Una notte convulsa, segnata da sirene spiegate e manovre al limite, ha coinvolto diverse pattuglie dei Carabinieri lungo la E45. Tutto ha avuto origine allo svincolo di Città di Castello, dove una vettura ha ignorato l’alt imposto da una pattuglia impegnata in normali controlli di sicurezza. Da lì è iniziata una fuga precipitosa, destinata a protrarsi fino alle porte di Perugia, con momenti che hanno messo a rischio non solo gli operatori ma anche gli automobilisti in transito.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il conducente - un uomo di 32 anni, di origine albanese, senza fissa dimora e con precedenti penali - ha immediatamente adottato una condotta aggressiva al volante, tentando di seminare i Carabinieri attraverso cambi di direzione improvvisi, accelerate repentine e continui tentativi di speronamento. I militari, nel frattempo, attivavano un coordinamento rapido via radio per creare punti di intercettazione, cercando di evitare che la corsa incontrollata potesse sfociare in una tragedia.
La situazione è degenerata quando, nel tentativo di forzare una manovra di sorpasso, l’uomo ha urtato due auto di servizio dell’Arma, danneggiandole e proseguendo senza rallentare. Nonostante i colpi subiti, gli equipaggi hanno continuato l’inseguimento fino a quando il fuggitivo, perdendo il controllo del mezzo, è finito fuori dalla carreggiata.
Una volta sceso dall’auto incidentata, il 32enne ha cercato di dileguarsi a piedi, ma i militari lo hanno raggiunto dopo pochi metri. Durante la colluttazione ha opposto resistenza nel tentativo di sottrarsi all’arresto, venendo infine immobilizzato e trasferito in sicurezza. L’intervento ha richiesto l’impiego di ulteriori unità per la messa in sicurezza dell’area e per il recupero del mezzo incidentato.
Durante la perquisizione, i Carabinieri hanno rinvenuto nella disponibilità del fermato 21 grammi di cocaina che, secondo quanto emerso, lasciavano presumere un’attività di spaccio già avviata.
In aggiunta, all’interno dell’auto è stata trovata una somma di 8.500 euro in contanti, ritenuta dagli inquirenti possibile provento dei traffici di stupefacenti. La droga, il denaro e il veicolo sono stati immediatamente sequestrati. Il 32enne è stato quindi sottoposto agli esami tossicologici, risultando positivo alla presenza di sostanze stupefacenti. Un’ulteriore circostanza che, nel quadro generale, aggrava la sua posizione.
Le verifiche eseguite nelle ore successive hanno portato alla luce un quadro personale ancora più complesso. Il soggetto risultava infatti destinatario di un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Forlì solo pochi giorni prima, in seguito a una fuga analoga avvenuta nelle Marche, dove aveva provocato incidenti e lesioni gravi a privati cittadini mentre cercava di sottrarsi a un controllo della Polizia Stradale.
A ciò si aggiungeva un ulteriore elemento: l’uomo risultava colpito da un divieto di rientro in Italia, misura a cui aveva chiaramente disatteso, trovandosi illegalmente sul territorio nazionale. Il quadro emerso è dunque quello di un soggetto ritenuto altamente pericoloso e incline alla fuga. Al termine degli atti, il 32enne è stato trasferito al carcere di Perugia-Capanne, dove rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Le accuse mosse all’uomo coprono un ventaglio ampio di reati, ciascuno disciplinato da norme precise. Il più rilevante, sul piano penale, è quello di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, regolato dall’articolo 73 del DPR 309/1990. La norma punisce severamente chiunque detenga quantitativi di droga tali da escludere l’uso personale. Per la cocaina, droga inserita nelle tabelle più severe, le pene prevedono da 6 a 20 anni di reclusione oltre a multe molto elevate. L’organizzazione delle dosi e la quantità trovata possono costituire indizi significativi per la contestazione dell’attività di spaccio.
Per quanto riguarda la resistenza a pubblico ufficiale, l’articolo 337 del Codice penale stabilisce una pena da 6 mesi a 5 anni per chi si oppone con violenza o minaccia agli agenti nell’esercizio delle loro funzioni. Nel caso di inseguimenti su strada, i comportamenti pericolosi possono far scattare ulteriori aggravanti, soprattutto se mettono in pericolo terzi o causano danni ai mezzi di servizio.
Il reato di lesioni personali è disciplinato dagli articoli 582 e 583 c.p. Le pene variano a seconda della gravità delle ferite riportate dalle vittime: nel caso di lesioni lievi, si va fino a 3 mesi; se invece risultano aggravate o permanenti, il quadro sanzionatorio si inasprisce sensibilmente.
Sul fronte stradale, la guida sotto l’effetto di stupefacenti (art. 187 del Codice della Strada) prevede la sospensione della patente, sanzioni economiche e, se la condotta provoca incidenti o fuga, anche l’arresto fino a un anno. La sanzione aumenta se viene accertata la presenza di droga nel sangue al momento del controllo.
Infine, la violazione del divieto di rientro nel territorio nazionale, prevista dall’articolo 13 del Testo Unico sull’Immigrazione, è punita con la reclusione fino a 4 anni. Si tratta di un reato particolarmente rilevante perché testimonia la volontà dell’individuo di ignorare un provvedimento dell’autorità giudiziaria.