Collescipoli torna al centro dei fatti di cronaca. Nel piccolo comune, in provincia di Terni, nella notte di venerdì 26 settembre, alcuni ignoti avrebbero sottratto l’ultima canaletta in rame rimasta del lavatoio di via Castello. La denuncia è arrivata dall'Associazione Culturale L’Astrolabio di Collescipoli.
"Il lavatoio - denuncia l'associazione come riporta Ternitoday - costruito dal Comune di Collescipoli agli inizi del Novecento, serviva alle famiglie che lavoravano nelle industrie di Terni per lavare i panni senza contaminare l’acqua della fontana dell’ex Saffat in piazza Risorgimento. Per alimentarlo, era stata realizzata un’apposita tubatura attraverso le mura cittadine. Restaurato nel 2010 grazie al cantiere scuola della Scuola Edile, il monumento era stato negli anni curato dai volontari locali, che si erano occupati della pulizia e della manutenzione ordinaria".
"Già in passato una delle due canalette in rame era stata rubata e sostituita - ribadisce l'Associazione Culturale L’Astrolabio di Collescipoli - Ora, dopo l’ultimo furto, entrambe risultano mancanti. L’associazione locale e i volontari chiedono che il bene venga ripristinato al più presto, sottolineando il rischio di un ulteriore degrado della struttura. Viene inoltre rinnovata la richiesta di estendere l’impianto di videosorveglianza anche alle mura laterali del borgo, zone non coperte dalle telecamere attuali. Secondo i residenti, la videocamera di porta Ternana – che avrebbe potuto riprendere il veicolo dei ladri – sarebbe stata oggetto di un tentativo di manomissione. L’associazione invita l’Amministrazione e gli uffici competenti a verificare le registrazioni disponibili e a trasmettere la denuncia alle autorità, oltre a intervenire sul fronte della sicurezza e della tutela del patrimonio storico".
Non solo Collescipoli è stata vittima di un furto di rame. In Umbria, infatti, gli episodi di sottrazione di rame sono segnalati di continuo, non solo nelle aziende ma anche lungo le linee ferroviarie e nelle infrastrutture urbane. A Perugia, nel 2025, i Carabinieri hanno recuperato oltre cento chili di materiale rubato in diverse operazioni.
Secondo le associazioni di categoria, i danni economici legati ai furti di rame superano complessivamente i 200 milioni di euro l’anno, includendo non solo il valore del materiale sottratto ma anche i costi indiretti per riparazioni e ritardi nei servizi.
L’aumento dei furti ha spinto sindacati e istituzioni a chiedere interventi più incisivi. A Foligno la Fit Cisl Umbria ha annunciato una conferenza stampa per discutere le misure a tutela dei lavoratori, spesso esposti a rischi anche di aggressioni. Le aziende stanno rafforzando i sistemi di vigilanza, con telecamere e sensori di nuova generazione, mentre le forze dell’ordine monitorano le reti di ricettazione.
Si discute, però allo stesso tempo di rendere più trasparente la filiera del riciclo dei metalli, per impedire l’immissione sul mercato di materiale proveniente da attività criminali. Si propone anche l’introduzione di codici di tracciabilità sulle forniture di rame, in modo da identificare con precisione la provenienza del materiale. Si sperimenta già, in alcune realtà, dei sistemi di marcatura invisibile che permetterebbero di distinguere i lotti rubati da quelli regolari.