Il Consiglio comunale ha respinto con 7 voti favorevoli e 20 contrari l’ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia e dalla consigliera Margherita Scoccia per il ripristino e la promozione della Culla per la Vita a Perugia. Il documento chiedeva anche una campagna informativa e l’impegno della Regione per nuove installazioni ospedaliere.
Illustrato in aula da Nicola Volpi (FdI), l’odg intendeva riportare in funzione la struttura collocata presso il Centro “Daniele Chianelli”, attualmente inutilizzabile, e rilanciare la conoscenza del servizio tra le donne in gravidanza in difficoltà. La culla per la vita è un presidio che consente di lasciare in sicurezza neonati in modo anonimo, con dispositivi di protezione e allarmi sanitari attivi 24 ore su 24. In Italia ne esistono circa sessanta.
Il testo impegnava l’amministrazione su tre fronti: collaborare per riattivare la culla esistente; promuovere una campagna informativa attraverso farmacie comunali, consultori e sito istituzionale; sollecitare la Regione Umbria a installare culle per la vita in ogni ospedale.
Nel dibattito sono emerse divergenze nette tra maggioranza e opposizione. Laura Tanci (Anima Perugia) ha evidenziato che nella stessa seduta era in discussione anche un atto della maggioranza sul tema, ma con un approccio diverso. Se FdI chiedeva unicamente il ripristino della culla, la maggioranza intendeva affrontare anche il tema del parto in anonimato, previsto dalla legge ma ancora poco noto.
Questo diritto, ha spiegato Tanci, permette di partorire in ospedale senza rivelare la propria identità, evitando scelte drammatiche in solitudine. Tanci ha aggiunto che l’amministrazione sta già investendo su servizi a favore delle donne, come i “Consultori 2.0” e progetti di benessere psicologico. “Non basta occuparsi del dopo – ha detto – se non ci si prende cura del prima”.
Elena Fruganti (FdI) ha contestato la maggioranza, accusandola di ideologizzare un intervento pratico e urgente. “Per noi il diritto alla vita viene prima – ha affermato – e su di esso si basano tutti gli altri diritti”. La consigliera ha ribadito che a Perugia la culla per la vita è inattiva da anni e che l’amministrazione avrebbe potuto semplicemente impegnarsi a farla ripartire.
Per Francesca Pasquino (PD), entrambi gli atti avevano tratti ideologici. La consigliera ha criticato la proposta di FdI per non considerare il principio dell’autodeterminazione femminile, fondamento dello Stato laico. Ha inoltre ricordato che il parto in anonimato è previsto dalla normativa italiana e garantisce protezione sia alla madre che al neonato.
Ha chiesto politiche pubbliche più ampie: rafforzamento dei consultori, contraccezione gratuita, educazione affettiva nelle scuole, sostegno alla genitorialità.
Federico De Salvo (Anima Perugia) ha accusato FdI di aver sollevato un tema sensibile senza inserirlo in un contesto più ampio. La maggioranza, ha affermato, ha saputo conciliare sensibilità cattoliche e laiche, tenendo insieme il diritto alla vita del neonato e la libertà della donna.
Anche Edoardo Gentili e Augusto Peltristo (Forza Italia) hanno espresso rammarico per il mancato accordo, giudicando l’odg un’iniziativa concreta e condivisibile, priva di fini ideologici. Hanno parlato di un’occasione mancata per “scrivere una bella pagina per la città”.
Volpi ha concluso lamentando l’assenza di volontà di convergenza da parte della maggioranza, ricordando che il Movimento per la Vita è stato coinvolto in commissione in quanto parte attiva nell’installazione della culla per la vita a Perugia.
L’odg alternativo della maggioranza è stato infine approvato: promuove il parto in anonimato, potenzia i consultori e prevede il ripristino della culla in un’ottica integrata. Il dibattito ha messo a confronto due visioni: da un lato il diritto alla vita, dall’altro il diritto alla libertà di scelta. Entrambi al centro di una discussione che va ben oltre un semplice dispositivo sanitario.