Dal 28 giugno al 4 settembre 2025, nella Sala dell’Arengo del Museo Civico di Palazzo dei Consoli a Gubbio, sarà esposta la splendida pala d’altare “L’incontro tra Sant’Ubaldo e Federico Barbarossa”, firmata nel 1683 dal pittore romano Ciro Ferri. L’evento inaugurale è previsto per il 27 giugno alle 18, in un’occasione che unisce arte, storia e fede in un’atmosfera intensa.
Il restauro, eseguito dalla società Ikuvium sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, è stato reso possibile grazie alla sinergia tra Comune di Gubbio, Museo Civico, Diocesi, Lions Club Gubbio e generosi privati .
Come spiega l’assessore alla Cultura Paola Salciarini, il Comune ha voluto che l’opera venga mostrata in un luogo simbolico e centrale, prima di farla ritornare nella Chiesa della Madonna del Prato, dove sarà ricollocata a settembre. Questo permetterà a cittadini, studiosi e turisti di apprezzarne bellezza e significato storico.
Nato a Roma nel 1634 e morto nel 1689, Ciro Ferri fu allievo e principale successore di Pietro da Cortona, partecipando alle decorazioni del Palazzo del Quirinale (1656–1659) e poi di Palazzo Pitti (1659–1665) . Celebre per affreschi e pale sacre, il suo capolavoro è considerato la decorazione della cupola di Sant’Agnese in Agone a Roma .
Ferri è riconosciuto come uno dei massimi esponenti del barocco romano, autore di grandi cicli sacri, tele narrative e decorazioni monumentali , e la tela eugubina si inserisce perfettamente in questo solco volumetrico e drammatico.
La composizione di Ferri mostra Sant’Ubaldo e Barbarossa in primo piano, davanti alla città di Gubbio e al monte Ingino. In alto, la Madonna col Bambino, San Giuseppe e San Giovanni Battista proteggono simbolicamente l’episodio . Il contrasto tra il popolo e la spiritualità e la forza dell’imperatore viene reso con colori caldi, figure cariche di espressività e un intensità emotiva tipica del cortonesismo.
Il dipinto misura circa 320 × 205 cm, ed era stato montato negli anni ’80 su telaio nuovo, ma necessitava di un restauro pittorico profondo, per via delle cadute di colore e del danneggiamento visibile .
La scena raffigura l’incontro del 1155, quando Sant’Ubaldo, malato e ormai anziano, riuscì a convincere Barbarossa a risparmiare Gubbio, appena dopo aver distrutto Spoleto. Il priore Giordano di Città di Castello, suo amico, descrisse il momento in cui l’imperatore, “a testa bassa”, chiese la benedizione, segnando la salvezza della città . Un atto di coraggio, spiritualità e diplomazia, emblematico per la memoria religiosa e civica di Gubbio.
Le fasi del restauro, che saranno illustrate durante l’inaugurazione, includono:
Pulitura dello strato pittorico
Integrazione dei colori laddove svaniti o persi
Rinforzo strutturale del supporto e foderatura
Consolidamento delle aree deteriorate, soprattutto intorno all’Imperatore e alla Madonna, soggette a sollevamenti
Il tutto sotto la direzione della Soprintendenza, con una precisione conservativa che rende giustizia all’opera sia come documento artistico, sia come tesoro identitario.
Il 27 giugno, durante l’inaugurazione, esperti e curatori presenteranno:
Il contesto artistico in cui Ferri operava (cortonesimo, barocco romano)
L’iconografia segreta e simbolica del dipinto
Le scoperte durante il restauro
L’importanza storica dell’episodio ritratto
Un’occasione “preziosa per riscoprire un capolavoro del Seicento e una pagina centrale dell’identità eugubina” .
Dopo l’esposizione pubblica nella Sala dell’Arengo, la pala sarà restituita alla Chiesa della Madonna del Prato, guidata da don Fabricio Cellucci, con una nuova collocazione che valorizza la sua funzione liturgica e la sua valenza ascetica . Sarà un ritorno al luogo originario, valorizzato da una cornice restaurata e una veste pittorica finalmente recuperata.
Questa pala si aggiunge alla galleria delle opere d’arte corporea della città, offrendo un’occasione per riscoprire:
La forza narrativa e spirituale del barocco
La relazione tra città e protezione divina, tra Sant’Ubaldo e la comunità
Il lavoro meticoloso del restauro, che rende nuovamente leggibile bellezza e storia
Oggi, l’opera parla a un pubblico più ampio, non solo devoto:
È un simbolo di pace e diplomazia, di come la fede possa agire nel mondo
È un documento storico-artistico, prezioso per conoscere il Seicento romano
È un bene culturale collettivo, restituito alla comunità e condiviso con studiosi e turisti
La rinascita della pala di Ciro Ferri è una notizia che travalica la cronaca locale: è un messaggio di cura del patrimonio, di rispetto per l’arte e di valorizzazione dell’identità urbana. L’esposizione e le attività di approfondimento mostrano quanto una città come Gubbio sappia mettere insieme communità, istituzioni e cultura per restituire la bellezza alla gente.
Chiunque visiti Palazzo dei Consoli nelle prossime settimane potrà ammirare un’opera splendida, simbolo di un dialogo tra fede e storia, ritratta da uno degli artisti più significativi del barocco italiano. Un’opportunità da colta non solo dagli amanti dell’arte, ma da chiunque creda nel valore del passato ritrovato e della bellezza condivisa.
L’inaugurazione del 27 giugno sarà un’occasione unica per riscoprire Sant’Ubaldo, Barbarossa e la grande arte seicentesca di Ciro Ferri.