

Martinelli: “Un segnale di attenzione verso la credibilità della politica”

Il presidente del Consiglio comunale, Mattia Martinelli, ha sottolineato l’importanza del pronunciamento unanime della Commissione.

«La Commissione ha lavorato nell’ottica di rafforzare la qualità istituzionale del Consiglio — ha spiegato — restituendo la centralità del confronto diretto e della partecipazione responsabile».

La scelta, dunque, non viene letta come una chiusura alla tecnologia, ma come un passo necessario per ristabilire un equilibrio.

Guerrini: “Una proposta per la trasparenza”

L’iniziativa del consigliere Diego Guerrini è stata accolta trasversalmente e con consenso unanime.

Guerrini ha più volte sottolineato la necessità di evitare che il collegamento da remoto diventi un “abuso”, o un modo per partecipare alle sedute da contesti non adeguati all’impegno istituzionale.

«Il Consiglio comunale — ha osservato Guerrini — è un luogo di confronto serio e pubblico. Garantire la presenza significa anche rafforzare la fiducia dei cittadini».

Il tema della percezione pubblica

La scelta della Commissione si inserisce in una riflessione più ampia sulla distanza tra politica e cittadini. Negli ultimi anni, la possibilità di partecipare da remoto ha fatto emergere polemiche, sospetti o semplici incomprensioni, come già accaduto in passato con:

  • sedute oltre la mezzanotte,

  • raddoppio dei gettoni di presenza,

  • permessi lavorativi concessi senza limiti chiari,

  • collegamenti effettuati da luoghi non dichiarati.

Episodi che, pur non configurando irregolarità sostanziali, hanno contribuito a minare la percezione di trasparenza.

La decisione della Commissione prova a dare una risposta: riportare il lavoro politico dentro le mura istituzionali.

La posizione del sindaco Fiorucci

Dal dibattito sono emerse anche alcune perplessità del sindaco Vittorio Fiorucci, il quale ha sempre sostenuto la legittimità di utilizzare gli strumenti telematici in modo equilibrato, anche per garantire la continuità amministrativa in situazioni logistiche complesse.

Ora resta da capire se in aula consiliare — dove la proposta approderà a breve — prevarrà l’indirizzo espresso dalla Commissione o se emergeranno ulteriori valutazioni.

Un passaggio politico che guarda al futuro

La discussione sulla modalità delle sedute non è una questione puramente tecnica. Riguarda il modello di amministrazione, il rapporto tra eletti e cittadini e l’immagine stessa dell’istituzione.

Il ritorno all’aula in presenza può essere interpretato come un gesto di responsabilità, un tentativo di riannodare la fiducia nel valore del dibattito pubblico.

Ciò non esclude che la tecnologia continui a fornire un supporto utile per le commissioni o per casi particolari. Ma il messaggio è chiaro: il luogo naturale della democrazia locale è l’aula consiliare.

Un segnale importante

Nei prossimi giorni, il voto dell’aula dirà se il Consiglio comunale di Gubbio tornerà definitivamente al modello pre-pandemia. Intanto, la decisione unanime della Commissione Statuto rappresenta un segnale importante, orientato a rafforzare la presenza, la partecipazione e la credibilità del lavoro istituzionale.

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Mario Farneti
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