Si alza il livello di tensione intorno al futuro del Posto di Teleconduzione (Pt) del polo idroelettrico di Terni. Dopo l’incontro tra Enel e Regione Umbria, le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil si sono confrontate con i lavoratori dello stabilimento di Villavalle per denunciare pubblicamente le conseguenze della decisione aziendale: chiusura definitiva dell’impianto entro il primo ottobre 2025, dopo una prima fase di semiturno a partire dal primo luglio.
“Nonostante gli sforzi congiunti delle istituzioni locali e delle rappresentanze politiche - si legge nella nota congiunta delle sigle sindacali - Enel ha confermato la propria volontà di procedere con una razionalizzazione estrema, che comporterà la disattivazione progressiva del presidio”. Le organizzazioni dei lavoratori evidenziano come l’azienda abbia deciso unilateralmente di mantenere, in una fase transitoria, solo una presenza ridotta: un solo operatore al mattino e uno al pomeriggio.
Le preoccupazioni delle sigle sindacali non si limitano agli aspetti occupazionali. Al centro della denuncia c’è anche il rischio per la sicurezza idraulica del territorio, in un’area già soggetta a fenomeni climatici estremi. “Con la chiusura del PT - affermano Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil - non sarà più possibile un intervento tempestivo in caso di piene improvvise, venendo meno la supervisione diretta sui bacini e sugli impianti”.
Secondo i rappresentanti dei lavoratori, la mancanza di presidio operativo comprometterà la capacità di gestione in tempo reale degli impianti idroelettrici lungo l’asta Tevere-Nera, aumentando il rischio per il personale e per le comunità locali.
“È un grave arretramento in termini di sicurezza e protezione del territorio”, insistono, facendo riferimento anche ai problemi tecnici legati al trasferimento dei segnali di comando e controllo su altri territori.
Al danno operativo si aggiunge, secondo i sindacati, un mancato riscontro istituzionale.
“Dalla Regione non abbiamo ancora ricevuto una risposta ufficiale alla nostra richiesta di incontro urgente”, lamentano i rappresentanti di Filctem, Flaei e Uiltec. Una situazione che giudicano “gravemente deludente”, considerando che nei precedenti confronti, gli assessori coinvolti avevano manifestato “determinazione e contrarietà assoluta alla manovra di Enel”.
La chiusura del PT viene letta come l’ennesima perdita di professionalità e centralità per il territorio ternano, già segnato da una lunga stagione di razionalizzazioni. “Siamo di fronte a un disimpegno strutturale da parte dell’azienda - prosegue la nota - che avviene nel silenzio e nella mancata informazione alle organizzazioni territoriali”.
Particolarmente duro il giudizio sull’operato dell’azienda: “Enel si dimostra ancora una volta inaffidabile. Malgrado le rassicurazioni ricevute ai tavoli sindacali, prosegue senza esitazione verso la dismissione del presidio”.
I sindacati non nascondono l’amarezza per una scelta che ritengono ideologica, dettata solo da logiche economiche. “Contestiamo la politica aziendale volta a esasperare la razionalizzazione, senza alcuna visione strategica di sviluppo o investimento nei territori”, dichiarano. Una linea che, secondo le sigle della triplice, indebolisce progressivamente l’intero tessuto industriale locale. Nel mirino anche il costante trasferimento di funzioni e competenze verso altre regioni. “I centri direzionali che chiudono in Umbria vengono puntualmente rimpiazzati altrove, a vantaggio di altri territori. Questa emorragia deve essere fermata”.
A supporto della protesta sindacale, nei giorni scorsi anche l’Assemblea dei sindaci della Provincia di Terni, su proposta del presidente Stefano Bandecchi, ha deliberato la richiesta ad Enel Produzione di mantenere operativo il PT di Villavalle, ritenuto fondamentale per la gestione in sicurezza dell’asta idroelettrica Tevere-Nera.
Nel frattempo, le organizzazioni sindacali annunciano che non resteranno ferme: “Sosterremo tutte le iniziative necessarie per difendere occupazione, sicurezza e centralità del polo idroelettrico di Terni. Le istituzioni non possono più sottrarsi a una presa di posizione chiara”.