03 Apr, 2025 - 21:00

Carbonesca, il cuore dimenticato di Gubbio: spopolamento, strade dimenticate e speranza nelle mani dei cittadini

Carbonesca, il cuore dimenticato di Gubbio: spopolamento, strade dimenticate e speranza nelle mani dei cittadini

Da oltre mille abitanti a meno di trecento, età media sopra i 75 anni: la frazione di Carbonesca racconta la sfida dello spopolamento che colpisce tante realtà dell’Appennino. Ma tra difficoltà e isolamento, c’è ancora chi resiste e costruisce comunità.

Nella mattinata di mercoledì 2 aprile, la Polizia Locale di Gubbio ha fatto tappa a Carbonesca, una delle frazioni più distanti dal capoluogo, nell’ambito del progetto “Prossimità e Sicurezza”, lanciato dall’amministrazione per raccogliere segnalazioni e bisogni direttamente sul territorio. Niente comunicati, niente social, solo il contatto diretto con chi vive ogni giorno in una realtà che sta lentamente scivolando nell’ombra.

Un’iniziativa lodevole, accolta con gratitudine ma anche con la schiettezza e il realismo di chi, a Carbonesca, ha visto il proprio mondo cambiare profondamente nel giro di una generazione.

“Eravamo mille. Ora siamo in trecento, e sempre più anziani”

Oggi Carbonesca conta circa 300 abitanti, ma negli anni ‘70 e ‘80 era un piccolo paese vitale, con oltre mille residenti, attività economiche, bambini per le strade e una comunità dinamica. A raccontarlo sono gli stessi abitanti, con un misto di nostalgia e preoccupazione.

“Avevamo tre bar, tre alimentari, un’officina, un forno e un ristorante. Oggi non è rimasto nulla di tutto questo. La scuola ha chiuso e i pochi bambini che vivono qui vanno a scuola a Casacastalda, Padule o Gubbio.”

L’età media ha superato i 75 anni. Una cifra che non è solo statistica: è il segnale di una popolazione che invecchia, senza ricambio generazionale, e che rischia di spegnersi lentamente, nel silenzio.

Nel vuoto lasciato dalla chiusura di negozi, servizi e luoghi di incontro, la Pro Loco di Carbonesca è diventata il vero punto di riferimento sociale. Organizza attività tutto l’anno, mantiene vivo il senso di appartenenza e sostiene iniziative culturali e religiose che continuano a dare identità al paese.

Il medico di base è presente una volta a settimana, un presidio minimo ma fondamentale per una popolazione in larga parte anziana. E proprio per gli anziani, a fine aprile, si terrà la Giornata della Terza Età, una delle tante iniziative locali che dimostrano come la comunità non si sia mai rassegnata all’isolamento.

Uno dei problemi più sentiti riguarda la viabilità locale, in particolare le condizioni disastrose di alcune arterie secondarie come:

  • la “strada della zona interrato”,

  • la “strada della bianca”,

  • la “strada della fonte del lupo”.

“Ci sono buche enormi, tratti assolutamente impraticabili. È pericoloso per noi e per chi viene a trovarci.”

A questo si aggiunge un problema storico mai risolto: l’assenza di vie e numeri civici. Un dettaglio che in città sembra scontato, ma che in realtà ha impatti enormi sulla vita quotidiana: ricevere una lettera, una visita medica a domicilio, o anche solo indicare il proprio indirizzo diventa un’impresa.

Finalmente, però, le tabelle con vie e numeri civici sarebbero pronte per essere installate, una piccola ma significativa vittoria dei cittadini che da anni segnalano questo disagio.

Bus anche d’estate: una buona notizia che dà respiro

Non tutte le novità sono negative. Durante il recente Consiglio comunale, è stato annunciato che le corse dei bus verso Carbonesca continueranno anche nei mesi estivi, dopo la chiusura delle scuole. Un dettaglio che per molti significa possibilità di spostarsi, di accedere a servizi essenziali, di restare connessi al resto del mondo.

“È una scelta importante, che riconosce le nostre esigenze. Ci fa piacere sapere che, almeno su questo fronte, qualcosa si muove.”

Anche in un contesto difficile come quello di Carbonesca, la vita comunitaria continua a pulsare, grazie all’impegno di chi non si rassegna allo spopolamento. Nei prossimi mesi, infatti, la frazione ospiterà:

  • Venerdì 18 aprile: Processione del Venerdì Santo;

  • Giovedì 25 aprile: Giornata della Terza Età;

  • Domenica 27 aprile: Tappa del Vespa Club Gubbio;

  • Mercoledì 30 aprile: Canti dei Maggiaioli;

  • Sabato 10 maggio: Santa Messa all’edicola di Sant’Ubaldo, al confine con Valfabbrica;

  • Sabato 24 maggio: 50° anniversario della fondazione della Pro Loco.

Eventi semplici, ma portatori di memoria, identità e relazioni, che fanno di Carbonesca non solo un luogo geografico, ma un vero e proprio presidio culturale.

La situazione di Carbonesca è lo specchio di una crisi più ampia che riguarda molte frazioni del Comune di Gubbio e, in generale, dell’Italia appenninica. Piccoli centri abitati che perdono abitanti, servizi, scuole, reti sociali, diventando sempre più marginali agli occhi della politica e delle istituzioni.

Eppure, questi luoghi sono custodi di storia, paesaggio e saperi antichi, e meritano di essere riscoperti e rilanciati, non solo preservati.

“Non chiediamo miracoli – dicono i residenti – ma attenzione. E la possibilità di non essere dimenticati.”

L’iniziativa “Prossimità e Sicurezza” della Polizia Locale è stata apprezzata proprio perché rompe l’isolamento: non sono i cittadini a dover raggiungere l’amministrazione, ma il contrario. Un approccio che, se esteso e consolidato, può diventare un modello di ascolto attivo, capace di generare fiducia e partecipazione.

È anche un modo per raccogliere dati reali, valutare interventi mirati e costruire politiche pubbliche realmente aderenti alla realtà.

Carbonesca non vuole essere solo un ricordo

Carbonesca oggi è una piccola comunità che lotta per restare viva. I numeri sono contro di lei, ma la determinazione delle persone è forte. Chiede strade migliori, vie con un nome, collegamenti sicuri e una presenza istituzionale costante. Ma, soprattutto, chiede di essere ascoltata e riconosciuta come parte integrante di un territorio che vuole essere coeso.

La sfida dello spopolamento si vince non solo con le grandi opere, ma con i piccoli gesti quotidiani di cura e attenzione. E Gubbio, se vuole davvero guardare al futuro, dovrà farlo insieme alle sue frazioni, non lasciandole indietro.

Perché se Carbonesca muore, una parte dell’identità di Gubbio muore con lei.

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Mario Farneti
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