Dallo skyline di Manhattan al borgo umbro che ha riscritto il vocabolario del made in Italy: il percorso di Carolina Cucinelli entra ufficialmente nell’elenco delle 50 donne più influenti della moda e del retail stilato da WWD (Women’s Wear Daily). La selezione è stata celebrata al The Glasshouse di New York durante il Forum Women in Power 2025, appuntamento che raccoglie figure capaci di orientare l’industria oltre i trend del momento.
Per la dirigente umbra, che condivide vicepresidenza e guida creativa della maison con la sorella Camilla, è una tappa simbolica di un progetto che tiene insieme artigianato, innovazione e responsabilità sociale. Nella stessa cornice, WWD ha riconosciuto a Brunello Cucinelli un posto tra i 115 changemakers della storia della moda.
La scelta di WWD fotografa una leadership che nasce dentro una filiera corta e altamente specializzata. Carolina Cucinelli ha lavorato per tradurre i codici estetici del brand in un linguaggio contemporaneo, mantenendo fede alla “cultura del lavoro ben fatto” che ha reso Solomeo un caso internazionale. Secondo l’azienda, il riconoscimento è legato alla capacità di unire visione creativa e sensibilità umana, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni.
È la stessa nota a sintetizzare la motivazione con parole nette: “Dall'abilità della giovane imprenditrice di Solomeo nell'innovare l'eccellenza dell'artigianato di lusso, non solo nel rispetto della tradizione del gusto italiano apprezzato in tutto il mondo, ma anche in virtù della sua leadership nonché della sua notevole capacità di ispirare, con la propria visione creativa ed umana, le nuove generazioni”.
La presenza al The Glasshouse segna un passaggio importante anche sul piano del posizionamento internazionale. Il Forum Women in Power 2025 è un osservatorio privilegiato sulle trasformazioni del retail: si discute di come la qualità del prodotto, l’economia delle piattaforme e la domanda di sostenibilità stiano ridisegnando i confini tra lusso e quotidiano. In questo scenario, l’esperienza Cucinelli porta la prospettiva di un “capitalismo umanistico” che mette al centro persone e territorio, traducendo il valore dell’alto artigianato in una proposta riconoscibile nei mercati più maturi.
Non è soltanto un premio individuale. L’inserimento di Carolina Cucinelli nella Top 50 di WWD racconta una comunità di lavoro in cui maestranze storiche e nuovi talenti condividono competenze e responsabilità. L’identità del marchio nasce infatti da una rete di saperi che guarda alla durabilità dei capi, alla trasparenza delle filiere e alla cura del dettaglio: elementi che oggi incidono anche sulla reputazione globale del made in Italy. In Umbria, quel modello si traduce in ricadute culturali e sociali, con investimenti che coinvolgono spazi pubblici, formazione e qualità della vita.
Alla notizia del riconoscimento per la figlia, Brunello Cucinelli ha accostato una riflessione sulla natura stessa dell’impresa e sull’idea di bellezza come responsabilità condivisa: “Il riconoscimento che gli stimati amici di Women's Wear Daily, hanno voluto tributare a mia figlia Carolina, così impegnata assieme a Camilla a innovare e a ricercare, non può che riempirmi di gioia soprattutto se penso a come loro sappiano coltivare con gentilezza le umane relazioni che fanno bella la nostra fabbrica di Solomeo; di questo mia moglie Federica ed io siamo sinceramente fieri”.
Carolina e Camilla Cucinelli guidano oggi una fase di consolidamento e apertura. Il tandem creativo lavora su collezioni che mantengono il tono pacato e raffinato tipico della maison, sperimentando silhouette e materiali allineati a una clientela globale. L’attenzione ai ritmi del lavoro, alla dignità delle persone e alla bellezza dei luoghi resta il perimetro di un’idea di lusso distante dalla frenesia, adatta ai tempi lunghi dell’uso e del riuso.
È anche per questo che il riconoscimento di WWD risuona oltre la stretta attualità: parla di un modello che unisce soft power italiano e competitività internazionale, con Solomeo come laboratorio permanente di qualità e civiltà del fare.