Comprare casa a Terni e Perugia è più accessibile rispetto a molte città italiane, ma l’analisi dei dati mostra come il peso economico rimanga significativo. Secondo un’elaborazione di Istat e Scenari Immobiliari, a Perugia servono quasi sei anni di stipendio per acquistare un’abitazione, mentre a Terni il parametro scende a quattro anni. Questi numeri, però, segnano un miglioramento rispetto al 2019, quando erano necessarie tre "buste paga" in più per entrambe le città.
Nella città di Perugia il prezzo medio di un’abitazione in una zona semi-centrale si attesta sui 2.000 euro al metro quadro. Ciò significa che per acquistare un bilocale, un lavoratore dipendente con uno stipendio medio mensile di circa 1.300-1.400 euro dovrebbe accumulare 71,2 mensilità, ovvero quasi sei anni di retribuzioni. La situazione è leggermente più favorevole a Terni, dove il costo medio per metro quadro è di 1.400 euro. Qui per acquistare una casa bastano circa 49,8 mensilità, pari a poco più di quattro anni di stipendio.
Questi dati riflettono un calo dei prezzi degli immobili rispetto a cinque anni fa, quando le mensilità necessarie per acquistare una casa erano più elevate sia a Terni che a Perugia. Se andiamo a vedere nel dettaglio, a Terni servono oggi tre stipendi in meno rispetto al 2019, mentre a Perugia il miglioramento è di 2,7 mensilità. Questo trend è stato favorito da una combinazione di fattori, su tutti l’impatto della pandemia e l’aumento dei tassi d’interesse, che hanno contribuito a ridurre la domanda nel mercato immobiliare.
Se a Perugia e Terni il mercato immobiliare appare relativamente accessibile, la situazione è molto diversa nelle principali città italiane. Sempre più spesso balzano alle cronache situazioni di disagio, polemiche e casi di cronaca dovuti al rincaro delle abitazioni e relativa difficoltà degli italiani nel permettersi una casa dignitosa nelle città più grandi dello Stivale. A Venezia, per esempio, sono necessari 13 anni di stipendio per acquistare una casa, mentre a Milano ne servono quasi 11. Roma, con una retribuzione media annua di circa 24.000 euro, richiede ben 164 mensilità, ossia oltre 13 anni e mezzo di lavoro.
Questi numeri mettono sotto gli occhi di tutti le forti disparità presenti nel mercato immobiliare italiano. Nelle grandi città il peso dei poli universitari, turistici e finanziari ha spinto i prezzi delle case a livelli spesso insostenibili per la maggior parte dei cittadini. In confronto, il mercato immobiliare di Terni e Perugia offre un rapporto più equilibrato tra prezzi delle abitazioni e redditi medi.
Nonostante il miglioramento registrato negli ultimi anni, il mercato immobiliare umbro riflette comunque alcune delle problematiche strutturali che caratterizzano il panorama nazionale. Dal 2019 a oggi i prezzi al metro quadro sono aumentati mediamente del 7,3%, mentre le retribuzioni nazionali sono cresciute solo del 6%. Questo squilibrio, unito all’aumento dei tassi di interesse sui mutui, ha frenato ulteriormente l’accesso alla proprietà immobiliare per molti cittadini.
A Terni e Perugia, però, la combinazione di prezzi più bassi rispetto alla media nazionale e l’assenza di una forte pressione turistica o finanziaria ha contribuito a mantenere il mercato relativamente stabile. Non è tutto. Il calo della domanda registrato dopo il Covid ha fatto sì che ci fossero più opportunità per chi voleva acquistare casa con budget contenuti.
Oltre alla maggiore accessibilità economica, Terni e Perugia offrono una qualità della vita che molti italiani stanno rivalutando. In particolare, la presenza di un patrimonio storico e culturale di rilievo, una buona rete di servizi e una vivibilità più tranquilla rispetto alle metropoli rappresentano un valore aggiunto per chi sceglie di stabilirsi in Umbria.
Acquistare casa a Terni o Perugia, dunque, non è solo una scelta dettata dai costi più bassi rispetto a città come Milano o Roma, ma anche una decisione che tiene conto di un contesto abitativo meno caotico e più a misura d’uomo. Questi elementi stanno rendendo l’Umbria una meta interessante non solo per i residenti locali, ma anche per chi proviene da altre regioni d’Italia.