19 Oct, 2025 - 20:00

Canottaggio, l’Italia domina al Memorial d’Aloja 2025 di Piediluco

Canottaggio, l’Italia domina al Memorial d’Aloja 2025 di Piediluco

Un fine settimana di acqua piatta e ambizioni alte porta l’Italia del canottaggio in cima al Memorial Paolo d’Aloja: sulla distanza sprint dei 500 metri, a Piediluco, gli azzurri alzano il livello quando conta e mettono in fila avversari di rango, Serbia su tutti. Il Trofeo Fondazione Carit finisce nelle mani del gruppo guidato dalla Federazione Italiana Canottaggio, che consolida la propria credibilità internazionale con una giornata conclusiva da 33 punti, chiave di volta per sigillare la classifica generale e la sensazione — netta — di avere una rosa profonda e competitiva.

La fotografia dell'Italia del canottaggio al Memorial Paolo d'Aloja e la rivalità con la Serbia

La 39ª edizione del Memorial conferma Piediluco come termometro reale della condizione: campo tecnico, vento regolare, batteria di finali serrate. L’Italia capitalizza nelle specialità medio‑leggere e nelle barche lunghe, mentre la Serbia — seconda e premiata con il Trofeo Suzuki — si toglie soddisfazioni soprattutto nella coppia maschile, dove la qualità del loro doppio vicecampione del mondo fa la differenza. Il braccio di ferro, però, pende dalla parte azzurra grazie alla distribuzione dei podi e alla profondità della spedizione.

I volti della domenica azzurra del canottaggio a Piediluco

I 500 metri non sono un vezzo: rappresentano una palestra di velocità, ritmo di palata e gestione dei passaggi chiave nei primi 30 colpi. A Piediluco l’Italia mostra una progressione pulita, con partenze aggressive e chiusure ordinate, indice di un lavoro sulla forza specifica che paga. È un banco prova utile per affinare partenze e transizioni nelle distanze olimpiche, ma anche un test mentale: margine d’errore ridotto, esecuzione prioritaria.

Tra i singolisti, brilla la prova di Andrea Panizza che doma il confronto diretto con l’opposizione serba, costruendo vantaggio nella seconda metà dello sprint e amministrando con lucidità fino al traguardo. In ambito femminile convince Gaia Umbra Chiavini, capace di un doppio acuto: prima in singolo, poi protagonista nel doppio Under 23 con Aurora Spirito, segnale prezioso anche in ottica ricambio. Sul podio nazionale emergono inoltre le prove solide di atlete come Sara Borghi ed Elena Sali, a testimoniare un settore femminile in crescita e ben strutturato.

Barche senza timoniere: il cuore competitivo dell’Italia

La giornata racconta un’Italia efficace nelle barche senza, da sempre cartina di tornasole della condizione complessiva. Il due senza maschile firmato da Nunzio Di Colandrea e Giovanni Codato impone ritmo e precisione, mentre la coppia femminile Angelica MerliniSilvia Terrazzi conferma leadership e continuità. Nel quattro senza la sinergia si allarga: tra le donne arriva un bis che certifica gerarchie e consolidamento, tra gli uomini si nota la capacità di coniugare esperienza (Pietra Caprina e Vicino) e giovani in rampa di lancio, con la barca dei più esperti a tenere la rotta e i prospetti a inseguire da vicino.

Il quattro di coppia maschile vede la Serbia mettere il muso avanti sui campioni del mondo italiani: un promemoria utile, non una crepa. Le dinamiche di una gara sprint, la preparazione differenziata e i dettagli di sincronizzazione spiegano un risultato che, se da un lato fa notizia, dall’altro offre stimoli tecnici immediati. Nel femminile, invece, l’Italia firma una prestazione corale convincente con Chiavini, Gattiglia, Pedrola e Spirito, coese nella gestione del ritmo e ordinate nella fase centrale.

Otto maschile e femminile, potenza e organizzazione

Le ammiraglie raccontano la salute del movimento. L’otto maschile azzurro — con un blend virtuoso tra esperienza (Gaetani Liseo, Abagnale, Scalzone) e collaudi di giornata — governa la finale con un impianto di potenza lineare e un timoniere puntuale nelle chiamate. In campo femminile arriva il terzo sigillo del weekend per un nucleo che attorno a Merlini e Terrazzi trova equilibrio tra spinta e assetto, chiudendo davanti alla Gran Bretagna: un riferimento di valore per calibrare ambizioni e carichi nelle settimane che precedono gli appuntamenti di livello superiore.

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Giorgia Sdei
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