Nell'era del consumismo sfrenato che pilota anche le scelte alimentari, tutelare la biodiversità è un atto di resistenza e cura. La storia di una comunità del resto, passa anche attraverso ciò che coltiva e mangia e in Umbria ogni territorio ha molto da raccontare. È con questa premessa che a Città di Castello è nato il primo frutteto inclusivo interamente dedicato alle antiche varietà locali del Centro Italia. Un progetto che ha richiesto tempo per vedere la luce e che se da un lato guarda al recupero di piante e frutti ormai a rischio estinzione, dall'altro lo fa ponendo la massima attenzione sul fronte dell'educazione e dell'inclusione.
Il progetto è stato inaugurato nei giorni scorsi presso il Centro delle Tradizioni Popolari di Garavelle, 'Livio Dalla Ragione'. L'intervento ha richiesto un'importante opera preliminare di bonifica e riqualificazione del terreno, condotta sotto la supervisione della Fondazione e con il contributo tecnico del Comune. In previsione c'è la messa a dimora di 30 piante di antiche varietà locali di fruttiferi, su una superficie di poco meno di un ettaro, con 80 metri lineari di percorso in gravelfix che consente l’accesso a persone con difficoltà motoria. A rivelare i segreti di pianti e frutti, una cartellonistica dedicata provvista di Qrcode che permetterà di approfondire i temi legati all’agrobiodiversità e alla valorizzazione delle varietà tradizionali.
Il frutteto è il risultato di una sinergia che ha coinvolto il Comune di Città di Castello, la Fondazione Archeologia Arborea e L’Abbondanza supermercati Gala. Si tratta di "un progetto di economia civile - spiega una nota - che unisce istituzioni, terzo settore e impresa per restituire valore alla comunità nell’anno in cui si intrecciano tre importanti anniversari: i 50 anni de L’Abbondanza, i 40 anni della Fondazione Archeologia Arborea e i 50 anni del Centro delle Tradizioni Popolari di Garavelle, 'Livio Dalla Ragione'".
Numerose le personalità intervenute al taglio del nastro tra cui il sindaco Luca Secondi, le assessore alla cultura e alle politiche sociali, Michela Botteghi e Benedetta Calagreti, la consigliera regionale Letizia Michelini, la presidente della Fondazione Archeologia Arborea, Isabella Dalla Ragione e l'amministratore delegato de "L' Abbondanza srl", William Camilletti. Tutti hanno voluto sottolineare come l'apertura del frutteto della biodiversità rappresenti una celebrazione della memoria della comunità, unita alla cura del territorio nell'ottica della responsabilità condivisa verso il futuro e le nuove generazioni.
Il frutteto rappresenta l'ultimo tassello in ordine temporale, di un'impresa che nell'Alto Tevere va avanti da decenni. A San Lorenzo di Lerchi, frazione di Città di Castello, ormai da quarant'anni ha infatti sede il Parco di Archeologia arborea, una realtà interamente dedicata all'agrobiodiversità e unica nel suo genere. Qui, grazie a un incessante lavoro di ricerca e salvaguardia, è possibile trovare molte varietà oggi dimenticate ma un tempo diffuse nelle campagne umbre, che davano anche frutti molto particolari. Attualmente sono state recuperate e salvate circa 600 specie di piante da frutto, la raccolta è sostenibile e segue la regola di un'antica tradizione locale: un frutto per il sole, uno per la terra e uno per la pianta.
Il frutteto è nato grazie a Isabella Dalla Ragione, agronoma e ricercatrice paesaggista che ha portato avanti il progetto dopo la scomparsa del padre Livio. La Fondazione dell'Archeologia Arborea, che si occuperà anche del nuovo frutteto, si prende cura del Parco e i soci provengono da tutta Europa attirando anche molte celebrities come Gérard Depardieu, che ha adottato la "pera briaca", il giornalista John Seabrook del New Yorker la "mela roggia" e Bill Pullman la "mela fiorentina".