Un’emergenza silenziosa ma ormai impossibile da ignorare. Le carceri umbre, già da tempo al centro di monitoraggi e segnalazioni, oggi si trovano in una condizione definita “particolarmente problematica per carenza d'organico e sovraffollamento”. A lanciare l’allarme è stato il procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, che nell’“Intervista della domenica” alla TgR Umbria ha tracciato un quadro fosco, denunciando una realtà penitenziaria che rischia di implodere sotto il peso di numeri troppo alti e risorse troppo basse. Una situazione che, secondo il magistrato, richiede interventi immediati, concreti e soprattutto strutturati.
Durante l’intervista, il procuratore generale non ha usato mezzi termini, definendo lo stato degli istituti penitenziari umbri come "una realtà molto inquietante". A pesare, oltre al sovraffollamento ormai cronico, è anche la significativa carenza di personale, che continua a compromettere la gestione quotidiana delle strutture e la sicurezza di agenti e detenuti.
Sottani ha sottolineato l’urgenza di favorire ogni intervento utile a ridurre il numero delle persone recluse:
"Bisogna favorire tutti gli interventi che tendono alla diminuzione della popolazione carceraria" ha spiegato, indicando precise strategie: "Penso a misure alternative per i tossicodipendenti, a una serie di interventi per quei soggetti con problemi psichiatrici, a possibilità di reinserimento per tutti quelli che iniziano un'attività rieducativa".
Il procuratore ha evidenziato come il sovraffollamento non sia solo un dato statistico, ma una condizione che incide pesantemente sulla qualità del percorso rieducativo, sulla sicurezza interna e sulle capacità gestionali dell’intero sistema penitenziario.
Nel corso dell’intervista, Sottani ha affrontato anche il tema della riforma della giustizia, esprimendo un giudizio critico:
"Tocca la separazione dei poteri - ha affermato - nel senso che interviene sul modo in cui la magistratura nel suo complesso può controllare e poi esercitare le sue forme di garanzia nei confronti degli altri poteri, essenzialmente legislativo ed esecutivo".
Una riforma definita dal procuratore "inutile, costosa e pericolosa", perché - come ha spiegato - "non interviene su alcun problema. La gente vuole una giustizia veloce, che cerchi di sbagliare il meno possibile, che cerchi di essere al passo con i tempi. Nulla di tutto questo viene toccato. Il vero obiettivo è indebolire il Consiglio superiore della magistratura".
L’allarme di Sottani trova conferma nei numeri ufficiali forniti dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e dai report della Corte dei Conti, che fotografano una situazione ormai strutturalmente critica.
A fine agosto 2024 - con dati confermati anche nel 2025 - nelle quattro carceri umbre erano presenti 1.605 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 1.339 posti.
Un eccesso compreso tra 266 e 300 detenuti, che porta il tasso di affollamento medio al 119-120%.
Chi sono i detenuti?
Numerosi soggetti con fragilità psichiatriche o dipendenze, situazioni che richiederebbero percorsi alternativi o trattamenti specialistici esterni agli istituti.
Gli istituti penitenziari presenti nella regione sono quattro:
La carenza di personale riguarda soprattutto il comparto della Polizia penitenziaria, costretta a turni estenuanti e a una gestione quotidiana sempre più complessa.
Il sovraffollamento incide su tutto:
La presenza di un numero elevato di detenuti con disagio psichico, unita all’impossibilità di garantire un percorso riabilitativo adeguato, alimenta una spirale di tensioni che si ripercuotono sul personale e sui servizi. L’intervento del procuratore generale Sottani rappresenta non solo una denuncia lucida, ma anche un appello alle istituzioni regionali e nazionali.
Il sistema penitenziario umbro, come quello di molte altre regioni italiane, ha bisogno di: