14 Dec, 2025 - 15:30

Caos all’Immacolata, vigili urbani nel mirino e sicurezza urbana in affanno: Gubbio davanti a un nodo strutturale

Caos all’Immacolata, vigili urbani nel mirino e sicurezza urbana in affanno: Gubbio davanti a un nodo strutturale

Tra grandi eventi, critiche pubbliche e carenze croniche di organico

 

Caos viabilità e polemiche durante il ponte dell’Immacolata a Gubbio riaccendono il dibattito sulla Polizia Locale: carenze di organico, problemi organizzativi e la necessità di ripensare formazione e modello di sicurezza urbana.

Le immagini dell’Albero di Natale più grande del mondo acceso il 7 dicembre hanno fatto il giro d’Italia, ma dietro la suggestione e la bellezza della città vestita a festa si è consumata una delle giornate più critiche degli ultimi anni sul fronte della sicurezza e della viabilità. Il ponte dell’Immacolata ha infatti messo in luce tutte le fragilità del sistema di gestione dell’ordine urbano, esponendo al fuoco incrociato delle critiche sia l’Amministrazione comunale sia il Corpo della Polizia Locale.

Nel pomeriggio e nella sera del 7 dicembre il centro storico e gli accessi alla città sono stati letteralmente presi d’assalto, con un traffico paralizzato, flussi non regolati e una percezione diffusa di disorganizzazione, che ha generato malumori e polemiche tra cittadini e visitatori.

La presa di posizione del sindacato: “Non scaricate le responsabilità sugli agenti”

A intervenire è stata la sigla sindacale Csa-Ral (Regioni Autonomie Locali), con una lettera indirizzata al sindaco Vittorio Fiorucci e all’intera Giunta. I rappresentanti Serena Bellucci e Daniele Trinari parlano apertamente di evidenti difficoltà riscontrate durante il ponte dell’Immacolata”, difendendo il personale della Polizia Locale dalle critiche ricevute.

Secondo il sindacato, gli agenti hanno svolto una mole di lavoro di gran lunga superiore alle proprie forze per garantire almeno gli standard minimi di sicurezza. “Gli operatori sono ben consapevoli di ciò che occorrerebbe fare in situazioni di questo tipo – scrive il Csa-Ral – ma restano impotenti a causa delle gravi carenze di organico”.

Numeri insufficienti e parametri lontani dalla legge

Il nodo centrale resta quello dell’organico. La normativa regionale prevede per città come Gubbio un numero di agenti di gran lunga superiore alle 30 unità, mentre l’organico reale conta 22 operatori complessivi, inclusi il comandante Elisa Floridi e tre ufficiali, con alcune unità destinate esclusivamente agli uffici.

Applicando il parametro regionale di un agente ogni 700 abitanti, a Gubbio ne servirebbero almeno 43. Un divario evidente, aggravato dal fatto che il Comune non dispone delle risorse economiche necessarie per nuove assunzioni.

La serata del 7 dicembre e il tema della programmazione

Nel momento di massimo afflusso verso la cerimonia dell’Albero gigante, solo sette vigili urbani erano presenti in servizio esterno, con tutte le vie di accesso alla città rimaste aperte. Un dato che ha alimentato le accuse di mancata pianificazione: assenza di chiusure preventive, mancato utilizzo strutturato di parcheggi esterni e navette, turnazioni non rafforzate.

La programmazione emerge come il punto più debole, più ancora della carenza numerica, mostrando limiti organizzativi che non possono essere ignorati.

Sicurezza urbana e ondata di furti: un quadro che si complica

Il contesto è reso ancora più delicato dall’ondata di furti che da settimane interessa Gubbio e le frazioni. Segnalazioni di persone sospette, colpi in abitazioni private e interventi notturni delle forze dell’ordine hanno aumentato il senso di insicurezza percepita.

In questo scenario, la Polizia Locale è chiamata ad affrontare compiti sempre più complessi, che vanno ben oltre la gestione della viabilità o degli eventi.

La proposta: formazione di tipo militare come metodo operativo

È in questo punto del dibattito che si inserisce una riflessione sempre più condivisa: per comandare e organizzare un Corpo di polizia, anche civile, è necessaria una formazione di tipo militare, intesa non in senso repressivo, ma come metodo, disciplina, gerarchia chiara e know-how operativo.

La sicurezza contemporanea richiede capacità di comando, gestione delle emergenze, coordinamento interforze e prontezza decisionale, competenze che non possono essere improvvisate.

Il precedente della Gendarmeria Vaticana e il ruolo dei Carabinieri

Un modello concreto è rappresentato dalla Gendarmeria Vaticana. Fino a pochi anni fa era un corpo civile privo di una struttura realmente efficace. La svolta avvenne con Domenico Giani, ex ufficiale della Guardia di Finanza, che avviò una riforma profonda.

In modo esplicito, il Vaticano stipulò una convenzione con l’Arma dei Carabinieri, affidando ai militari l’addestramento dei nuovi agenti, trasferendo competenze operative, cultura della sicurezza e disciplina. Contestualmente, fu agevolato il pensionamento del personale più anziano, favorendo un rinnovamento dell’organico.

Nel giro di pochi anni, la Gendarmeria Vaticana, pur contando circa 150 agenti, divenne uno dei corpi di polizia più efficienti e preparati al mondo, pur restando un corpo civile.

Una strada possibile anche per Gubbio

Alla luce di quell’esperienza, cresce l’idea che anche Gubbio potrebbe valutare una convenzione con l’Arma dei Carabinieri per la formazione avanzata della Polizia Locale. Un percorso che non risolverebbe da solo la carenza di organico, ma innalzerebbe il livello qualitativo del Corpo, rendendolo più adeguato alle nuove sfide della sicurezza urbana.

Una scelta che non può più essere rinviata

Il ponte dell’Immacolata ha rappresentato uno spartiacque. Al di là delle polemiche, Gubbio è chiamata a una scelta strutturale: continuare a tamponare le emergenze o ripensare in profondità il modello di sicurezza urbana.

Perché oggi, anche in una città di medie dimensioni, la sicurezza non è più un tema accessorio. È una responsabilità strategica. E richiede visione, competenze e decisioni coraggiose.

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Mario Farneti
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