La sanità locale è al centro di un acceso confronto tra l’amministrazione comunale e l’Azienda sanitaria Usl Umbria 1, in seguito alla decisione di trasferire l’apparecchiatura Cone Beam - il tomografo dedicato alle arcate dentali - dalla Casa della Comunità di Città della Pieve all’ospedale di Castiglione del Lago. Da un lato il sindaco Fausto Risini parla di “smantellamento dei servizi” e invia una nota ufficiale di protesta alla presidenza della Regione e alla direzione dell’Usl Umbria 1; dall’altro la stessa Usl difende la scelta come necessaria per garantire una migliore fruizione diagnostica nell’intero territorio.
La contestazione nasce dallo spostamento fisico del Cone Beam. Secondo il sindaco Risini, l’operazione si inquadra in un processo più ampio di depauperamento della Casa della Comunità pievese: "Non possiamo accettare - si legge nella sua nota - che il Cone Beam e la MOC vengano sottratti alla nostra comunità". Il primo cittadino teme che l’accorpamento dei macchinari e la possibile concentrazione di sedute specialistiche in altri poli possano progressivamente ridurre l’offerta locale, fino a lasciare Città della Pieve “con un servizio ridotto al minimo”. La leadership comunale chiede "più servizi, più diagnostica, più risposte concrete" e un arresto di quello che definisce "smantellamento".
L'Usl Umbria 1, rispondendo alle accuse, sottolinea che il trasferimento del Cone Beam risponde a una "necessità concreta di garantire un servizio più efficace e costante". Secondo l’Azienda, nella struttura pievese l’apparecchiatura è stata fino ad oggi sottoutilizzata a causa della carenza di radiologi specialisti. I dati riportati parlano chiaro: nel 2025 sono stati eseguiti solo 40 ortopanoramiche e 10 esami CBCT, trend in linea con le basse prestazioni registrate nel 2024.
Collocando il Cone Beam all’ospedale di Castiglione del Lago, dove è presente personale qualificato, si garantisce "un utilizzo costante e appropriato a beneficio di tutti i cittadini dell’area". L’Usl ribadisce che il macchinario, acquistato con fondi destinati all’area del Trasimeno, rimane a disposizione della popolazione prevista dal progetto originale, sottolineando che lo spostamento non implica un allontanamento dai cittadini.
Sulla MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), l’Azienda sanitaria smentisce categoricamente qualsiasi ipotesi di trasferimento: "Lo strumento continuerà a essere operativo e funzionante a Città della Pieve". Anche il servizio senologico resta invariato, "adeguato alle esigenze della popolazione locale", con l’obiettivo di non ridurre l’offerta sanitaria sul territorio.
L'Usl riconosce che la criticità principale rimane la carenza di radiologi specializzati. Per affrontare il problema, è stato bandito un concorso per 14 nuove assunzioni, di cui una figura risulta già operativa. L’incremento di personale qualificato mira a rendere possibile una migliore organizzazione dei servizi, ottimizzare l’uso delle apparecchiature e, in prospettiva, consentire un riequilibrio delle dotazioni tra le diverse sedi sanitarie.
Per l’amministrazione di Città della Pieve, la Casa della Comunità rappresenta un presidio sanitario strategico, fondamentale per anziani, persone con difficoltà di mobilità e cittadini che necessitano di prestazioni a bassa complessità senza doversi spostare verso strutture ospedaliere più lontane. Il rischio paventato dal sindaco è una progressiva riduzione dei servizi essenziali, con conseguenze sul diritto alla cura e sul tessuto socio-economico locale. Per questo motivo, l’amministrazione sollecita un dialogo immediato con la Regione e con l’Usl, auspicando garanzie formali e la valutazione di soluzioni alternative che assicurino la piena fruibilità delle prestazioni direttamente sul territorio pievese.
La vicenda evidenzia la difficoltà di conciliare efficienza tecnica e appropriatezza clinica con la necessità di garantire assistenza prossimale. L’obiettivo resta trovare un equilibrio tra la razionalizzazione delle risorse e il diritto dei cittadini a servizi sanitari accessibili, senza generare disuguaglianze tra i diversi comuni. Un confronto trasparente tra Regione, Usl e amministrazione comunale, supportato da dati concreti e piani di potenziamento del personale, sarà essenziale per risolvere la controversia e per garantire che la riorganizzazione persegua sia l’efficienza che la tutela dei bisogni della comunità.