Il Generale di Brigata Luca Corbellotti, Comandante della Legione Carabinieri “Umbria”, ha accolto con sentita cerimonia il rientro del Luogotenente C.S. Claudio Zeni e dell’Appuntato Scelto Q.S. Rossano Asciutti, reduci da mesi di servizio nel teatro operativo estero di Pristina, Kosovo, nell’ambito del contingente MSU (Multinational Specialized Unit) della missione KFOR. Un momento che va oltre la forma, è il riconoscimento concreto di quanti rischiano ogni giorno per garantire convivenza, stabilità e pace.
La Multinational Specialized Unit (MSU), struttura dei Carabinieri operante sotto l’ombrello di KFOR, è attiva in Kosovo sin dalla fine degli anni Novanta come forza di pace internazionale. Essa ha il compito di garantire la sicurezza pubblica, assistere rifugiati e profughi, facilitare l’insediamento di governi eletti da minoranze e gestire situazioni di crisi, soprattutto nelle zone del Nord Kosovo dove le tensioni etniche restano vive. In particolare, la MSU è chiamata a prevenire disturbi, a mantenere l’ordine pubblico e a promuovere il rispetto delle direttive dell’Alto Rappresentante delle Nazioni Unite.
Nella città di Pristina, i Carabinieri impegnati nella MSU operano in un contesto delicato: dialogo interculturale, presidi di sicurezza e controllo, attività di polizia civile e militare mescolate per rispondere a esigenze che vanno ben oltre la pura componente operativa. L’unità opera con pattuglie continue, sorveglianza costante nei punti critici, interazione con la popolazione civile, monitoraggio del rispetto delle norme internazionali sui diritti umani.
Durante la mattinata odierna nella Legione Carabinieri “Umbria”, il Generale Corbellotti ha rivolto parole di apprezzamento nei confronti del Luogotenente Claudio Zeni, attuale Comandante della Stazione Carabinieri di Perugia Principale, e dell’Appuntato Scelto Rossano Asciutti, effettivo al Reparto Operativo del Comando Provinciale di Terni. Ha sottolineato che il loro servizio "delicato"non è solo adempimento professionale, ma impegno morale, indispensabile per il prestigio dell’Arma e per il tessuto civile che l’Italia rappresenta all’estero.
Il saluto non era mero protocollo: ha inteso ribadire che ogni militare impegnato fuori dai confini nazionali porta con sé responsabilità precise, verso la popolazione locale, verso le istituzioni internazionali, verso i valori della democrazia e del diritto. È anche un segnale per la comunità umbra: la pace è tutelata anche là dove gli scenari sembrano lontani, e l’Umbria contribuisce con i suoi uomini e le sue donne.
L’esperienza in Kosovo - anche grazie alla presenza della MSU - mette in luce la capacità italiana di operare in contesti complessi, dove non bastano le armi, ma servono sensibilità, preparazione, costanza. Per l’Umbria significa che i suoi Carabinieri non sono solo impegnati sul territorio locale, ma partecipano a missioni internazionali che modellano la credibilità del paese nel sistema della sicurezza globale.
Inoltre, la missione contribuisce a formare competenze preziose - gestione crisi, interazione multiculturale, cooperazione internazionale - che poi tornano utili anche nei servizi quotidiani: ordine pubblico, sicurezza urbana, cooperazione interforze. Il riconoscimento del Generale Corbellotti rafforza il senso di appartenenza all’Arma, ma anche l’idea che ogni sacrificio, ogni pericolo, ogni momento lontano da casa ha valore concreto.
Il ritorno in patria del Luogotenente Zeni e dell’App. Sc. Asciutti inaugura una possibile nuova fase: consolidamento delle competenze apprese, riflessione su come l’esperienza estera possa influire sulle strategie locali dell’Arma, potenziamento della formazione interna sulle missioni internazionali.
Può altresì essere occasione per l’Umbria di tornare a interrogarsi sul rapporto tra comunità locali e forze dell’ordine impegnate all’estero, come si comunica, come si raccontano i valori del servizio, come si alimenta fiducia con i cittadini. Il gesto formale di oggi è un rubicondo promemoria: la sicurezza, anche quando si esercita lontano, ricade su tutti.