A Terni la battaglia sul futuro del posto di teleconduzione Enel si intreccia con uno scontro politico acceso. Al centro della vicenda c’è l’assessore comunale Sergio Cardinali, che ha denunciato atteggiamenti considerati inaccettabili durante una riunione con la Regione e che ora rilancia accuse pesanti contro l’assessore regionale Thomas De Luca. La polemica, partita dai tavoli tecnici, si è allargata ai social e fino al Parlamento, confermando quanto la vertenza Enel sia diventata un terreno di confronto politico e istituzionale.
L’assessore con deleghe a rapporti con le organizzazioni sindacali Sergio Cardinali ha affermato: "Thomas De Luca tenta disperatamente di mistificare quanto accaduto con il chiaro intento di coprire la gravità del suo atteggiamento tenuto in occasione della riunione con i sindacati e i parlamentari umbri".
Ha ricostruito i presenti – i rappresentanti sindacali, la consigliera Pace, la parlamentare Pavanelli, in collegamento la parlamentare Ascani, il consigliere Filipponi e, più tardi, Melasecche – e ha raccontato che De Luca, invece di entrare nel merito della vertenza Enel, ha iniziato a inveire contro il sindaco Stefano Bandecchi per le sue dichiarazioni sul Medio Oriente. Dopo un primo richiamo ad attenersi all’ordine del giorno, Cardinali ha riferito che De Luca ha insistito in quella che ha definito una "tribuna politica", dichiarando di agire a nome dell’intera giunta regionale.
Al secondo richiamo, la risposta sarebbe stata: "faccio ciò che mi pare" e, di fronte all’obiezione di incompatibilità con il ruolo istituzionale, De Luca lo avrebbe invitato a lasciare la riunione per due volte.
"Non ho mai abbandonato un tavolo di riunione, né da sindacalista né da assessore, e non l’avrei fatto neppure questa volta" ha detto Cardinali ai microfoni di Tag24Umbria, ribadendo che anche i sindacati avevano minacciato di lasciare la riunione se la diatriba politica fosse continuata.
Ha accusato De Luca di un atteggiamento "arrogante" e di un vano tentativo di estrometterlo, parlando di un "delirio di totalitarismo".
Secondo l'assessore Cardinali, la riunione si è conclusa solo grazie alla pressione delle organizzazioni presenti, con l’impegno a convocare una nuova seduta con i ministri Pichetto Fratin, Urso e Salvini.
Ha aggiunto che l’arroganza mostrata da De Luca serve a coprire la mancanza di capacità politica della giunta regionale, ricordando anche il fallimento della sanità, l’aumento delle tasse e le difficoltà nelle vertenze Enel e Moplefan. "Sarebbe un segnale di buon senso che la giunta rassegnasse le dimissioni" ha dichiarato.
La chiusura del posto di teleconduzione di Villa Valle, prevista per la fine del 2025, è diventata un nuovo terreno di scontro fra Comune di Terni e Regione Umbria. Per l’assessore regionale Thomas De Luca il presidio, che vigila su dighe e opere idrauliche, è cruciale per la sicurezza e non va smantellato.
Il sindaco Stefano Bandecchi ha chiesto a Enel e ai ministri un tavolo nazionale per bloccare la chiusura, parlando di atto arrogante e ricordando che Terni ha un ruolo storico nell’energia.
L’assessore comunale Sergio Cardinali sostiene che, tranne Comune e Provincia, le altre istituzioni abbiano di fatto accettato la soppressione. Negli ultimi mesi il tema ha monopolizzato il dibattito locale.
Il sindaco Bandecchi aveva già denunciato il presunto allontanamento dell’assessore Cardinali. Ma l’assessore regionale Thomas De Luca, in un lungo post su Facebook, ha smentito la versione del sindaco definendo "totalmente false" le accuse.
Spiega che la riunione era stata convocata per discutere del presidio con i parlamentari Ascani e Pavanelli e che, all’inizio, aveva espresso dissenso per le dichiarazioni del sindaco su Israele e sulla violenza sessuale. Dice di essere stato interrotto dalle grida di un esponente del Comune e nega di aver detto "tu non puoi partecipare". A suo avviso, la riunione è andata avanti regolarmente e si è conclusa con la partecipazione di tutti; accusa invece il sindaco di aver minacciato la Regione creando un clima aggressivo.
Secondo Bandecchi, escludere un assessore comunale da una riunione per le opinioni del sindaco significa occuparsi di polemiche ideologiche invece di questioni vitali. Ha anche annunciato di aver scritto alla presidente Stefania Proietti per denunciare un "sistema fascista comunista" che, a suo dire, limita la libertà di parola.