23 Nov, 2025 - 15:30

Centrosinistra e crisi di rappresentanza: il post di Alessia Tasso riaccende il dibattito politico a Gubbio

Centrosinistra e crisi di rappresentanza: il post di Alessia Tasso riaccende il dibattito politico a Gubbio

Un intervento che riporta al centro il tema più rimosso: lo scollamento tra cittadini e politica

Il post pubblicato da Alessia Tasso sui social – e rilanciato da Vivo Gubbio di Massimo Boccucci – ha riaperto una discussione che a Gubbio molti, dentro e fuori il centrosinistra, hanno preferito evitare. Con lucidità e una punta d’amarezza, l’ex assessora all’Urbanistica e vicesindaco nella Giunta Stirati mette in fila una serie di questioni che non riguardano solo piazza Quaranta Martiri, ma il rapporto ormai logoro tra politica, cittadinanza e processi decisionali.

Un nodo irrisolto che, come molti analisti hanno osservato, è stato uno dei motivi principali della pesante sconfitta del centrosinistra alle amministrative del 2024. E che oggi torna d’attualità proprio perché la discussione pubblica sul futuro della piazza sta mostrando tutti i limiti di una stagione politica segnata da autoreferenzialità interna, fratture e una scarsa capacità di coinvolgere davvero la città.

Piazza Quaranta Martiri, un progetto nato bene ma percepito male

Il tema è noto: la progressiva pedonalizzazione e la trasformazione dell’area davanti alle Logge dei Tiratori hanno sollevato timori, dubbi e alcune perplessità legittime, soprattutto in un contesto urbano dove parcheggi e servizi sono carenti da decenni. La Tasso lo rivendica apertamente:

«Chiunque sa che quei lavori sono stati la nostra croce e delizia… è un progetto in cui ho fortemente creduto» – scrive.

Ricorda inoltre che la nuova Giunta Fiorucci ha deciso di portarlo avanti senza modifiche:

«La Giunta che ci ha succeduto l’ha sposato al 100%, senza cambiare nemmeno gli elementi di arredo contestati in campagna elettorale».

E in effetti, è sotto gli occhi di tutti che piazza Quaranta Martiri sia diventata la location privilegiata per gli eventi ufficiali del nuovo corso amministrativo: dal Festival della Salsiccia alla partenza del Giro d’Italia, da Miss Italia alla Mostra del Tartufo fino alle iniziative natalizie. Una scelta che l’ex assessora sottolinea non senza ironia:

«Il malcontento generato dal cantiere fu una delle ragioni della nostra sconfitta. Oggi è motivo di vanto della nuova Giunta. È strana la vita».

Il vero nodo: la frattura tra istituzioni e cittadini

Al di là del merito urbanistico, il post di Alessia Tasso tocca un punto essenziale: la crisi di relazione tra amministrazione e comunità. Uno scollamento che non nasce con piazza Quaranta Martiri e che certamente non si esaurisce lì. È un processo più ampio, maturato negli anni, e che ha avuto come detonatore proprio le elezioni del 2024.

Per molti cittadini, la politica di centrosinistra è apparsa chiusa, litigiosa, autoreferenziale, spesso impegnata più nelle contrapposizioni interne che nella costruzione di una visione condivisa. In questo clima, anche le opere pubbliche – pur strategiche e finanziate da fondi PNRR – sono state percepite come iniziative calate dall’alto, lontane dalla quotidianità delle persone e sospettate di essere avviate in prossimità del voto più per ragioni propagandistiche che per rispondere ai bisogni reali della città.

Una percezione che ha pesato. E molto.

I conflitti interni: una delle cause del collasso elettorale

La stessa Tasso lo afferma in chiusura del suo post, con una frase che suona come un monito:

«Fino a quando nel nostro campo ci sarà chi continua a ritenere peggiore l’esperienza di governo precedente rispetto all’attuale di destra, non si andrà da nessuna parte».

Un’affermazione che fotografa uno dei problemi più profondi: lacerazioni interne, rivalità tra liste, personalismi, sfiducia reciproca. Una coalizione che non si riconosce in un percorso comune difficilmente può convincere gli elettori di avere un progetto credibile per la città.

Molti osservatori hanno sottolineato come, nel 2024, il centrosinistra non abbia saputo proporre un’immagine di compattezza e un’idea chiara di futuro: i messaggi sono apparsi disomogenei, i conflitti troppo visibili e la comunicazione orientata più alla difesa del passato che alla costruzione di una prospettiva.

Non è bastato dire che i progetti erano “della sinistra” se la cittadinanza non era stata coinvolta in una progettualità realmente condivisa. Le opere pubbliche, per quanto importanti, non sostituiscono la capacità di ascolto, dialogo e visione.

Il presente e il futuro: domande inevase e scelte da chiarire

Nel suo intervento, Tasso pone anche una questione concreta: dove troverà la Giunta Fiorucci i fondi per completare la piazza, dal semaforo fino all’abside di San Francesco?

Ad oggi non c’è una risposta chiara, e il tema della continuità amministrativa – tra ciò che è stato avviato e ciò che verrà fatto – resta centrale.

La domanda più grande però è un’altra: quale idea di città vogliono portare avanti le forze politiche?
Una città che dialoga con i cittadini o una città che comunica solo attraverso cantieri e inaugurazioni?

Un post che diventa spunto per una riflessione collettiva

Il post di Alessia Tasso è più di uno sfogo personale. È uno stimolo – forse il più netto degli ultimi mesi – a riaprire un confronto serio sul ruolo della politica, sulla sua capacità di rappresentare la comunità e di costruire una visione comune.

Che lo si condivida o meno, invita tutti a fare i conti con un dato evidente: senza partecipazione reale, senza unità interna, senza un progetto chiaro e comprensibile, nessuna coalizione può pensare di governare una città complessa come Gubbio.

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Mario Farneti
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