03 Sep, 2025 - 19:34

Caso Arconi a Gubbio: tra museo degli Antichi Umbri e identità ceraiola si accende la polemica

Caso Arconi a Gubbio: tra museo degli Antichi Umbri e identità ceraiola si accende la polemica

GlArconi del Palazzo dei Consoli, monumentale struttura medievale che sostiene l’edificio simbolo di Gubbio, tornano al centro del dibattito cittadino. Questa volta il nodo riguarda il progetto di ristrutturazione e riqualificazione legato alla creazione del museo degli Antichi Umbri, un’idea che da tempo era in cantiere e che ora si scontra con le rivendicazioni identitarie di associazioni e famiglie legate al mondo dei Ceri.

Attorno al destino di questo spazio si sta sviluppando una polemica accesa che mette in gioco non solo questioni tecniche o urbanistiche, ma soprattutto il significato simbolico e comunitario degli Arconi, luogo vissuto e percepito come cuore pulsante della città ceraiola.

Il progetto di riqualificazione: costi e previsioni

Il progetto in discussione è firmato dallo studio Marcucci ed è costato 140mila euro. Secondo quanto emerge dai documenti ufficiali, esso prevede l’apertura di una caffetteria sotto gli Arconi, senza ulteriori specificazioni di funzioni o destinazioni d’uso.

Questa impostazione, tuttavia, si scontra con l’utilizzo che negli ultimi anni l’Università dei Muratori aveva promosso, attrezzando una cucina con tutte le rassicurazioni del caso per ospitare banchetti e momenti di convivialità.

“Non è chiaro come una caffetteria possa conciliarsi con una tradizione consolidata di pranzi ceraioli è il dubbio che circola tra i sostenitori della destinazione comunitaria del luogo.

L’Università dei Muratori in prima linea

La reazione più dura al progetto è arrivata dall’Università dei Muratori, storica istituzione cittadina che custodisce riti e pratiche legate al mondo dei Ceri. In una lettera aperta alla città, l’associazione ha bocciato l’idea di destinare gli spazi a una caffetteria, rivendicando il carattere identitario e aggregativo degli Arconi.

“Gli Arconi non sono semplicemente un volume architettonicosi legge nel documento – ma un punto di riferimento della comunità eugubina, soprattutto nel contesto ceraiolo. Non si può sacrificare la tradizione in nome di un progetto calato dall’alto.”

Maggio Eugubino e Famiglie ceraiole: compattezza del fronte

Al fianco dell’Università dei Muratori si sono subito schierate altre realtà fondamentali della vita cittadina.

L’associazione Maggio Eugubino ha convocato i propri organismi interni per discutere della questione, ribadendo la necessità di tutelare un luogo che “rappresenta la memoria viva della città”.

Anche le Famiglie ceraiole hanno tenuto assemblee per prendere posizione, sottolineando che gli Arconi sono da sempre vissuti come spazio naturale di aggregazione durante il periodo dei Ceri e oltre.

Questa convergenza testimonia che il tema non riguarda soltanto un progetto edilizio, ma tocca la sensibilità profonda della città.

Tradizione contro musealizzazione

Il punto centrale della polemica sta nel confronto tra due visioni:

  • Da un lato, quella che vede negli Arconi la sede ideale per un museo degli Antichi Umbri, nuova tappa di un percorso culturale che punta a valorizzare le radici storiche di Gubbio.

  • Dall’altro, la prospettiva che considera quel luogo come insostituibile spazio comunitario, dove la tradizione ceraiola trova espressione attraverso banchetti, incontri e momenti di socialità.

“Un museo rischia di trasformare gli Arconi in una scatola chiusa, sottraendoli alla vita vera della città” sostengono i critici.
“È necessario distinguere tra valorizzazione culturale e snaturamento identitario”, aggiungono altri.

L’ipotesi di spazi alternativi

Per cercare una mediazione, in Giunta è già stata discussa l’ipotesi di destinare ad altri luoghi cittadini – come ad esempio il centro servizi di Santo Spirito – i banchetti e le convivialità oggi ospitate sotto gli Arconi.

Tuttavia, questa soluzione non convince l’Università dei Muratori, che nella sua lettera ribadisce con forza l’unicità di quel posto.

“Non si tratta solo di trovare spazi capienti – scrivono – ma di riconoscere il valore simbolico degli Arconi, che non può essere trasferito altrove senza impoverire la nostra tradizione.”

Le ombre del passato e i rischi di oggi

La vicenda si intreccia anche con timori più ampi. Alcuni osservatori sottolineano che, nel passato, progetti culturali ambiziosi a Gubbio si sono trasformati in contenitori poco utilizzati, come il museo della Civiltà Contadina a Cipolleto, oggi spesso chiuso e percepito come “uno spreco di risorse economiche pubbliche”.

La paura è che gli Arconi possano seguire lo stesso destino: un progetto elegante sulla carta, ma privo di vita reale.

C’è inoltre l’aspetto della compatibilità con i finanziamenti pubblici: una volta ottenuti fondi vincolati, eventuali variazioni progettuali diventano complicate e costose, e potrebbero persino sollevare attenzioni da parte della Corte dei Conti.

Una città sotto i riflettori

La questione Arconi rischia dunque di riportare Gubbio sotto i riflettori per il suo modus operandi nella gestione dei grandi progetti culturali.

“La città non può permettersi di vedere ripetersi scelte calate dall’alto, senza ascoltare la voce della comunità” ammoniscono le associazioni.

Il rischio è che il caso diventi un nuovo capitolo di tensioni tra istituzioni, cittadini e organismi culturali, con ricadute pesanti in termini di immagine.

Il valore simbolico degli Arconi

Gli Arconi non sono solo un’opera di ingegneria medievale. Sono lo spazio che regge il Palazzo dei Consoli, ma anche il luogo che negli anni ha accolto cene, banchetti e momenti di festa legati alla tradizione ceraiola.

La loro forza sta proprio nell’essere spazio vivo, attraversato dalla comunità, e non semplice cornice architettonica.

Per questo, la prospettiva di trasformarli in sede museale suscita resistenze: “Non si può musealizzare ciò che è ancora parte integrante della vita cittadina è la voce che circola tra molti eugubini.

Tra identità e futuro

Il caso Arconi è destinato a restare al centro del dibattito cittadino ancora a lungo.

Da una parte, la volontà di portare avanti un progetto culturale già finanziato, con il rischio di perdere risorse se non realizzato nei tempi previsti. Dall’altra, la richiesta forte e compatta di associazioni storiche, università e famiglie ceraiole di mantenere quel luogo fedele alla sua funzione comunitaria.

La sfida sarà trovare un equilibrio tra innovazione e tradizione, tra musealizzazione e vita vissuta, senza dimenticare che a Gubbio i luoghi non sono mai semplici spazi, ma simboli identitari.

Come ricorda la lettera aperta dell’Università dei Muratori: “Gli Arconi non appartengono a un progetto, appartengono alla città intera.”

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Mario Farneti
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