L'ultimo saluto a a Sara Scarabicchi verrà tributato oggi, martedì 11 novembre, alle 15:00 nella chiesa di San Pio X nel comune di Città di Castello. La 43enne è deceduta il 3 novembre, poche ore dopo essere stata tornata a casa essendo stata dimessa dal pronto soccorso. In giornata le esequie ma le indagini per far luce sulla sua morte proseguono.
Mentre proseguono le indagini sulla morte di Sara Scarabicchi, con l’Usl Umbria 1 che ha avviato verifiche interne, si celebreranno le esequie in giornata. I funerali della 43enne, che lascia un figlio in tenera età, sono in programma oggi 11 novembre alle 15 nella chiesa di San Pio X di Città di Castello.
Dai primi riscontri dell’esame autoptico compiuto sabato scorso, sulla salma della 43enne, dalla consulente della Procura di Perugia, Donatella Fedeli, a cui hanno partecipato anche i consulenti di parte Giuseppe Fortuni e Walter Patumi, è emerso un dettaglio importante.
La causa del decesso di Sara Scarabicchi sarebbe da attribuire alla rottura di un aneurisma aortico vicino al cuore. Per l’avvocato Eugenio Zaganelli, legale dell’ex compagno di Sara e padre del loro figlio, sarebbe bastata una Tac per individuare il problema e intervenire tempestivamente.
L’aneurisma dell’aorta toracica è una dilatazione patologica della principale arteria del corpo umano, una condizione che, in caso di rottura, può provocare un’emorragia interna letale in pochi minuti. I sintomi sono spesso vaghi e aspecifici - come dolori addominali, toracici o malesseri diffusi - e possono confondersi con disturbi di diversa natura, rendendo complessa una diagnosi tempestiva, soprattutto in assenza di esami strumentali specifici come la TAC o l’ecocardiogramma.
Sara Scarabicchi è deceduta in casa, lunedì 3 novembre, dopo che era stata dimessa dal pronto soccorso dell’ospedale di Città di Castello. La donna era andata in ospedale in mattinata per alcuni dolori all’addome ed al torace.
La donna era stata dimessa dal pronto soccorso con una prognosi di 15 giorni per una gastroenterite, rimandata a casa attorno alle ore 13.30, con il suggerimento di sottoporsi ad ulteriori accertamenti ambulatoriali, una volta ristabilitasi dal malore. Tornata a casa la situazione non è migliorata.
Nonostante un nuovo intervento del 118 e anche dell’eliambulanza del servizio sanitario regionale, la donna è spirata attorno alle 15:00, lasciando interdetto l’intero quartiere di Montedoro e anche quello di Meltina nella zona di San Pio X.
La Procura di Perugia, – come scritto su La Nazione – dopo le denunce dei familiari della 43enne, ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo iscrivendo nel registro degli indagati i due giovani medici che l’hanno trattata la mattina del 3 novembre scorso, un operatore del Pronto soccorso e un cardiologo.
I sintomi riferiti – dolori toracici, nausea e disturbi intestinali – erano stati interpretati come segnali di una gastroenterite virale con interessamento pericardico, portando alla dimissioni della paziente. La famiglia, assistita dagli avvocati Roberto e Gianmarco Bianchi, chiede giustizia, per una tragedia che, secondo i legali, si sarebbe potuta evitare.