Ogni giorno ha la sua croce in una città che, giustamente, si propone come meta turistica di rilievo e festeggia con orgoglio il riconoscimento della Spiga Verde. Tuttavia, il pomeriggio di sabato 2 agosto ha riservato uno schiaffo silenzioso a turisti e cittadini: la chiusura degli ascensori pubblici di via Baldassini e via XX Settembre, fondamentali per raggiungere comodamente la parte alta della città.
Un episodio che, purtroppo, non è isolato. Già il 21 luglio scorso si era verificata una situazione simile, creando disagi e lasciando un pessimo segnale a visitatori ed eugubini. Nonostante la ripresa del servizio dopo un intervento diretto del sindaco Vittorio Fiorucci, il problema si è ripresentato pochi giorni dopo.
Gli ascensori di Gubbio rappresentano un’infrastruttura importante, non solo per la comodità dei cittadini ma soprattutto per il flusso turistico che caratterizza l’estate. La loro chiusura, anche solo per qualche ora, significa compromettere l’accessibilità al centro storico e dare un’immagine di scarsa organizzazione della città.
Come sottolineano molti residenti: “Non si può parlare di vocazione turistica se nei momenti di maggiore affluenza i servizi essenziali vengono interrotti senza preavviso.”
La gestione degli ascensori è affidata a Gubbio Cultura e Multiservizi Srl, società interamente di proprietà del Comune. L’amministratore unico Paolo Rocchi, secondo quanto emerso, non avrebbe predisposto coperture di servizio durante l’assenza della dipendente comunale che solitamente affianca i due addetti incaricati dell’apertura e gestione quotidiana.
Il problema nasce dalla particolare condizione contrattuale di questi due addetti: non sono dipendenti ma lavoratori autonomi con partita IVA, pur essendo, di fatto, trattati come dipendenti secondo quanto rilevato dal verbale dell’Ispettorato del lavoro di Perugia.
La vicenda ha messo in evidenza un aspetto giuridico poco noto ai più. Gli ascensoristi operano come partite IVA, ossia lavoratori autonomi che non hanno un vincolo di subordinazione gerarchica con il committente. Questo significa che:
Non sono soggetti alle norme sulle ferie previste per i lavoratori dipendenti;
Possono assentarsi dal lavoro senza necessità di chiedere un permesso formale al committente;
Hanno l’obbligo di comunicare preventivamente l’assenza, ma il committente non può applicare sanzioni disciplinari tipiche del rapporto di lavoro dipendente.
Un giurista locale ha spiegato: “Chi lavora con partita IVA non è tenuto a rispettare le regole di gestione delle ferie dei dipendenti. Può sospendere la propria attività previa comunicazione, senza incorrere in sanzioni, perché manca il vincolo gerarchico con il datore di lavoro.”
Questa particolare situazione crea una fragilità strutturale nella gestione del servizio. Quando uno dei due addetti autonomi decide di andare in ferie, la continuità del servizio non è garantita, poiché il Comune o la società partecipata non possono obbligarli a garantire la presenza.
L’assenza di soluzioni alternative o di personale di copertura si traduce quindi in chiusure improvvise, come quella del 2 agosto. Un modello che espone la città a disservizi periodici, difficili da prevenire senza una revisione della struttura contrattuale.
Il caso del 21 luglio scorso aveva già messo in allarme l’Amministrazione comunale, tanto che il sindaco Fiorucci era intervenuto direttamente per ripristinare il servizio. Stavolta, o non era stato informato in tempo o si è scelto di non intervenire, lasciando che il problema emergesse in piena stagione estiva.
Come affermano alcuni operatori turistici: “Abbiamo già segnalato più volte la necessità di garantire sempre il funzionamento degli ascensori. I turisti non possono salire a piedi sotto il sole, e vedere gli impianti chiusi nel weekend è una pessima pubblicità per Gubbio.”
La chiusura degli ascensori ha un impatto diretto sull’esperienza turistica. Gubbio, che punta molto sulla valorizzazione del centro storico e sul riconoscimento di città turistica sostenibile, rischia di minare la propria reputazione.
Molti visitatori hanno segnalato sui social il disagio: “Abbiamo trovato gli ascensori chiusi senza alcuna comunicazione preventiva. Per una città che si promuove come accessibile, è stato deludente.”
Per evitare che simili episodi si ripetano, occorre ripensare il modello di gestione. Alcune proposte includono:
Assumere personale dipendente con obblighi contrattuali chiari in materia di ferie e sostituzioni;
Creare una banca di sostituti reperibili nei periodi di assenza degli attuali operatori;
Introdurre turnazioni per garantire continuità anche in alta stagione;
Stabilire protocolli di comunicazione rapida per informare cittadini e turisti in caso di chiusure inevitabili.
Secondo un esperto di diritto del lavoro: “La situazione attuale è un ibrido: lavoratori autonomi che però svolgono attività di tipo continuativo e organizzato. Serve chiarezza contrattuale per garantire i diritti degli operatori ma anche la continuità del servizio pubblico.”
La chiusura degli ascensori di via Baldassini e via XX Settembre il 2 agosto è stata un episodio che ha evidenziato le criticità organizzative e il nodo giuridico legato alla gestione del personale con partita IVA. In una città che punta sul turismo e sulla sostenibilità, è indispensabile trovare soluzioni che garantiscano servizi essenziali sempre attivi, evitando che ferie e assenze si traducano in disagi per residenti e visitatori.
Come commentano alcuni cittadini: “Non possiamo permettere che la nostra immagine venga compromessa da simili disservizi. Serve una gestione più solida, rispettosa dei lavoratori ma soprattutto attenta alle esigenze della comunità e di chi viene a visitare Gubbio.”