Con l’avvio della stagione di raccolta autunnale, fissata per oggi, domenica 28 settembre, e l’imminente 45ª edizione del Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato (31 ottobre-2 novembre 2025), Città di Castello si conferma come punto di riferimento assoluto nel panorama nazionale del tartufo. Tra i boschi rigogliosi dell’altotiberino, una tradizione pluridecennale e un’offerta gastronomica di eccellenza, la città si prepara ad affrontare un periodo di intensa attività che coinvolgerà cavatori, ristoratori, operatori turistici e appassionati, trasformando l’intero territorio in un palcoscenico dedicato al gusto, alla cultura e alla valorizzazione delle eccellenze locali.
Il territorio altotiberino vanta numeri che parlano chiaro: oltre 1.000 cavatori regolarmente tesserati e quasi 3.000 cani da tartufo fanno della zona un punto di riferimento imprescindibile per la produzione del prezioso tuber. Non sorprende, quindi, che una porzione rilevante del tartufo bianco italiano - destinato anche ai mercati internazionali - abbia origine proprio qui. La filiera locale unisce saperi tradizionali, tecniche di ricerca consolidate e canali commerciali strutturati, generando valore economico, identità culturale e ricadute positive per l’intera comunità.
Al centro della tradizione tartuficola troviamo i “veterani del vanghino”, custodi di tecniche tramandate da generazioni, affiancati dalla nuova leva di aspiranti cavatori. L’Associazione Tartufai Alto Tevere, fondata nel 1986 e oggi punto di riferimento per la formazione e la promozione delle migliori pratiche, coordina programmi di aggiornamento volti a coniugare sostenibilità ambientale, rispetto delle normative e massima qualità del raccolto. Il binomio uomo-cane rimane elemento imprescindibile: cani selezionati e addestrati con attenzione permettono ricerche più precise e rispettose del sottobosco, assicurando che la preziosa trifola venga individuata senza compromettere l’equilibrio degli ecosistemi locali e valorizzando al contempo l’identità culturale del territorio.
Dal 31 ottobre al 2 novembre 2025, Città di Castello ospiterà la 45ª edizione del Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, appuntamento consolidato nel panorama nazionale dedicato al “re della tavola”. Il centro storico, con le sue piazze rinascimentali, i vicoli suggestivi e i palazzi storici, si trasformerà in un grande palcoscenico dove gusto, tradizione, cultura e innovazione si incontreranno.
I partecipanti avranno l’opportunità di prendere parte a show cooking, laboratori, masterclass e conversazioni con chef di fama nazionale, esperti di enogastronomia e giovani aspiranti cuochi provenienti dalle scuole alberghiere. Nei ristoranti e nelle piazze della città sarà possibile degustare piatti a base di tartufo bianco, menu speciali e proposte di street food ispirate alla tradizione umbra e italiana, accompagnate da prodotti agroalimentari a chilometro zero, autentiche eccellenze del territorio.
Oltre all’eccellenza gastronomica, il Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato propone un’esperienza culturale a tutto tondo. Le piazze e i giardini del centro storico, incorniciati da dimore storiche che custodiscono opere di grandi maestri del Rinascimento e della contemporaneità come Raffaello Sanzio, Luca Signorelli e Alberto Burri, accompagneranno i visitatori in un itinerario unico tra arte, storia e gusto.
Il settore del tartufo bianco rappresenta un pilastro strategico per l’economia dell’altotiberino. La raccolta, la selezione e la commercializzazione coinvolgono un’intera filiera strutturata, che va dai tartufai e dai loro cani addestrati, veri protagonisti della tradizione, fino a ristoratori, produttori locali e operatori turistici. “I tartufai e i loro cani straordinari - spiegano gli organizzatori - sono protagonisti insieme agli altri attori del settore agroalimentare, contribuendo a promuovere l’immagine del territorio e a generare importanti ricadute economiche e occupazionali”.
La stagione 2025 si apre con grandi aspettative: la qualità e la quantità della trifola lasciano prevedere una raccolta soddisfacente, seppur influenzata dalle dinamiche dei mercati nazionali e internazionali. Gli organizzatori evidenziano inoltre come la presenza del tartufo in tutte le stagioni rappresenti un tratto distintivo del patrimonio culturale e sociale della città, confermandone la centralità non solo come eccellenza gastronomica, ma anche come elemento identitario capace di intrecciare tradizione, economia e turismo.