05 Jul, 2025 - 09:30

Cisl Umbria, conclusa la fase congressuale: al centro partecipazione, formazione, sanità e transizione verde

Cisl Umbria, conclusa la fase congressuale: al centro partecipazione, formazione, sanità e transizione verde

La Cisl Umbria chiude il percorso congressuale regionale e rilancia le priorità per lo sviluppo del territorio, puntando su partecipazione, formazione continua, riforma della sanità e transizione ambientale. Ora lo sguardo è rivolto al Congresso nazionale di Roma dal 16 al 19 luglio.

Il Consiglio Generale della Cisl Umbria ha ufficialmente chiuso la fase congressuale nei territori di Perugia, Terni, Alto Tevere e Foligno-Spoleto, confermando la guida dei coordinatori Valerio Natili, Riccardo Marcelli, Antonello Paccavia e Bruno Mancinelli, nel segno della continuità. Riconfermata anche Sara Claudiani nel ruolo di coordinatrice regionale di genere. La fase congressuale si è conclusa con un confronto tra i rappresentanti delle varie categorie territoriali e la segreteria regionale, guidata dal segretario generale Angelo Manzotti, affiancato da Giuliano Bicchieraro, Simona Garofano, Gianluca Giorgi e Riccardo Marcelli.

Partecipazione, innovazione e tutele: la Cisl guarda al futuro del lavoro

In apertura dei lavori, Angelo Manzotti ha rilanciato con decisione la parola chiave dell’organizzazione: partecipazione. “Partecipazione nel mondo del lavoro - ha sottolineato il segretario regionale - con la nuova legge che ha preso forma grazie alla raccolta firme della Cisl e che ora deve essere applicata nei luoghi di lavoro. Partecipazione significa anche concertazione attiva con le istituzioni, attraverso tavoli inclusivi con tutte le parti sociali e il mondo dell’istruzione e della formazione”.

Ampio spazio è stato dedicato al tema delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale, con un richiamo forte all’urgenza di una strategia di lungo periodo che non lasci indietro lavoratori e territori. “La sfida - ha detto Manzotti - è duplice: da una parte evitare che le nuove tecnologie sostituiscano indiscriminatamente il lavoro umano, dall’altra investire in formazione. I lavori stanno cambiando e in molti casi non esistono ancora. Le imprese spesso lamentano la mancanza di figure professionali qualificate: è necessario rispondere a questa esigenza con la staffetta generazionale. Gli over 55 possono diventare tutor per i giovani, attraverso forme di rimodulazione dell’orario o del part-time”.

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La CISL Umbria, ponendo la partecipazione al centro della propria azione, si impegna per un futuro del lavoro che integri le nuove tecnologie con una formazione continua, gestisca la transizione ambientale e riformi la sanità regionale per garantire universalità e accessibilità.

Sanità territoriale e transizione ambientale: serve una riforma strutturale

Nel suo intervento, il segretario ha posto l’accento anche sulla transizione ambientale, richiamando l’attenzione sulle conseguenze sociali e occupazionali. Ma è sul fronte della sanità che si è registrata una delle analisi più approfondite. In linea con il pensiero del coordinatore confederale regionale delle Politiche socio-sanitarie, Tullo Ostilio Moschini, la Cisl Umbria ritiene che il nuovo Piano sanitario regionale debba ispirarsi ai principi dell’Agenda ONU 2030, con l’obiettivo di garantire buona salute e benessere personale a tutta la popolazione.

“Il nuovo piano - ha spiegato Manzotti - deve fondarsi su universalità dei destinatari, globalizzazione delle prestazioni e uguaglianza dei trattamenti. Occorre superare la frammentazione territoriale e puntare su un’organizzazione per funzioni, garantendo ai cittadini l’accesso a prestazioni appropriate in base alla patologia”.

Centrale, per la Cisl, il tema dell’integrazione tra ospedale e territorio. “La demografia, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche impongono una riorganizzazione profonda - ha dichiarato, concludendo, il segretario generale umbro della Cisl -. Le Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) devono operare H24 e integrarsi con il sistema sociale. Serve una rete forte tra medici di base, pediatri, specialisti, infermieri di famiglia, case e ospedali di comunità, ambulatori. Solo così si potrà migliorare la presa in carico dei pazienti e alleggerire la pressione sui pronto soccorso, riducendo le liste d’attesa”.

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Federico Zacaglioni
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