Sono trascorsi due anni dal brutale femminicidio di Giulia Cecchettin, la ragazza di 22 anni uccisa con 75 coltellate dall'ex fidanzato, Filippo Turetta. Era l'11 novembre 2023 e da allora il padre di Giulia, Gino, porta avanti la sua missione dialogando con i giovani e educandoli affinché una simile tragedia non accada mai più. Per contrastare la piaga della violenza di genere e per onorare la memoria di Giulia, Gino e i fratelli di Giulia, Elena e Davide, hanno creato una Fondazione che porta il suo nome. Da pochissimo anche il Comune umbro di Castiglione del Lago è entrato a farne parte, ribadendo il proprio impegno nel combattere la violenza contro tutte le donne.
Il Comune di Castiglione del Lago ha aderito alla Fondazione Giulia Cecchettin con la delibera n. 39 del 14 ottobre 2025, ufficializzando l'adesione l'11 novembre, secondo anniversario del femmincidio di Giulia. A presentare la proposta è stata l'assessora con delega ai diritti sociali, Mariella Spadoni. "L’adesione alla Fondazione Giulia Cecchettin - ha dichiarato - è un atto di responsabilità e di vicinanza. Come comunità vogliamo contribuire alla costruzione di una cultura del rispetto e dell’ascolto, affinché nessuna donna debba più vivere nella paura o nel silenzio. Giulia rappresenta tutte le donne che non possono più parlare, ma attraverso iniziative come questa possiamo far sì che la loro voce continui a essere ascoltata".
L'adesione si inserisce in un più ampio percorso che il Comune sta portando avanti volto a costruire una società più giusta e inclusiva, in continuità con le attività promosse dal Tavolo permanente 'Diversi&Uguali', uno spazio di partecipazione e confronto dedicato ai temi dei diritti, della parità e del rispetto reciproco. Il Tavolo sarà anche al centro delle iniziative in vista del 25 novembre, coinvolgendo studenti e associazioni del territorio, per la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro tutte le donne.
Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha scosso profondamente l'Italia intera e ha posto con forza la questione della prevenzione e del contrasto nei confronti di ogni forma di violenza di genere. La Fondazione si impegna nel mantenere viva la memoria di Giulia promuovendo un cambio di paradigma, attraverso lo sviluppo di strumenti di analisi e il supporto alle donne vittime di violenza. Fondamentale in questo senso è la rete di relazioni tra enti, organizzazioni, istituzioni, aziende e persone, che la Fondazione sta costruendo incentivando la promozione di una cultura diffusa della prevenzione.
Gino Cecchettin di fronte all'uccisione della figlia ha scelto "di reagire, di dare un senso a quel dolore", così ha dichiarato anche ieri durante l'audizione davanti alla Commissione d'inchiesta parlamentare sui femminicidi. Un'occasione in cui ha evidenziato la necessità di mettere in campo azioni di prevenzione ed educazione, riflettendo anche sul recente dibattito riguardo all'educazione affettiva a scuola.
"So bene che ci sono paure, resistenze e incomprensioni - ha detto ai parlamentari - ma vi assicuro che l'educazione affettiva non è un pericolo è una protezione, non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge qualcosa a tutti: consapevolezza, rispetto e umanità".
Il papà di Giulia ha voluto anche lanciare un avvertimento: "una scuola che non parla di affettività, di rispetto, di parità è una scuola che lascia soli i ragazzi di fronte a un mondo che grida messaggi distorti. Quando la scuola tace - ha sottolineato - parlano i social, parlano i modelli tossici, parlano i silenzi degli adulti". Da padre, come ha sempre parlato, ha sostenuto che l'educazione all'affettività sia uno strumento necessario e che "serva a partire dalla scuola dell'infanzia".