Orvieto nei giorni scorsi ha ospitato il XXII congresso nazionale dell'Associazione "Luca Coscioni". Si è trattato di un'occasione importante per fare il punto sulla lotte che riguardano la difesa della libertà di autodeterminazione, la libertà di cura e della ricerca scientifica che ha visto gli interventi dei vertici dell'Associazione.
Orvieto e l'Umbria non sono state scelte casuali. La prima è la città dove è nato si è spento, a soli 38 anni, Luca Coscioni mentre nella nostra regione, dopo lunghe battaglie, a Laura Santi è stato consentito di accedere al suicidio assistito. E proprio su una nuova legge sul fine vita si è concentrata la richiesta del senatore umbro del Partito Democratico, Walter Verini.
Verini chiede che il Parlamento approvi "una legge seria sul fine vita" che recepisca le sentenze recenti della Corte costituzionale. Un gesto di umanità che tenga conto della situazione di chi, come accaduto a Laura Santi, non ha possibilità di miglioramento delle proprie condizioni e chiede una morte dignitosa.
Laura Santi, giornalista perugina malata di una forma progressiva e aggressiva di sclerosi multipla, diventata gravemente tetraplegica, si è spenta tra 21 e 22 luglio scorsi tra le mura di casa sua dopo essersi auto iniettata un farmaco letale. È stata la nona persona in Italia ad aver avuto accesso al suicidio assisitito e la prima in Umbria. La sua lotta era iniziata al principio del 2022 quando la sua patologia si era fatta ancora più invalidante. Il via libera era arrivato due anni e mezzo dopo.
"Laura ha compiuto una scelta difficile e dolorosa - ha ricordato Verini - non solo per sé, ma per gli altri, per affermare un principio, un diritto: quello di scegliere, in condizioni estreme, di porre fine alla vita".
Il senatore ha auspicato che il Parlamento "adotti un atteggiamento maturo, di apertura da parte della maggioranza di destra. Che si apra ai contenuti, ai toni, alle argomentazioni serie che le opposizioni unite portano avanti, in prima fila il senatore Pd Bazoli".
Un tema, quello della legge sul fine vita, che dovrebbe superare ogni appartenenza politica. "La mia speranza - ha sottolineato Verini -, la mia proposta è che si debba fissare una 'sessione' di libertà del Parlamento, nella quale i senatori si esprimano senza vincoli di partito e di gruppo. Su temi di tale delicatezza non sono tollerabili bandierine di partito e ricerche di consenso".
Il senatore dem ha rivolto un invito anche alla Regione Umbria affinché adotti una legge regionale. "Mi auguro che l'Assemblea legislativa regionale approvi prima possibile una legge, sulla spinta di quella di iniziativa popolare presentata dall'associazione Coscioni con migliaia di firme di cittadini umbri. Senza una legge nazionale - ha concluso - il perimetro regionale è limitato, ma come hanno fatto la Sardegna e la Toscana, è bene che anche dall'Umbria venga una spinta di umanità e civiltà".
Laura Santi ha lottato per vedersi riconosciuto il proprio diritto all’aiuto medico alla morte volontaria. Al suo fianco ci sono state persone che hanno lottato insieme a lei, a partire dal marito Stefano e dall'Associazione Luca Coscioni a cui ha affidato la sua lettera di commiato.
Nelle sue ultime parole, l'appello a proseguire nelle battaglie per far sì che l'Italia si doti di una legge sul fine vita, nel rispetto dei malati e dei loro bisogni. "Pretendete una buona legge - ha scritto -. Esercitate il vostro spirito critico, fate pressione, organizzatevi e non restate a guardare, ma attivatevi, perché potrebbe un giorno riguardare anche voi o i vostri cari".